Attualità - 13 novembre 2024, 11:43

Genova trova un alleato illustre nella sua lotta alle key box: nel centro storico di Firenze saranno vietate dal 2025

Le cassette con codice, simbolo degli affitti brevi, sono entrate nella narrazione politica di Palazzo Tursi come “una pratica da evitare”, mentre nel capoluogo toscano è stato varato un regolamento in dieci punti per salvare il centro storico dall’invasione di vacanzieri

Poteva essere una battaglia solitaria e, invece, Genova scopre di avere un illustre alleato contro le key box, simbolo dell’overtourism e degli affitti brevi.
Mentre a Palazzo Tursi la questione è finita in mano alla politica, in quel di Firenze si è passati all’azione con un divieto pronto a entrare in azione nel 2025 per preservare un centro storico popolato di palazzi patrimonio Unesco.

Niente più ‘scatolette per le chiavi’ nel cuore del capoluogo toscano, un progetto concreto passato dalle carte bollate alla pratica con tanto di una sorta di cerotto a X a mo’ di divieto che l’associazione ‘Salviamo Firenze’ ha attaccato su centinaia di key box in giro per la città. Un gesto simbolico che si unisce a tutta una serie di provvedimenti (come silenziare i microfoni delle guide turistiche e fermare le piccole auto elettriche che portano in vacanzieri in giro per i vicoli) a difesa dei residenti, sempre più schiacciati da flussi turistici senza precedenti.

Si chiama ‘gentrificazione’ e si traduce in una trasformazione dei centri storici italiani in una sorta di villaggio vacanze, con ovvie conseguenze sui prezzi degli affitti e, più in generale, sui costi della vita.
Non si può e non si deve fermare il turismo, mercato cruciale per molte città italiane tra le quali Genova recita un ruolo di tutto rispetto, ma non si può nemmeno pensare che i centri storici diventino inaccessibili per chi da sempre ci vive o per chi vorrebbe cercare lì una casa, magari a prezzi più ragionevoli rispetto ai quartieri ‘bene’. E poi c’è chi pensa che le tanto odiate key box siano utilizzate dagli spacciatori per gli scambi di droga, ma lì si apre un altro mondo complicato e non sempre confermato dai fatti.

La ragionevole soluzione adottata in quel di Firenze è una regolamentazione delle case vacanza con un codice identificativo nazionale e campagne di comunicazione per rispettare la storia della città e la vita di tutti i giorni di chi ci abita. Il tutto in accordo con i principali portali web per la prenotazione di case con affitti brevi. L’amministrazione comunale di Firenze (che si appresta a ospitare il G7 del turismo) ha messo sul tavolo dieci punti per puntare a un turismo sostenibile che rispetti la città e i suoi abitanti.

Genova è ancora lontana, è ferma al botta e risposta in consiglio comunale tra chi, va detto, conosce ancora poco il tema e chi, invece, si sta battendo da tempo per proteggere il centro storico dall’invasione turistica. Certo è che l’esempio di Firenze ora può fare da traino in un percorso amministrativo che mira a evitare una concentrazione di key box che spesso si vede nei vicoli e che non contribuisce all’immagine della città vecchia, anche agli occhi degli stessi visitatori occasionali.

Key box, una pratica da evitare”, così si intitolava la proposta portata in consiglio comunale da Valter Pilloni, che ne ha anche sventolata una in aula per mostrarla pubblicamente. E forse, per essere contemporanei e non voltare le spalle a un mondo in continua evoluzione, sarebbe da rivedere con un “da regolamentare”.

Gli affitti brevi e, in generale, la sempre più massiccia presenza di turisti nel centro storico, stanno sensibilmente turbando il mercato della casa, con i residenti, in particolare i più giovani, che stanno facendo sempre più fatica nel trovare abitazioni in affitto a prezzi abbordabili. Semplicemente, i proprietari preferiscono optare per soluzioni maggiormente redditizie nel breve periodo, abbandonando l’affitto ‘classico’. Ed ecco che il centro storico si svuota per lasciare spazio ai vacanzieri. C’è poi, di riflesso, la questione del costo della vita. Con l’aumento dei turisti, anche i negozi stanno adeguando i loro prezzi al cliente ‘mordi e fuggi’, anche questo a scapito di chi, invece, tutti i giorni vive la città e compra per esigenza, non per piacere di portarsi via un ricordo senza badare troppo alla spesa.

È la cosiddetta ‘gentrificazione’: la trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni.