Attualità - 23 novembre 2024, 08:00

Lo Sport che amiamo - Michele Corti: "Non ci sono sport vari, ma ci sono sport veri"

Il giornalista e fondatore di Stelle nello Sport si racconta: "Venticinque anni di iniziative. La prima volta aspettavamo cinquanta persone, ne arrivarono oltre duemila"

Prosegue questo sabato, e andrà avanti per tutti i sabati successivi, ‘Lo Sport che amiamo’, una rubrica dedicata a personaggi e storie di sport della nostra città e della nostra regione. Ci piace raccontare quel che c’è oltre il risultato sportivo: il sudore, la fatica, il sacrificio, il duro allenamento, l’impegno, le rinunce, lo spirito del gruppo. Tanti valori che vogliamo portare avanti e mettere in luce con quello che sappiamo fare meglio: comunicandoli. Comunicarli significa amplificarli, ed ecco perché lo sport può diventare, sempre di più, ‘Lo Sport che amiamo’. Ci accompagna in questo percorso un giovane di belle speranze: Federico Traverso, laureato in Scienze della Comunicazione. L'ospite di oggi è Michele Corti, giornalista e fondatore della prestigiosa manifestazione Stelle nello Sport, un progetto di promozione sportiva che quest'anno festeggia la sua venticinquesima edizione.

Michele Corti, come nasce il progetto “Stelle nello Sport”?
“Stelle nello Sport nasce nel 2000, ed è l’evoluzione di quella che era la mia passione da giornalista sportivo e da appassionato, ossia raccontare lo sport: nel 1998, infatti, fondo il sito web di Liguria Sport con la volontà di raccontare tutti gli sport. All’epoca in Italia esisteva solo il calcio e le altre discipline venivano definite, ahimè, ‘sport minori’. Nei giornali spesso si leggeva, in alto, la dicitura ‘sport vari’: da venticinque anni ormai ripeto sempre come bastasse cambiare una vocale, non più sport ‘vari’ ma sport ‘veri’. Non che il calcio non lo sia, assolutamente, è lo sport per elezione degli italiani. Però io e la squadra che si è creata intorno a me abbiamo da subito voluto far capire come gli altri sport avessero numeri e valori non secondari al calcio. Dovevano semplicemente essere raccontati. Quindi nel 2000 creo Stelle nello Sport proprio per questo, per dare visibilità a tutti gli ‘sport veri’, che di minore hanno solo una cosa: la visibilità. Nel giugno di quell’anno ci fu la prima serata per celebrare tutti i campioni dello sport, doveva essere un evento da una cinquantina di ospiti ma si trasformò in un grande ed inaspettato successo con più di duemila persone. Da lì il progetto è iniziato ed è cresciuto anno dopo anno, diventando non soltanto una serata di celebrazione (che è tutt’ora il Galà di Stelle nello Sport) ma un percorso quotidiano, fatto di impegno per sostenere le federazioni, le associazioni sportive e per raccontare i protagonisti di tutti gli sport. E, soprattutto, per diffondere la cultura e i valori dello sport tra i giovani, facendoli incontrare nelle scuole con tanti campioni”.

Ecco, a proposito, per i ragazzi la connessione tra sport e scuola dovrebbe essere prioritaria, come si impegna Stelle nello Sport in questo senso?
“È fondamentale. In questo senso il progetto Orientamenti di Regione Liguria è molto importante, giusto la scorsa settimana abbiamo portato all’evento tre grandi campioni: Filippo Magnini, uno dei più grandi nuotatori italiani della storia, Linda Cerruti, una delle nuotatrici artistiche più vincenti in assoluto e Giovanbattista Venditti, team manager della Nazionale italiana di rugby. Loro hanno spiegato ai ragazzi come sport e scuola siano due binari che possono, devono, andare in parallelo. Lo sport non toglie spazio alla scuola né viceversa, anzi. Vogliamo spiegare ai ragazzi come fare sport sia fondamentale, non solo per diventare dei campioni, ma per acquisire capacità e doti che gli saranno utili nella vita. Questo è uno dei nostri obiettivi più importanti: solo quest’anno tra tutti gli eventi abbiamo coinvolto diciottomila studenti”.

