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Attualità | 13 novembre 2024, 08:00

L’occupazione costa cara agli studenti del “Pertini”: dovranno pagare un conto da oltre ventiseimila euro per danneggiamenti

Sanitari rotti, pareti imbrattate e attrezzature danneggiate saranno ripagate dagli stessi ragazzi e ragazze. Il dirigente scolastico Cavanna: “La scuola non può pagare, non è responsabile”

L’occupazione costa cara agli studenti del “Pertini”: dovranno pagare un conto da oltre ventiseimila euro per danneggiamenti

Conto salato per l’occupazione studentesca per gli studenti del liceo Pertini di Genova. Alcuni dei ragazzi iscritti all’istituto scolastico si sono visti recapitare nelle scorse settimane delle multe per un totale di oltre ventiseimila euro (per la precisione 26.264,03) a seguito dell'occupazione della scuola avvenuta lo scorso aprile. I danni causati all'arredamento scolastico durante la protesta, come sanitari rotti, pareti imbrattate e attrezzature danneggiate, sono stati quantificati in questa cospicua somma, da pagare dagli studenti direttamente coinvolti, e verosimilmente, quindi, dalle loro famiglie.

A denunciare la vicenda è stato il Collettivo Pertini, che raggruppa gli studenti, e a confermarla è il dirigente scolastico Alessandro Cavanna. “Gli studenti hanno fatto i danneggiamenti, e gli studenti dovranno pagare i danni. Mi sembra un discorso tanto semplice quanto lineare, non c’è niente altro da dire. Non è che può essere la scuola a pagare questo conto, visto che non ne è la responsabile”, ha dichiarato senza mezzi termini il dirigente, sottolineando che la scuola non può farsi carico di questi costi.

A calcolare gli importi sono stati alcuni professionisti: “Sono state fatte delle perizie da parte dei tecnici, non è certamente una cifra che ci siamo inventati. I danneggiamenti? Sono stati rotti alcuni sanitari, alcuni maniglioni antipanico, alcuni attrezzi della palestra. Sono stati imbrattati i muri, danneggiati banchi e sedie. Abbiamo individuato i responsabili di questo periodo di occupazione e a loro abbiamo presentato il conto. Si erano impegnati a presidiare l’ingresso della scuola, e invece ci risulta che sia entrato e uscito chiunque. Così abbiamo fatto partire le raccomandate. Di quello che succederà ora, non voglio sapere. La nostra parte come scuola la abbiamo fatta e non avevamo altra scelta”.

Il Collettivo Pertini, tramite i canali social, ha sottolineato che “Questi provvedimenti, nell’ambito delle occupazioni genovesi dello scorso anno, sono stati presi solo ed esclusivamente dal nostro istituto, dopo che il dirigente è sempre voluto apparire come una persona aperta al dialogo e al confronto”. Inoltre, spiegano, “è stato richiesto di pagare entro e non oltre trenta giorni dalla ricezione della raccomandata. Inoltre, a ogni studente è stata richiesta una cifra differente senza un apparente criterio. Se qualcuno ha ricevuto o riceverà chiamate, si rivolga direttamente a noi, che ci stiamo già attivando per comprendere la gravità della situazione”.

L'occupazione del Pertini, durata diversi giorni, era nata dalla volontà degli studenti di esprimere il proprio dissenso su diverse tematiche, tra cui la situazione in Palestina, gli interventi delle forze dell'ordine contro le manifestazioni studentesche, il progetto "Sentinelle in classe" e il sistema Pcto.

Chiara Orsetti

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