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Attualità | 08 novembre 2024, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - Palazzo Interiano, un compendio di raffinatezza della Genova rinascimentale

Nato per volontà di Paolo Battista e Niccolò, l’edificio sorge sui resti di una struttura preesistente. Passato di mano diverse volte, oggi è di proprietà dei Pallavicino che ancora lo possiedono. All’interno, splendide decorazioni tardo cinquecentesche scandiscono gli spazi raccontando una storia tutta da scoprire

Alla scoperta dei Rolli - Palazzo Interiano, un compendio di raffinatezza della Genova rinascimentale

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!

A concludere scenograficamente piazza Fontane Marose ci pensa uno degli edifici più scenografici e maestosi della Genova cinquecentesca.

Si tratta di Palazzo Paolo Battista e Niccolò Interiano, costruito proprio per volontà dei due tra il 1563 e il 1567.

Il Palazzo venne realizzato dall’architetto ticinese Francesco Casella, che scelse di partire da una serie di resti di una struttura preesistente dando così vita a un progetto ampio e unico che si andava collocando in una zona strategica: il lotto da edificare, infatti, si trovava ai margini di Strada Nuova, in quegli anni in costruzione, in una zona che ha segnato lo sviluppo urbano della città, un tempo occupata da orti appartenenti alla nobile famiglia Spinola.

I fratelli Interiano, privi di eredi, scelsero di destinare una parte del patrimonio familiare per far costruire il Conservatorio Interiano, una zona a nord ovest del palazzo che avrebbe dovuto aiutare quindici ragazze orfane.

Dopo la sua costruzione, il Palazzo cambiò diverse mani: dai Negrone, che lo acquisirono nel 1664, ai Centurione e, successivamente, ai Grimaldi. Verso la fine del XVII secolo, i Grimaldi Pasqua decisero di ampliare l’edificio verso monte, avvalendosi della competenza dell’architetto Pietro Pellegrini. In quell’occasione furono rinnovati anche alcuni dettagli decorativi, tra cui l’atrio, arricchito nella metà dell’Ottocento da due sculture: l’Antinoo di Nicolò Traverso e Elena e Paride di Salvatore Revelli.

Numerose e diverse le decorazioni che dall’esterno, oggi meno leggibili, si muovono verso l’interno: si va dal ciclo dei Fratelli Calvi nella splendida volta ottagonale del piano nobile che accoglie le Storie di Giosuè, agli interventi decorativi di Michele Canzio nel salone, dove sono rappresentate scene dell’Antico Testamento che dialogano con le pitture di trecento anni più antiche.

La magnificenza architettonica del Palazzo e delle sue decorazioni spinse anche Rubens a inserirlo nel suo libro dedicato ai palazzi di Genova, del 1622.

A proposito della facciata, nel prospetto che affaccia sulla piazza una serie di elementi artistici e simbolici compongono un vero e proprio capolavoro allegorico. Dipinta interamente a fresco dai fratelli Lazzaro e Pantaleo Calvi, è un chiaro strumento di magnificazione della figura di Niccolò Interiano, che proprio in quegli anni ricoprì la prestigiosa carica di Governatore della Repubblica di Genova. Le quattro virtù cardinali – Prudenza, Temperanza, Giustizia e Fortezza – emergono tra le finestre del primo piano, simboli delle qualità morali e politiche di Interiano, a garanzia di una giusta e saggia gestione del potere.

Il Palazzo vanta anche un suggestivo giardino, frutto della necessità di adattarsi al terreno scosceso su cui sorge l’edificio. Organizzato in terrazze scenografiche, il giardino segue il naturale dislivello del terreno ed è ornato da loggiati, vasche, fontane e un ninfeo. Le specie vegetali presenti, tipiche del XIX e XX secolo, completano un ambiente che rappresenta un angolo di quiete e bellezza nel cuore della città, rendendo il Palazzo di Fontane Marose una testimonianza viva della grandezza e raffinatezza della Genova rinascimentale.


 

Isabella Rizzitano

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