Mentre i media hanno lo sguardo fisso sulle manovre per la nascita della giunta Bucci, il mondo del centrosinistra prosegue silente nella sua analisi di una sconfitta destinata a lasciare cicatrici. Perdere contro un centrodestra ligure reduce da un’inchiesta senza precedenti è stata una ‘impresa’ non da poco, figlia di errori palesi e riconosciuti, come l’investitura tardiva di Andrea Orlando e un braccio di ferro interno mai celato tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, culminato con il siluramento (non indolore) di Italia Viva.
E mentre ora il ‘campo largo’ (o quello che ne rimane) lavora per le altre due regionali in Emilia-Romagna e Abruzzo, sullo sfondo ci sono le elezioni amministrative di Genova, un altro test cruciale per il mondo progressista che, però, potrebbe presentarsi alle urne diviso anche nel concreto e non solo sulla carta. I primi vagiti della scissione arrivano dalle ultime dinamiche interne al Movimento 5 Stelle, che sembra sempre più pronto a correre nuovamente da solo dopo l’alleanza con il Pd e con il mondo del centrosinistra.
Giuseppe Conte, reduce dalla batosta in Liguria e dal turbolento licenziamento di Beppe Grillo, cerca la riconferma alla guida del partito dall’assemblea costituente in programma il 23 e il 24 novembre, proprio un mese dopo le regionali che hanno visto i pentastellati ottenere un non certo entusiasmante 4,56%. Il Movimento non è mai stato forte alle amministrative e alle regionali, fatta eccezione per l’exploit in Sardegna con la vittoria di Alessandra Todde, ma pare non voglia più fare da scudiero del Partito Democratico per tornare a recitare il ruolo di ‘duro e puro’, equidistante dal centrodestra e dal centrosinistra. Vero è, per contro, che con i risultati attuali il partito che fu di Beppe Grillo ha ben poche possibilità di tornare a essere protagonista centrale della politica locale e nazionale, se non in alleanza con qualcuno che sappia trascinarlo nelle stanze dei bottoni.
Pare quindi che l’intenzione sia quella di mettere nero su bianco i valori e i punti cardine della filosofia pentastellata da sottoporre poi agli eventuali alleati. Una sorta di contratto firmato da Giuseppe Conte e da controfirmare se si vuole imbarcare il Movimento 5 Stelle in coalizione.
Ma, andando nel concreto, cosa farà il Movimento alle imminenti elezioni amministrative di Genova?
Per come stanno ora le cose, sembra che l’ipotesi più probabile sia quella di una corsa in solitaria, con un proprio candidato sindaco. D’altronde anche il neo consigliere regionale, Stefano Giordano, analizzando il risultato delle regionali ha detto chiaramente: “Il candidato migliore per la nostra comunità sarebbe stato un candidato del Movimento 5 Stelle”.
Una netta spaccatura nella città in cui il Movimento, però, parte dal 5,48% del 27 e 28 ottobre verso una strada a dir poco in salita, se si vuole evitare che la corsa in solitaria sia un boomerang per i 5 Stelle e, di conseguenza, per tutta l’area del centrosinistra.