Dalle prime ore dell’alba, Genova è interessata da un’importante operazione antimafia denominata “Gigante”, condotta dalla DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, in collaborazione con i centri operativi di Palermo, Milano e Torino. L’operazione ha portato all’arresto di sei persone accusate di reati gravi, tra cui associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori aggravato, estorsione e detenzione illegale di armi.
Tra gli arrestati c’è anche un imprenditore attivo nella logistica portuale genovese, un dipendente di una ditta di spedizioni, tre cittadini sudamericani e un esponente di spicco della famiglia mafiosa Lo Piccolo di Palermo, residente a Serra Riccò.
L’operazione è nata dall’approfondimento di infiltrazioni mafiose nel settore della logistica a Genova, collegato alla cosca palermitana “Tommaso Natale”. Tra le attività illecite emerse c’è la compravendita fittizia di un terreno a Palermo, di proprietà della famiglia mafiosa, simulata per sottrarlo a un sequestro giudiziario. Il terreno, strategico per la cosca, avrebbe potuto fruttare milioni di euro grazie a un cambio di destinazione d’uso da agrumeto a zona edificabile.
Nello specifico, l’imprenditore ligure, in concorso con l’esponente mafioso, aveva intestato fittiziamente a una sua società il terreno simulando la compravendita per trentamila euro davanti a un notaio di Massa Carrara, sanzionato per aver omesso la verifica adeguata e per non aver segnalato l’operazione finanziaria sospetta.
Durante le perquisizioni, gli agenti della DIA hanno scoperto quattro pistole e oltre cinquecento proiettili nascosti in un container utilizzato dall’imprenditore genovese, ripreso dalle telecamere mentre cercava di recuperare le armi.
Le indagini, a cui hanno collaborato anche gli uomini dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Genova, hanno anche rivelato un vasto traffico di cocaina dal Sudamerica, gestito tramite società di logistica e coperto da documentazione fraudolenta. Gli accusati avrebbero finanziato carichi per oltre seicentomila euro, inviando parte dei pagamenti attraverso canali illeciti gestiti da intermediari cinesi residenti a Roma.
L’imprenditore è accusato, inoltre, di estorsione per aver minacciato di morte una persona al fine di ottenere gratuitamente un immobile sulle alture di Genova, da trasformare in un B&B.
Oltre agli arresti, le autorità hanno sequestrato il terreno a Palermo e condotto perquisizioni domiciliari. Le operazioni sono state supportate da altre forze di polizia e da unità cinofile per la ricerca di armi e droga.
Gli arrestati sono attualmente detenuti nel carcere di Marassi, a disposizione dell’autorità giudiziaria.