Attualità - 22 novembre 2024, 08:00

L'artigianato che resiste e non si arrende. In via Colombo riapre il negozio dei paralumi

Dopo anni nel mondo della moda e in giro per il mondo, Nicoletta Pareschi ha deciso di tornare a casa e di portare avanti una sorta di tradizione di famiglia. Cresciuta tra colle e passamanerie, ha dato vita a un laboratorio dove il tempo rallenta

C’è un che di affascinante, quasi mistico, nel rispolverare gli oggetti del passato e ricucire trame, mescolare stili e materiali, creando così qualcosa di unico che dà loro nuova vita.

Questo carisma, un’essenza quasi antica, si incontra nella piccola boutique di Nicoletta Pareschi, un angolo in cui il tempo pare scorrere diversamente e la luce, di certo, non manca.

Nicoletta, dopo anni in giro per l’Italia, ha scelto di ritornare nella sua Genova portando avanti quella che, in un certo senso, è una tradizione di famiglia, quella dei paralumi.

In via Colombo, a pochi passi da via San Vincenzo dove la sua famiglia ha lavorato per anni nel celebre Bruno Paralumi e dove lei stessa è cresciuta, tra passamanerie, colle e stoffe, Nicoletta ha scelto di aprire il suo nuovo laboratorio in cui far coesistere dedizione, cura e creatività per dare via a pezzi unici frutto di un paziente lavoro che si può definire ‘sartoriale’.

Tutto inizia negli anni Sessanta quando il papà di Nicoletta, rappresentante di lampadari, fece un incontro fondamentale, quello con Vittorio Bruno, titolare del celebre negozio di via San Vincenzo. Dall’incontro alla collaborazione, il passo fu breve e nel giro di pochi anni accanto a Bruno si ritrovarono i genitori di Nicoletta: “Bruno era il pioniere di questa attività - racconta - forse, addirittura prima di lui ci sono stati i suoi predecessori. Sono stati lui e la moglie a fondare l’attività”.

Con il tempo, poi, accanto ai signori Pareschi, sono arrivati anche la figlia di Vittorio e suo marito: “Sono stati loro, assieme alla mia mamma e al mio papà, a portare avanti il negozio per tanti anni. Io, in mezzo a quelle stoffe, ci sono nata e cresciuta. Colle, passamanerie, anche gli odori come quello della polvere per me erano tutte cose familiari. Era la mia piccola sala giochi da bambina e mentre mia mamma lavorava io mi divertivo a sperimentare”.

La creatività a Nicoletta non è certo mai mancata, tanto che ha deciso di seguire la sua passione e dopo aver frequentato la Marangoni a Milano, ha trascorso ventotto anni nel mondo della moda, lavorando per grandi marchi, insegnando e viaggiando per il mondo. 

Ma, come spesso accade, le radici chiamano: “Ci sono molti punti in comune tra il lavoro di stilista e quello dell’artigiana che sto intraprendendo. Tessuti, tendenze, colori, il gusto del bello. Sono tutti elementi che fanno parte del mio percorso e che si stanno adattando quasi naturalmente a questa nuova avventura”.

Delle tante stoffe e delle preziose passamanerie, regali della mamma e della signora Editta, figlia dei fondatori, Nicoletta ha sentito il bisogno di dare loro nuova vita: “Ho sentito il bisogno di dare loro una seconda possibilità, di restituire quella pagina che rischiava di andare perduta”.

Il mio mestiere mi ha portato a viaggiare veramente tanto - continua - e ho potuto raccogliere pezzi anche antichi. Ho portato avanti anche la mia grande passione di andare per mercatini, di recuperare il vecchio, di ridare una seconda chance alle cose. Questi oggetti raccontano una storia, sono pieni di dedizione, amore e buon auspicio, soprattutto quando si tratta di tessuti che hanno fatto parte di corredi”.

Nicoletta parla con entusiasmo di ogni singolo pezzo che crea. Paralumi cuciti a mano, tessuti antichi e oggetti restaurati con cura: “Per fare una cupola possono volerci due giorni e mezzo. Si tratta quindi di lavori lunghi in cui bisogna metterci molta dedizione. Al giorno d’oggi tutto è così veloce che a volte attendere per ottenere un prodotto finito sembra una perdita di tempo. Oggi corriamo troppo e si è perso il piacere di creare qualcosa con calma, di far si che le cose acquistino ‘gusto’, proprio come accade per il ragù che deve cuocere per giorni”.

Effettivamente, a guardarsi attorno, ciò che si mostra nel suo laboratorio racconta proprio una sorta di filosofia del tempo ritrovato, che si unisce a un forte senso di familiarità e di accoglienza.

La mia idea è quella di realizzare delle collezioni di paralumi e la prima, dopo l’inaugurazione di sabato 30 novembre, sarà quella dedicata al Natale - aggiunge Nicoletta - Mi piacerebbe seguire le stagioni riallestendo di volta il volta il laboratorio e mettendo in risalto le caratteristiche delle creazioni, legate ai temi”.

L’immaginazione di Nicoletta viaggia verso un desiderio futuro: immaginare il suo spazio come un salotto, un luogo dove le persone possano venire anche per condividere idee e passioni, magari per realizzare insieme un paralume su misura: “Vorrei poter offrire una tisana, parlare con calma, conoscere le storie di chi chiede una realizzazione ad hoc. Ogni creazione nasce da un racconto, da un momento condiviso”.

Per me, ogni pezzo deve raccontare una storia. Anche i piccoli difetti, le imperfezioni, sono parte della sua bellezza. È quello che rende unico un oggetto”.

E parlando di unicità, Nicoletta mostra il suo pezzo più particolare: una ventola realizzata partendo da un telo dipinto a mano dalle suore di clausura acquistato a Ravenna. “Al centro, il bellissimo stemma mariano aveva una potenza unica con questi azzurri  e giallo oro, con dei gigli bianchi. Lavorare questo tessuto è stato molto emozionante perché era qualcosa di prezioso e irriproducibile”.

Così, lavorando perché ogni pezzo possa trovare una proprietà capace di apprezzarne la storia e il significato, portando gioia e pienezza delle vite di chi lo acquista, Nicoletta Pareschi continua a disegnare con la luce, quella sì dei suoi lumi, ma soprattutto quella donata dalle emozioni e dal calore della storia che prosegue.