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Cronaca | 26 novembre 2024, 08:02

Caso Anidra, confermata in Cassazione l'assoluzione a Bendinelli

Per Oneda il rinvio in Corte d'Assise d'Appello per il nuovo giudizio

Caso Anidra, confermata in Cassazione l'assoluzione a Bendinelli

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dai legali del medico Paolo Oneda, annullando la sentenza del febbraio scorso di condanna nei confronti del medico bresciano a 1 anno e 4 mesi, nel processo sulla morte di Roberta Repetto, 40enne di Chiavari morta nel 2020 in seguito ad una operazione per l'asportazione di un melanoma, eseguita su un tavolo del centro olistico Anidra di Borzonasca, operazione svolta senza nessun esame istologico né approfondimenti diagnostici o terapie successive, ma curata con tisane zuccherate e meditazione. Repetto era deceduta all'ospedale San Martino di Genova arrivata quando ormai le metastasi erano incurabili. E' l'ultima pronuncia sul caso Anidra, arrivata in queste ore: la stessa sentenza ha confermato invece l’assoluzione già pronunciata in secondo grado dalla Corte d’appello di Genova per Paolo Bendinelli, il guru del centro, assolto definitivamente anche (e solo) ai fini civilistici, visto che la procura non aveva ricorso sull'assoluzione dello scorso inverno.
Per quanto riguarda la posizione di Oneda, l'accoglimento del ricorso prevede invece il rinvio ad altra sezione della Corte D'Assise d'Appello di Genova e quindi un nuovo giudizio di secondo grado. 
La vicenda di Repetto aveva fatto il giro d'Italia: la donna, che frequentava il centro sulle alture del levante genovese, nel 2020 subì l'asportazione di un melanoma, un tumore maligno della pelle per il quale venne operata su un tavolo del centro olistico, senza alcuna terapie o biopsia del materiale asportato, ricevendo per le cure 'tisane e meditazione'. Quando arrivò al San Martino di Genova era in condizioni disperate e i medici non poterono più fare nulla per curarla.
Bendinelli, il guru che dirigeva il centro, e il medico Oneda erano stati condannati in primo grado con l’accusa di omicidio colposo, entrambi a tre anni e quattro mesi di reclusione con lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato.
La sentenza di secondo grado aveva poi ribaltato il primo giudizio, con l'assoluzione di Bendinelli e la condanna del medico e collaboratore del centro ma approfondendo i rapporti tra la vittima, che secondo i familiari era stata plagiata, e le figure di riferimento del centro. "Incerto il confine tra attività di persuasione, che non altera la capacità di autodeterminazione della persona, e la condotta di suggestione che invece ne condiziona la volontà", si leggeva nelle motivazioni.
Ora si apre un nuovo scenario con l'accoglimento del ricorso dei legali del medico bresciano e il rinvio nuovamente in corte d'Assise d'appello per un nuovo giudizio.

Valentina Carosini

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