Liceali che diventano guide per i compagni e le compagne delle classi inferiori, ciceroni all’interno del Museo del Risorgimento per raccontare il Canto degli Italiani anche grazie a installazioni immersive e intelligenza artificiale.
Genova città dell’Inno Nazionale parte dai più giovani e dalle più giovani grazie alle iniziative volute dalla presidenza del consiglio comunale, per raccontare la storia di Goffredo Mameli e Michele Novaro, ma anche per scoprire uno degli innumerevoli tesori della città, Casa Mazzini.
Grazie a un percorso di PCTO patrocinato dall'Università di Genova e dall'Ufficio Scolastico regionale, ventisei studenti e studentesse dei licei delle Scienze Umane Piero Gobetti, dello Scientifico Martin Luther King e del Liceo delle Scienze Umane Sandro Pertini hanno potuto prendere parte a un percorso di formazione di carattere storico condotto da Massimo Angelini, storico e curatore del Museo del Risorgimento, contestualizzando l’Inno Nazionale. A questo si è poi affiancato un aspetto innovativo grazie all’Intelligenza Artificiale guidato da Clio Flego del DIBRIS (Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi) dell’Università di Genova. Ancora, i ragazzi e le ragazze coinvolti hanno potuto ricevere una formazione di carattere musicale con un focus sull’Ottocento grazie al contributo di Michele D’Andrea.
È iniziato così un vero peer to peer learning, una divulgazione dei ragazzi per i ragazzi dove, durante il percorso si incontra una stanza immersiva dove le parole dell’Inno che prendono vita diventando immagini realizzate dall’algoritmo senza intervento umano.
Mattia De Caroli del liceo Pertini, uno dei ventisei studenti coinvolti nel progetto, racconta: “Siamo partiti dalla collocazione del Museo del Risorgimento di Genova, molto importante anche a livello storico. All’interno si trovano una serie direzioni che raccontano i diversi avvenimenti che si sono succeduti negli anni, come la prima sezione dedicata a Goffredo Mameli, o quella dedicata a Garibaldi, arrivando poi alla sezione che riprende i temi della Grande Guerra. Qui si trovano diversi documenti, armi e illustrazioni di soldati che hanno preso parte al conflitto”.
“Grazie a questa esperienza - racconta Aurora Aiseni del Liceo Gobetti - sono riuscita a conoscere meglio la storia dell’Italia e la lotta affrontata per ottenere l’indipendenza. Come nuove generazioni, sentiamo il dovere di apprendere l’inno e di tramandarlo, appartiene alla nostra tradizione”.
A colpire Sofia Crosa, anche lei del Liceo Gobetti, è stata la giovane età dei patrioti: “Attraverso le loro azioni hanno cambiato il corso della storia e lo hanno fatto da molto giovani”.
A coinvolgere maggiormente è senza dubbio la stanza immersiva che, al suo interno, custodisce il manoscritto di Mameli: “Interagire in maniera attiva - continua la studentessa - credo sia fondamentale perché permette di vedere la storia da un punto di vista più quotidiano, facendo anche un confronto con la realtà odierna e questo è più appassionante”.
Il Canto degli Italiani diventa così occasione per riscoprire le radici comuni grazie anche a un importante lavoro in sinergia che ha visto coinvolte le istituzioni, il museo e l’Università.
Carmelo Cassibba, presidente del Consiglio Comunale, spiega: “Abbiamo preso spunto dall’Inno per creare questo progetto e questo connubio tra istituzioni, scuola, museo del Risorgimento, Università e aziende che si occupano di nuove tecnologie, che sono quelle che hanno dato la possibilità di comunicare con un linguaggio nuovo con i giovani, che sono i veri protagonisti di questo progetto. Sono stati loro stessi, in un percorso di alternanza scuola - lavoro, a comunicare con i loro stessi coetanei i valori dell’inno ma anche la conoscenza culturale di Genova, culla del Risorgimento, insieme a quelli di un percorso di educazione civica che. Credo possa far crescere questi ragazzi”.
