(al.br.) Da una nostra lettrice, Paola Fedele, riceviamo e pubblichiamo l’ennesima storia allucinante di attese al pronto soccorso, che vanno a gravare su persone anziane e già malate. Lo abbiamo raccontato nelle scorse settimane su ‘La Voce di Genova’ e continueremo a farlo. In Liguria c’è il problema, enorme, delle liste d’attesa. Ma anche l’altrettanto enorme problema della mancanza di medici dell’emergenza: una crisi ormai endemica che si ripercuote, come tutto il resto, sulla qualità dei servizi resi alla cittadinanza. La nuova presidenza della Regione Liguria ha promesso un cambio di passo: vedremo se saranno vuote parole o se diventeranno fatti concreti. Intanto c’è chi, nel 2024, a quasi novant’anni aspetta per dieci ore in barella, in attesa di essere visitato, passando da un codice di gravità a uno più alto solamente perché non ha ricevuto le cure in tempo. C’è da aver paura a sentirsi male, di questi tempi.
Oltre l’indicibile,
Oltre la tolleranza,
Oltre la vergogna,
Oltre il pensabile,
Oltre l’umanità,
Oltre a tutto ci siamo noi, che siamo numeri ma ognuno fondamentale per cambiare il mondo. Inizia così il mio racconto, non per far polemica, perché è inutile, ma per provare a sensibilizzare, anche se sarò la miliardesima persona che ci prova, tutti coloro che devono e sottolineo DEVONO, mettere mano alla Sanità.
Succede che io che sono un numero, anzi mio padre (anziano ottantacinquenne) che per precisione martedì 5 novembre finisce al pronto soccorso di Villa Scassi per essere caduto per terra e aver battuto la testa. Con il numero 181, è preso in carico al Triage alle ore 10.23: effettuato il prelievo del sangue, messo un collare rigido al collo, gli viene assegnato il codice azzurro, e poi viene posizionato in un lettino, tra tanti lettini, che non quantifico il numero da quanti ce n’erano, in attesa di vista del medico e successiva Tac.
Alle ore 19.00 gli viene cambiato il codice, da azzurro passa ad arancione: per inciso il colore cambia perché erano passate troppe ore, in cui non era stato ancora visitato dal medico.
Alle ore 21.00 viene visitato dal medico del turno della sera, peraltro molto professionale, alle ore 22.30 viene effettuata la Tac, alle ore 23.30 ci viene consegnato il referto e finalmente, a mezzanotte, riusciamo ad uscire.
In tutto questo premetto che gli infermieri e il medico sono stati straordinari anche se purtroppo dovevano sopperire alle mille difficoltà che si presentavano e, come si sa, il numero del personale ultimamente è ridotto, molto ridotto.
Ora mi chiedo, come si può pensare di stare undici ore - ribadisco dalle 10.23 fino alle 21.00 - senza essere visitati? Personalmente ho vissuto quattordici ore di follia pura, dove nel mentre è accaduto che una paziente psichiatrica, notevolmente psichiatrica, che si aggirava libera dentro al pronto soccorso, ha dato un pugno in faccia ad una povera giovane infermiera che stava tranquillamente svolgendo il proprio lavoro.
Perché è qui che bisogna sensibilizzare, e mi rivolgo a tutti e soprattutto al nuovo "Sindaco della Regione, che peraltro io ho votato, chiedendo di battersi personalmente per riprendersi una Sanità che precedentemente era una eccellenza con medici altrettanto eccellenti.
Per avere una città all’avanguardia come si prospetta di fare, dobbiamo avere, oltre un tessuto socio economico forte, una sanità che regge, dobbiamo lottare affinché medici e infermieri non vadano altrove a dimostrare le proprie capacità, anche il miglior professionista, sotto stress, non riesce a far valere le proprie competenze, sembra ovvio che con turni estenuanti, queste ultime vadano a scemare.
Una società che funziona, una regione che funziona, e io amo la mia regione, ha economia, sanità, mobilità e istruzione all’avanguardia. Facciamo stare qui in Liguria i professionisti in tutti i settori che ho citato, non facciamoli andar via, per nostra incuranza. Non regaliamo eccellenza altrove, teniamola qui nella regione più bella al mondo
Quindi mi rivolgo a te Presidente, soprattutto a te, che stai purtroppo affrontando una dura bestia, e che devi purtroppo avvalerti dei nostri medici, delle nostre strutture, chiedendoti di cercare davvero un altissimo profilo per dirigere questa tematica perché è fondamentale un cambio.
Cerchiamo di essere innovativi anche in questo campo. Non facciamo scrivere che la sanità in Liguria è considerata la peggiore del Nord.
Non si può aver paura di essere mal curati! Non permettiamolo!
Provi davvero a camminare con le mie scarpe, dice una famosa canzone! Try Walking in my shoes!
Paola Fedele