Attualità - 27 novembre 2024, 16:00

"Le Voci (Sole)”: Christian Olcese debutta a teatro con uno spettacolo contro violenza di genere e cyberbullismo


L’opera, tratta da una storia vera, affronta la necessità di raccontare il dramma del nostro tempo tramite quattro punto di vista distinti in un intreccio di narrazione che si tramuta nello specchio della realtà

Raccontare il dramma del nostro tempo, la violenza di genere, il cyber bullismo e il revenge porn con coraggio e delicatezza, spunti che partono dall’idea necessaria di raccontare una realtà che troppo spesso è quotidiana.

Nasce così ‘Le voci (sole)’ il debutto teatrale del regista e poeta Chistian Olcese che andrà in scena il prossimo 4 dicembre al Teatro Akropolis di Sestri Ponente.

Pluripremiato per la sua attività dietro la macchina da presa e non solo, Olcese affronta con profondità il tema della violenza di genere e ne racconta le complesse sfaccettature grazie a una narrazione che coinvolge quattro protagonisti, offrendo quattro punti di vista diversi.

La vittima, il carnefice, l'amico del carnefice e l'amica della vittima: quattro prospettive che si incrociano e si scontrano, componendo una narrazione che è specchio della realtà e della complessità dell’animo umano. 

Tutto inizia con i preparativi per una festa, dove avverrà un episodio di violenza, evento che è solo la punta dell’iceberg di retropensieri e dinamiche psicologiche che Olcese esplora con coraggio e delicatezza.
“In scena c’è una storia vera - racconta Olcese - Nel 2022, dopo un cortometraggio sul cyberbullismo con Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ho girato diversi festival e incontrato diversi studenti e studentesse nelle scuole. Al termine di ogni incontro, ho lasciato un indirizzo mail a cui, chi lo desiderava, poteva inviare una testimonianza in forma anonima. Ne ho ricevute centinaia, tutte molto toccanti. Quella che arriva a teatro è quella cheti ha scosso di più”.

Scrivere sceneggiatura e dialoghi, tuttavia, non è stato semplice. A proposito, il regista continua: “Quando si affrontano certi argomenti, si finisce per cadere nello stereotipo. Non è stato facile non cadere nel pietismo nei confronti della vittima, così come non è stato facile non essere adirato con chi compie la violenza. Ho cercato di togliere tutti questi pregiudizi e di raccontare la vita di questi due ragazzi provando a comprendere cosa accade, grazie anche all’aiuto di alcuni psicologi. Quello che racconto è il dramma umano, senza giudizio ma con la volontà di capire”.
La pièce è arricchita dalla presenza simbolica e musicale di Silvia Piccollo, cantante genovese che interpreta la coscienza della vittima. Invisibile per quasi tutto lo spettacolo, la sua voce accompagna e amplifica le emozioni, con brani originali scritti dallo stesso Olcese e musicati da Davide Pieroluncini.

Il finale, invece, ribalta le aspettative: Massimo Olcese, noto comico genovese, interpreta un conduttore televisivo che, a distanza di tempo dall’accaduto, intervista vittima e carnefice. “Non è una scena di spettacolarizzazione del dolore” approfondisce il regista, “ma una riflessione su come i media potrebbero affrontare questi temi, con ascolto e umanità”.

È uno spettacolo che parla ai ragazzi, un pubblico difficilissimo” ammette ancora il regista. La scelta di rivolgersi alle scuole è fondamentale: ‘Le Voci (Sole)’ diventa uno strumento educativo, un invito alla riflessione su temi attualissimi e delicati.

L’Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Genova Francesca Corso, tra i sostenitori dell’iniziativa insieme a Banca di Cherasco, ha elogiato il progetto: “Mi è piaciuto molto come affronta tematiche attuali con delicatezza e incisività. La violenza di genere e il disagio giovanile sono piaghe che vanno contrastate con ogni mezzo, soprattutto parlando ai giovani. Lo spettacolo teatrale è un valore aggiunto, un mezzo per diffondere messaggi di sensibilizzazione con grande efficacia”.
Con repliche già fissate e richieste da teatri in tutta Italia, ‘Le Voci (Sole)’ promette di lasciare un segno nel panorama culturale e sociale. “Non so se piacerà - conclude Olcese - ma so che è importante raccontarlo. Mi affido all’umanità del mio testo e alla bravura degli attori, tutti provenienti dalla scuola del Teatro Nazionale, una garanzia. Spero di portare qualcosa di nuovo e vero, qualcosa che arrivi al cuore”.

Non è solo uno spettacolo: è un’esperienza, una riflessione, un invito a guardare il mondo con occhi più attenti.