Un corteo lungo e rumoroso per chiedere spazi adatti alle attività e per far sentire la propria voce all’interno di un modello di città che “opera per mostrarsi accattivante per le prossime speculazioni e favoritismi ai soliti noti”.
Così i manifestanti e le manifestanti che si sono ritrovati in piazza Caricamento questo pomeriggio per dar vita alla ‘Street parade della città di sotto’.
Una manifestazione nata per chiedere attenzione alla città di tutti e tutte e per sottolineare le difficoltà che il centro sociale, sgomberato lo scorso luglio, si trova ad affrontare.
Sin dall’intervento delle forze dell’ordine all’interno dell’ex Magistero di corso Montegrappa, tantissimi si erano mossi a favore delle attività del Buridda e perché si potesse trovare in tempi rapidi una nuova sistemazione.
“Dallo sgombero avvenuto il 30 luglio - si legge in un comunicato diffuso nei giorni scorsi - non ci siamo fermat*, consc* fin dal principio delle proposte inesistenti arrivate dalla giunta comunale e dalla quale aspettiamo, da oltre un mese, l’individuazione di uno spazio per le attività del LSOA BURIDDA. Abbiamo continuato a percorrere le strade insieme a tutte le realtà del territorio genovese, costruendo assemblee che portassero la città di sotto a confrontarsi con l’obiettivo di contrastare la continua depredazione di spazi da parte della turistificazione selvaggia. Abbiamo contribuito al dibattito verso una confederazione delle comunità resistenti che continuano a lottare non solo nella nostra città ma anche in altre come Milano, Roma, Bologna Atene etc. Ci stiamo confrontando per lottare tutti e tutte insieme per costruire momenti di analisi della nuova arma repressiva che costituirà il DL1660 e capire come contrastarla. Le recenti elezioni regionali, per lo più disertate dai cittadini, di fronte al farfugliare dell’opposizione hanno confermato la vecchia maggioranza risicata del malaffare, impegnata a fare favori ad amici piuttosto che governare le città. Ora più che mai è il momento di tornare tutti e tutte insieme nelle strade, riprendersi gli spazi con gioia, rabbia e passione! Tornare tutti e tutte insieme nella Street Parade della CIttà di Sotto vol 2 perché è dal basso che costruiamo il nostro futuro”.
Non appena il corteo è giunto in piazza Corvetto, i manifestanti hanno imboccato via Bertani, dove si trova l’ex Facoltà di Economia e prima storica sede del centro sociale.
E qui è andata in scena un’occupazione simbolica con il cancello aperto e prontamente ri abitato dai e dalle presenti. Un gesto per rivendicare la necessità di luoghi di aggregazione e cultura, portati avanti per la città tutta.