Sono stati oltre seicento i giovani coinvolti, tra studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo grado e delle scuole superiori, permettendo la riscoperta di uno dei luoghi simbolo della Genova dell’Ottocento: “Questo museo - racconta Andreana Serra, Responsabile del Polo Storiate Memoria Cittadina, Direzione Politiche Culturali, Musei del Comune di Genova - è uno dei luoghi della memoria, da cui non si può prescindere nel ricostruire il percorso dell’Unità Nazionale. Qui è nato Mazzini e intorno a questo sacrario Mazziniano è stata raccolta una grandissima quantità di materiale che riguarda il nostro Risorgimento facendone uno dei più grandi archivi nazionali di manoscritti risorgimentali, una grandissima quantità di cimeli molto improntati, tra cui il manoscritto originale di Mameli”.
E proprio Serra racconta la storia particolare di questo manoscritto: “Si tratta del primo manoscritto dell’Inno che ci è arrivato all’interno di un taccuino dove si trovavano tantissimi appunti di Mameli. Questo è un elemento importante per comprendere la nascita e la formazione del Canto degli Italiani che ha avuto il suo riconoscimento solamente nel 2017”.
A proposito degli studenti e studentesse come novelle guide del museo, Serra aggiunge: “Spero di continuare a reiterare questo modello, vedere questi ragazzi che si sono impegnati, si sono messi in gioco, è stata la gioia più grande. Mazzini non sempre è una figura ‘friendly’ ma gli studenti si sono impegnati per rivisitare questi concetti e raccontarli ai loro colleghi”.
GENOVA NELL’OTTOCENTO - UNA PICCOLA ANTICIPAZIONE
Il 2025 per Genova sarà l’anno dedicato all’Ottocento, un periodo di forti cambiamenti per la città a cominciare da quelli urbanistici ma un ampio spazio sarà dedicato al Risorgimento.
A proposito, Andreana Serra lancia qualche piccola anticipazione: “Abbiamo in mente varie iniziative, una di queste parte proprio da questo progetto ed è la strutturazione di un percorso musicale all'interno del museo che abbia come centro questa stanza immersiva che verrà un pochettino rivisitata grazie a un finanziamento di Fondazione Banca Carige e quindi questo è già un primo punto. Stiamo riallestendo le stanze mazziniane così da creare un ambiente che raccolga e restituisca anche emotivamente il fatto che quella era una dimora vissuta da Mazzini, anchese qui c’è stato appena quattro anni perché è stato estradato. Tuttavia la ricostruzione dell'ambiente genovese, dell'incipit del suo percorso filosofico, politico, di pensiero, di rivoluzione, di rivoluzionario è partito da qui e quindi noi vogliamo porre l'accento su questo”.
Diversi saranno poi i concerti e le manifestazioni culturali che coinvolgeranno l’Oratorio di San Filippo che, come ricorda Serra “è un luogo da cui parte il cammino di libertà della nostra città”.
GENOVA CITTÀ DELL’INNO NAZIONALE
A chiudere queste iniziative, il convegno finale "Genova città dell'Inno nazionale. Alla Scoperta del Canto degli Italiani. Goffredo Mameli e Michele Novaro: genesi di un simbolo", in programma mercoledì 27 novembre nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a partire dalle 9.30.
Interverranno: la Prof.ssa Gabriella Airaldi, Storica, Accademia di Scienze e Lettere con un contributo atto ad approfondire le circostanze in cui è nato l'Inno di Mameli e di Novaro e l'importanza di Genova come culla del Risorgimento e patria dell'Inno, il Dott. Eugenio Garoglio, Ph.D in Storia Moderna presso Università del Piemonte Orientale, che approfondirà le tecniche di combattimento nell'800 e il Dott. Michele D'Andrea, divulgatore storico, che condividerà un video delle fasi dello studio attualmente in corso sul volto di Mameli. Ricerca, condotta dal Prof. Francesco Maria Galassi, medico e paleopatologo dell'Università di Bologna, che mira a svelare il vero aspetto del giovane Goffredo. A concludere il convegno, la rappresentazione de "L'Inno Svelato", piece teatrale curata dal Dott. D'Andrea, arricchita da performance coreutiche delle ragazze del liceo Piero Gobetti, mentre i ragazzi e le ragazze del liceo Sandro Pertini intoneranno, in chiusura, la prima partitura de Il Canto degli Italiani.