"Genova è diventata una città verde ma per la 'scanigea', non certo per come teniamo gli alberi". Claudio Chiarotti, ex presidente ed attuale capogruppo del Pd del municipio Ponente di Genova, commenta così le ultime segnalazioni riguardo la necessità di manutenzioni stradali, sfalci e sicurezza che hanno acceso un ulteriore faro sulle strade della Val Varenna, alture di Pegli, sette chilometri di percorso fino a San Carlo e alle pendici della Madonna della Guardia, passando per i 'Tre ponti', che hanno urgente necessità di interventi e su cui si moltiplicano le criticità.
Vegetazione non curata che cresce selvatica, a dismisura dall'alveo del torrente fino al manto stradale coprendo la visibilità in curva di una strada stretta che si arrampica in collina, ma anche restringendo lo spazio di manovra e costringendo chi guida a spostarsi al centro della carreggiata per avere una visuale migliore.
E poi le fronde degli alberi lato strada che 'piovono' sulla carreggiata coprendo ringhiere, guard rail, specchi stradali da riposizionare, piante infestanti che coprono anche da un monitoraggio della tenuta dell'asfalto per prevenire o notare in tempo eventuali cedimenti stradali. In sintesi: una strada vissuta come poco sicura, sulla quale si chiedono interventi urgenti.
"La prima grande criticità è storicamente stata legata al transito di mezzi pesanti da e per le cave, ora dismesse tranne una - spiega Chiarotti - abbiamo sempre lavorato fin da 12-13 anni fa per rendere stringenti le regole di passaggio dei camion, sia sulla velocità nei pressi della scuola. Il tema della vegetazione non contenuta invece è degenerato in questi anni. Lo sfalcio stradale è stato di competenza per oltre 20 anni fino al 2019 dell'azienda dei rifiuti, l'unica che aveva capillarità sul territorio 7 giorni su 7, poi sono iniziati i passaggi ad altri soggetti e poi ancora gli appalti a terzi, ma mancano squadre operative in maniera sistemica. Se vanno in crisi le strade cittadine, quelle secondarie ancora di più. Poi è andato fuori norma europea il diserbante che veniva usato fino a una manciata di anni fa e teneva sotto controllo quel genere di piante infestanti: tutto questo accresce il problema, che concorre a rendere quella strada meno sicura di quanto potrebbe essere".
"Altro problema è il rischio cedimenti - continua Chiarotti - perché costeggia il torrente, ho vissuto il cedimento di Carpenara, è risuccesso nel tempo in altri punti ed è una sorta di spada di Damocle che pende sul percorso".
Come risolverlo? "Avevo fatto una richiesta puntuale, perché è una strada che richiede manutenzione - ricorda il capogruppo Pd - C'è stato un momento in cui con i proventi delle cave si finanziavano i lavori, al momento una delle cave è sequestrata e l'altra non è estrattiva. Avevo fatto un'interrogazione sul tema in municipio settimane fa, ma non possono ad ora bastare i proventi, serve un investimento dedicato".
"La transitabilità deve essere inoltre controllata in maniera puntuale - ricorda - anche per tenere sotto controllo i punti critici. Un'altro aspetto sono i 2 km di strada completamente al buio. Ci sono punti anche in cui si registrano anche problemi di comunicazione telefonica". L'intenzione è quella di riproporre sul tema una nuova interrogazione "per ribadite la necessità di interventi puntuali di messa in sicurezza, vedremo se sarà possibile avanzare l'istanza in fase di bilancio, e per chiedere lo stato dell'arte rispetto ai controlli sul tracciato", conclude.
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