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Attualità | 12 novembre 2024, 15:15

Chiusura Moody, decide la nuova società: i ventisei dipendenti saranno trasferiti nei locali in altre regioni

Maurizio Fiore, Segretario Filcams Genova: "Impugnati i trasferimenti coatti. Chiediamo differiti i tempi dei trasferimenti al 31 gennaio 2025"

Chiusura Moody, decide la nuova società: i ventisei dipendenti saranno trasferiti nei locali in altre regioni

Stamattina si è svolto l'incontro tra le organizzazioni sindacali di settore, l’Assessore Mascia e un rappresentante Aziendale sulla vertenza che coinvolge i dipendenti dello storico Moody, bar ristorante in Piccapietra. 

A seguito della riunione, che si sarebbe dovuta svolgere lo scorso 5 novembre ma che è stata rimandata per impossibilità dell'azienda, la società che ha acquisito l'attività dopo il fallimento della Qui Group, che fa capo ad una holding svizzera, ha deciso di non riaprire il locale e di conseguenza i ventisei dipendenti verranno trasferiti nei locali sparsi in altre regioni.

Durante l'incontro, la Filcams, oltre a rappresentare l’enorme condizione di difficoltà dei dipendenti Moody di Genova, ha chiesto di trovare un nuovo acquirente che possa da un lato occupare le maestranze e dall’altro ridare una prospettiva ad uno storico locale attivo nel cuore del centro città.

“In questi giorni la Filcams ha impugnato tutti i trasferimenti coatti e, al tavolo di oggi, abbiamo chiesto che vengano differiti i tempi dei trasferimenti al 31 gennaio 2025, l'azienda si è riservata di valutare la nostra richiesta in tempi rapidi e darci presto una risposta”, commenta Maurizio Fiore Segretario Filcams Genova

"Ho chiesto alla proprietà - dichiara l’assessore Mario Mascia al termine della riunione - di spostare la dead line dei trasferimenti al 15 gennaio, e ho ricevuto l’impegno di portare questa proposta al vaglio del cda dell’azienda. Ci siamo fatti portavoce del disagio che questi lavoratori provano di fronte alla prospettiva di dover fare i bagagli in tempo così ristretti e doversi recare a lavorare fuori Genova e lontano dalla quotidianità dei loro rapporti familiari pur di preservare il loro posto di lavoro. La scelta di fissare al 15 novembre il termine unico per i trasferimenti, anche se comunicata un mese prima nel rispetto dei contratti collettivi, merita senz'altro un ripensamento nel rispetto della dignità stessa dei lavoratori. Ho chiesto quindi un differimento al 15 gennaio, sia per dare una boccata d'ossigeno ai lavoratori, sia per dare a noi la possibilità di sollecitare l’interesse di possibili nuovi investitori, con gli strumenti che il Comune di Genova ha messo in campo in questi anni, come la Genoa business Unit e trovare una soluzione che innanzitutto salvaguardi i posti di lavoro sul territorio".

L’assessore Mario Mascia si è poi fermato fuori da palazzo Tursi con una delegazione di lavoratori, venuti a manifestare davanti al Comune, per portare la sua solidarietà e metterli al corrente dell’incontro avvenuto con la proprietà.



 

Redazione

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