Una delle grandi manifestazioni all’interno di Stelle nello Sport è la Festa dello Sport: che evento è?
“La Festa dello Sport è l’emblema del gioco di squadra, il più grande valore che lo sport mi abbia mai insegnato. Proprio grazie al gioco di squadra tra Stelle nello Sport e Porto Antico di Genova abbiamo costruito questo evento, che è uno degli appuntamenti più partecipati in assoluto in Liguria. Si svolge a maggio al Porto Antico, e quest’anno ha visto l’affluenza di centoquarantamila persone in tre giorni. Siamo riusciti a far provare oltre cento discipline a circa quarantamila ragazzi, un traguardo eccezionale. Alcune cose ci rendono orgogliosi: un ragazzo di nome Abramo Canka venne alla Festa dello Sport nel 2009, non aveva mai preso in mano una palla da basket, fece due tiri a canestro e uno dei supervisori dell’area basket gli consigliò di giocare. Insomma, oggi questo ragazzo è negli Stati Uniti nella NCAA con prospettive di entrare in NBA. Si tratta di un caso eclatante, ma è proprio questo uno degli obiettivi della Festa. Là fuori c’è lo sport che fa per noi, basta cercarlo, e la Festa è l’occasione perfetta per trovarlo. Inoltre, oggi i ragazzi hanno molte più distrazioni rispetto a qualche tempo fa e noi dobbiamo evitare ad ogni costo che abbandonino l’attività sportiva. Si dice sempre che lo sport sia il miglior investimento sulla salute, poi però questo va messo in pratica. I ragazzi vanno avvicinati e trattenuti nel mondo sportivo, anche perché lo sport è una grande occasione di socializzazione e di crescita. Le migliori amicizie sono quelle che nascono nell’ambiente sportivo, sono quelle che rimangono per una vita intera".  

Il 2024 è stato anno di Olimpiadi, e all’interno della Festa dello Sport è compreso l’atto finale dell’Olimpiade delle Scuole, un altro progetto per rafforzare il binomio sport e scuola.
“La Festa dello Sport diventa il terminale di tante altre attività: il percorso fatto con le scuole termina proprio alla Festa con l’Olimpiade delle Scuole. L’Olimpiade ha permesso a 2100 studenti di cimentarsi in tantissime discipline, culminate con una medaglia per tutti. È infatti lo spirito di partecipazione che vogliamo far emergere, c’è sì la competitività, ma soprattutto divertimento, partecipazione e avvicinamento allo sport”.

Tra i valori che lo sport veicola uno dei più importanti è l’inclusione: in questo senso, lo SportAbilityDay è un altro evento fondamentale…
“Lo SportAbilityDay è magico. È un evento che nasce insieme a Francesco Bocciardo, uno dei più grandi campioni della storia paralimpica ligure. Lo premiammo al Galà del 2012 quando era un ragazzino e non sapeva nemmeno che sarebbe andato ai Giochi di Londra. Francesco ci ha fatto uno tra i complimenti più belli: ci disse che il bello di Stelle nello Sport è che non fa distinzioni. Mette tutti sullo stesso piano, i premi al Galà non prevedono categorie tra sportivi senza o con disabilità. Francesco quindi si impegna al nostro fianco, e nel 2020 ci è venuta l’idea dello SportAbilityDay. La Festa dello Sport è già una festa inclusiva, ma volevamo realizzare un evento dedicato ai ragazzi con qualsiasi disabilità per avvicinare anche loro alle attività sportive. Lo sport, come dice Francesco, è la chiave per ogni ragazzo che ha una disabilità per approcciarsi alla vita. Quindi su queste basi nasce SportAbilityDay, che in soli quattro anni è diventato qualcosa di grande. Quest’anno abbiamo fatto fare sport a più di mille ragazzi alla Sciorba, in un villaggio senza barriere e in cui avevamo a disposizione il campo, la piscina, la pista… L’obiettivo anche qui è il medesimo, avvicinare i ragazzi allo sport dandogli la possibilità di fargliene provare tantissimi. L’edizione di quest’anno è stata bellissima, ma noi puntiamo a crescere ancora”. 

Federico Traverso