Ormai la strategia del presidente Marco Bucci per sciogliere il nodo giunta sembra chiara: iniziare con sette assessori e, poi, puntare sull’allargamento a nove per includere anche i territori (il Savonese) o i partiti che rimarranno fuori dal primo giro di nomine.
Tra circa 24 ore tutti i dubbi saranno fugati con l’annuncio della nuova squadra di governo che dovrebbe arrivare nel pomeriggio di domani, presumibilmente alle 18. Ma, stando ai rumors, il quadro sembra essere già chiaro.
Bucci dovrebbe optare per Luca Lombardi (FdI), Marco Scajola (FI) dalla provincia di Imperia, con la possibile aggiunta di Alessandro Piana (Lega), Simona Ferro (FdI), Alessio Piana (Lega) e Massimo Nicolò (civico) dalla provincia di Genova e Giacomo Giampedrone (Vince Liguria) dallo Spezzino. Qualcuno ipotizza anche un possibile colpo di coda di Stefano Mai (Lega) dalla provincia di Savona ma, come detto, è probabile che se ne parli in caso dell’auspicato ampliamento a nove assessori richiesto dalle Regioni a Governo e Parlamento.
Sarebbero due, quindi, i grandi penalizzati nella prima giunta Bucci: i civici e gli eletti. Qualora le voci venissero confermate, infatti, in giunta salirà solamente un esponente (Giampedrone) di quella ‘gamba’ civica della quale Bucci è sempre stato fiero rappresentante e che per nove anni ha governato la regione con Giovanni Toti e i suoi ‘arancioni’. Il resto finirebbe tutto in mano ai partiti, compresa la presidenza del consiglio regionale, saldamente nelle mani di Stefano Balleari (FdI) e il ruolo di segretario, con Angelo Vaccarezza (FI) principale indiziato.
Risulta evidente che i partiti non hanno fatto un passo indietro sulle loro richieste, ottenendo la quasi totalità dei posti di comando a discapito di quel civismo tanto sbandierato in campagna elettorale da parte dello stesso candidato presidente. Solo un posto, tra l’altro per un totiano di ferro come Giampedrone.
Come risulta altrettanto evidente che, stando così le cose, sia ampio lo spazio per chi non è stato scelto alle urne. Se dovesse andare in porto l’operazione Mai, su sette assessori solo quattro sarebbero frutto della scelta alle urne (Lombardi, i due Piana, Scajola e Ferro sono infatti stati eletti consiglieri), mentre tre sarebbero scelti direttamente dal presidente (Giampedrone, Nicolò e Mai).
Comunque un passo avanti rispetto al suo predecessore Giovanni Toti che nel 2020 optò per tre assessori scelti tra gli eletti (Alessandro Piana, Marco Scajola e Giacomo Giampedrone) e quattro non eletti (Andrea Benvenuti, Angelo Gratarola, Simona Ferro e Augusto Sartori). Benvenuti, poi, fu sostituito in corso d’opera con un consigliere eletto, Alessio Piana.