Attualità - 15 novembre 2024, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - Le straordinarie volte dorate di palazzo Tobia Pallavicino

Oggi sede della Camera di Commercio di Genova, l’edificio fatto costruire dal facoltoso commerciante di allume ha attraversato i secoli mantenendo intatto il suo fascino

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!

La parte iniziale di via Garibaldi, quella più prossima a piazza Fontane Marose, è la parte più antica della strada. Qui, infatti, iniziarono i lavori per la realizzazione della ‘Strada Nuova’ e, parallelamente, iniziò la costruzione delle magnifiche dimore delle famiglie genovesi.

Tra chi ha potuto commissionare l’edificazione di uno straordinario palazzo, certo non senza risparmiare, figura anche Tobia Pallavicino.

Tobia, facoltoso commerciante di allume, nel 1558 commissionò a Giovani Battista Castello, detto il Bergamasco, la costruzione della sua dimora. Tra i due i rapporti erano in essere da qualche tempo. Fu infatti proprio l’architetto bergamasco a costruire Villa delle Peschiere.

Tre anni più tardi, i lavori furono conclusi: il Bergamasco, complice anche la sua formazione romana, qui propose le ultime tendenze architettoniche e decorative che aveva avuto modo di vedere. 

Il risultato fu un palazzo dal prospetto chiaro, la cui facciata si caratterizzava per il rivestimento a bugnato con Pietra di Finale al piano terreno.

Originariamente, il palazzo all’eterno era uno spazio cubico, suddiviso in due piani, con i giardini sul retro e certo non. Mancavano secchi e decorazioni in cui, ancora oggi, si notano fortissime le influenze romane.

Nel 1704 il palazzo passò di proprietà e la famiglia Carrega decise di intraprendere una serie di lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’edificio. Il giardino venne trasformato in un cortile interno e il palazzo fu dotato di un piano in più con conseguenti ampie modifiche alla facciata principale.

Proprio a questo periodo risalgono due capolavori del tardo Barocco genovese: la Cappella e la Galleria Dorata, opere di Lorenzo De Ferrari.

La prima, un piccolo ambiente intimo, venne pensata per esaltare la Madonna con Bambino di Pierre Puget (oggi sostituita da una copia) grazie agli stratagemmi prospettici dei trmpe-l’œil che alterano la percezione dello spazio.

La Galleria Dorata, spesso visitabile, invece è un trionfo di ori e giochi d’illusione che la rendono a buon titolo uno degli esempi più significativi del gusto Rococò a Genova.

Una serie di specchi gioca con la luce e il colore creando un gioco di rimbalzi in cui l’occhio si perde in cerca di dettagli ritrovandosi al cospetto di una scenografia magnifica.

Qui si incontra l’affresco ispirato alle Storie di Enea, una celebrazione della famiglia Carrega.

Dopo essere passato alla famiglia Cataldi nel 1830, il palazzo fu infine acquistato dalla Camera di Commercio nel 1922, che ne è ancora oggi proprietaria. L'edificio, scampato alla frammentazione proprio grazie all'intervento della Camera di Commercio, è stato sottoposto a numerosi restauri, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale la Galleria Dorata subì danni a causa di un bombardamento.