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Politica | 19 novembre 2024, 13:44

Regione, Andrea Orlando spara a zero sulla giunta Bucci: “Pastrocchio misogino”

In attesa di sciogliere la riserva sulla sua presenza o meno in consiglio, il candidato presidente del centrosinistra parla di “orpelli” e punta il dito sulla mancanza di donne nella squadra di governo del centrodestra

Regione, Andrea Orlando spara a zero sulla giunta Bucci: “Pastrocchio misogino”

Dopo quasi ventiquattro ore di silenzio Andrea Orlando ha scelto le pagine dei social per dire la propria sulla giunta regionale del presidente Marco Bucci. E non ha fatto giri di parole definendola composta da “orpelli” e “un pastrocchio misogino”. Augurando poi (non si sa quando ironicamente) “a tutti buon lavoro”.

Il riferimento di Orlando è chiaro, va a puntare lì dove già molti rappresentanti dell’opposizione hanno già colpito: nella giunta Bucci (e anche tra i consulenti della Sanità) c’è una sola donna, Simona Ferro (FdI), tra l’altro riciclata dalla precedente amministrazione Toti.
Un tema uscito più volte anche durante la presentazione in Sala Trasparenza e che ha trovato solamente risposte balbettate tra risolini di imbarazzo e poco più. Nessuno spazio al femminile, quindi, nemmeno tra quegli assessori che Bucci ha potuto scegliere tra i non eletti e che, quindi, erano esclusivamente determinati dalla sua discrezione. E saranno poche anche le donne in consiglio: sette.

Orlando, intanto, non ha ancora detto una parola in merito al suo futuro: accetterà il ruolo di leader dell’opposizione in consiglio regionale, lasciando il posto da parlamentare Pd, o preferirà tornare a Roma?
Una decisione alla quale sono appesi anche Alberto Pandolfo, consigliere comunale di Genova pronto a diventare deputato qualora Orlando scegliesse l’opzione ligure, e la strana coppia formata da Cristina Lodi (Azione) e Giorgio Cangiano (Pd), i due in ballottaggio per sostituire Orlando in Regione qualora prevalesse la strada romana.
Intanto si avvicina la data del primo consiglio regionale dell’era Bucci (è in calendario il 26 novembre alle 11) e la rosa dell’opposizione deve ancora essere definita.

Pietro Zampedroni


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