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Meraviglie e leggende di Genova | 17 novembre 2024, 08:00

Meraviglie e leggende di Genova - Le ‘Lavatrici’ di Pra’

Un complesso residenziale popolare degli anni '80, criticato per il suo aspetto e la sua storia controversa, si rivela un simbolo di un'epoca e di un'Italia in trasformazione

Meraviglie e leggende di Genova - Le ‘Lavatrici’ di Pra’

Che le si osservi dall’autostrada, transitando in direzione levante, o che le si noti dalle pendici della collina di Pra’, le ‘Lavatrici’ sono diventate un vero e proprio punto di riferimento visivo nel panorama del ponente genovese.

Eppure complesso residenziale, nato negli anni Ottanta, che sin da subito ha attirato su di sé critiche poco lusinghiere, nasconde un progetto dal potenziale rimasto probabilmente inespresso.

A firmare il disegno di questi oltre trecentosettanta appartamenti popolari, nati per rispondere alla crisi abitativa che Genova ha attraversato quarant’anni fa, è stato Aldo Luigi Rizzo.

Rizzo, influenzato quasi certamente dalle Torri a Capsule di Nakagin a Tokyo di Kisho Kurokawa negli anni ’70, con cui era entrato in contatto proprio in quel periodo, aveva immaginato degli appartamenti prefabbricati che seguivano il digradare del pendio dando origine a quello che era denominato ufficialmente ‘Pegli 3’, come voluto dal Piano di Zona.

A caratterizzare le costruzioni del quartiere di San Pietro sono però le lastre di cemento con al centro un cerchio, detto frangisole, sistemate nella parte bassa del complesso, che concludono i cortili di alcuni appartamenti.

Questa caratteristica ha portato al soprannome con cui questo complesso è conosciuto da tutti che le rende a colpo d’occhio simili a un’infilata di lavatrici una accanto all’altra.

Sin da subito, le ‘Lavatrici’ hanno manifestato una serie di problemi strutturali e di manutenzione: le case, costruite con materiali scadenti, all’interno presentavano porte di cartone pressato, piastrelle non saldamente fissate e infiltrazioni d’acqua; ancora, le segnalazioni di ascensori rotti erano all’ordine del giorno e tante altre magagne non hanno mancato di scandire la vita dei residenti.

Difficile anche la gestione degli spazi commerciali pensati a livello strada, rimasti in stato di abbandono.

Nonostante questo, le ‘Lavatrici’ rappresentano un pezzo di storia della città.

Anche se è difficile tollerarlo, la costruzione che non di rado è stata definita ecomostro racconta dell’urbanizzazione degli anni Ottanta, dei progetti nati per rispondere a situazioni difficili con cui, in passato, nessuno si era mai dovuto misurare.

Interventi di efficientamento energetico, piani di colore e attività da parte dei comitati di cittadini sono tutti votati alla riqualificazione alla riabilitazione di un progetto e di uno spazio per dargli il giusto riconoscimento.

Isabella Rizzitano

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