Attualità - 07 novembre 2024, 18:31

Pegli, allarme in piazza Bonavino e Villa Doria: wurstel con dentro i chiodi per ammazzare i cani

Gli episodi segnalati al Municipio, al Comune e ai Carabinieri. Ma intanto la Polizia Locale interviene per sanzionare chi è senza il documento delle vaccinazioni: è il mondo che gira al contrario. L’assessore Gambino: “Avevo espressamente richiesto di non multare, avvierò approfondimenti”

Wurstel con i chiodi dentro. Un metodo orribile, tanto vergognoso quanto soprattutto criminoso, adottato in questi giorni da chi non ha alcuna tolleranza verso i cani. Succede a Pegli, in piazza Bonavino, appena fuori dal varco principale del parco di Villa Doria

Ieri mattina e questa mattina sono stati ritrovati, nel prato vicino alla scuola media ‘Galeazzo Alessi’, due bocconi ferrati, pericolosissimi perché, se ingeriti dai cani, possono portare sino alla morte. I possessori di quattrozampe della zona, parecchi, si sono subito mobilitati: segnalando l’accaduto al Municipio VII Ponente, che a sua volta ha girato l’informazione al comando sul territorio della Polizia Locale; inviando la fotografia del wurstel con il chiodo dentro al maresciallo della stazione dei Carabinieri di Pegli; informando per le vie dirette l’assessore comunale alla SicurezzaSergio Gambino. E facendo partire una petizione su Change.org, a questo link: https://chng.it/5psmhQyd9r.

Nel testo, i Proprietari di cani di Villa Doria (così si firmano) raccontano l’episodio: “Recentemente è stato scoperto, con orrore, che nel parco di Villa Doria, molto frequentato dai cani del quartiere, sono stati ritrovati dei bocconi con chiodi all’interno. Questi oggetti costituiscono un gravissimo pericolo per i nostri amati animali, potendo causare seri danni fisici, o addirittura la morte. Non possiamo restare inermi di fronte a un atto così crudele e pericoloso. La polizia giudiziaria deve intervenire il più presto possibile per catturare e punire chi compie questi gesti malvagi”. 

La richiesta è chiara: “I frequentatori del parco e i loro cani hanno diritto a un ambiente sicuro, dove poter godere della natura senza temere per la propria salute e sicurezza. La denuncia di questi episodi è il primo passo per garantire la sicurezza dei nostri animaletti. Facciamo appello al vostro senso civico e all’amore per gli animali: unitevi a noi in questa petizione per chiedere un intervento immediato delle autorità competenti. Firmando questa petizione, dimostriamo il nostro amore per i cani e l’impegno a difendere la loro sicurezza”.

Questa mattina, il Municipio VII Ponente, informato sulla questione, ha risposto così: “Abbiamo inoltrato la segnalazione alla Polizia Locale territoriale, sperando in una risoluzione”. Poi, in una successiva conversazione, è stato aggiunto che i vigili urbani arriveranno a fare ispezioni. 

Peccato che l’unica attività messa in campo nelle prime ore di questo pomeriggio dalla stessa Polizia Locale sia stata quella di compiere un blitz in piazza Bonavino per multare tutti quei possessori di cani che fossero privi dei documenti del loro animale. Nessun riferimento ai bocconi avvelenati, nessun ordine di servizio in questo senso. 

Morale della questione: chi possiede un cane è cornuto e mazziato. Cornuto perché rischia che il proprio animale possa inghiottire una polpetta con i chiodi, senza che importi nulla a nessuno (così pare). Mazziato perché rischia una multa da cinquanta euro su un fronte che, per quanto normato dai regolamenti comunali, è completamente di segno opposto rispetto all’intervento richiesto. 

Se non fosse chiaro, il punto non è se il cane è vaccinato o meno. Il punto è che c’è qualche fenomeno che si diverte ad andare in giro disseminando trappole per gli animali e che, con tutta evidenza, meriterebbe lui (o lei) di essere vaccinato. Se solo esistesse un vaccino contro la scemenza e contro la bastardaggine.

L’assessore comunale alla Polizia Locale, Sergio Gambino, osserva: “Avvierò approfondimenti su tutta la questione perché avevo espressamente richiesto di non fare multe per la questione del documento. Da inizio anno, sono state elevate sessantadue multe per infrazione di questo tipo. Poi, da oltre due mesi, ne sono state elevate cinque e poi è stato detto di non farne”. E allora, perché questo stop non è stato rispettato? Chi è che ha deciso per conto proprio? Perché è stata presa una direzione di segno opposto rispetto alle indicazioni dell’ente istituzionale? La Polizia Locale ha il dovere di spiegare. 

Ma tutta questa situazione merita una riflessione in più perché, al netto della follia del fenomeno di cui sopra (che si auspica possa essere individuato al più presto), è figlia della mancanza di azione sia da parte del Municipio che da parte del Comune di Genova: sono anni che i padroni di cani, loro per primi, chiedono che venga messo un po’ di ordine, nel quadro di una convivenza pacifica tra chi il quattrozampe lo ha e chi non lo ha. Anni in cui si chiede un’area destinata allo sgambamento che non sia unicamente quella della Vetta, lontanissima dal centro abitato. Anni in cui c’è la precisa volontà, da parte dei cittadini, di dare il minor ‘disturbo’ possibile, potendo però contare su una collaborazione da parte della civica amministrazione. Perché questo, esattamente questo, dovrebbe fare una civica amministrazione: migliorare la qualità di vita di tutti, di chi il cane lo ha e di chi non lo ha. E invece cosa succede?

Dell’area cani si continua a parlare e basta, ogni progetto rimane lettera morta e l’unica azione è quella repressiva: multe a raffica e zero servizi. Sembra di raccontare la storia di questa città. Anzi, non sembra: la si racconta perfettamente. Perché come succede in una delegazione, così avviene per tutte le altre. E, per favore, non venite più a raccontare che le multe non servono per fare cassa. Perché ve la ingrassano, eccome se ve la ingrassano. Sarebbe bello applicare i regolamenti a fronte di un servizio erogato. Altrimenti si ha lo stesso atteggiamento mentale di chi va in giro a disseminare polpette con i chiodi.