“Mi sono ripreso”. Inizia con una battuta l’intervento di Andrea Orlando a ‘Un Giorno da Pecora’, su Rai Radio 1, dopo la batosta elettorale ligure.
Incalzato dai conduttori Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, Orlando si è cimentato nella ormai tradizionale analisi della sconfitta che ha toccato anche il tema caldo dell’alleanza con Italia Viva, saltata a pochi giorni dal voto.
“Il centrosinistra gioca in una situazione di maggiore difficoltà a differenza del centrodestra - ha detto Orlando - al netto dei miei errori, nel centrosinistra si deve sempre in qualche modo costruire una squadra che, invece, il centrodestra ha già pronta dal momento in cui iniziano le competizioni. Loro sanno chi fa parte della coalizione, il centrosinistra no”.
E, poi, arriva il nome di Matteo Renzi: “Con lui avremmo vinto? Sulla carta avremmo avuto il margine per vincere, ma si sarebbe aperta una discussione che, forse, non avrebbe portato qualcuno al voto. Il problema è stato il modo in cui abbiamo rotto a poche ore dalla presentazione delle liste. Se lo avessimo detto prima…”.
“Penso che alcuni renziani abbiano votato per Bucci - ha aggiunto - una rottura a freddo può aver provocato anche quel tipo di reazione. I flussi dicono che la maggior parte degli elettori di Italia Viva alle europee ha votato per Bucci”.
Poi la discussione si è spostata sugli equilibri nazionali: “In Liguria abbiamo sperimentato tutte le contraddizioni del campo largo ed è meglio che si sperimenti in una realtà locale per non riproporle a livello nazionale. Qui è andata meglio che alle politiche, con una coalizione più competitiva. Tutti i problemi che ci siamo portati dietro spero non ci siano a livello nazionale. È evidente che ci sono e che possono essere affrontati per tempo, se traiamo una lezione da quello che è successo in Liguria. C’è un vento di destra che riguarda tutto il mondo. Dobbiamo stare tutti insieme, ma bisogna chiarire le condizioni”.
Orlando è poi intervenuto anche sulla polemica scatenata dalle parole di Chiara Appendino: “Non mi sembra che si sia basata sui numeri, in Piemonte sono andati da soli e hanno preso il 6%. In Liguria non ho imposto la mia presenza, mi sono anche detto disposto a ritirarla. Il Movimento 5 Stelle ha deciso di convergere sulla mia figura. Mi sento innovativo, per la Liguria lo sono. Ho trovato sgradevole paragonare i due ‘campi’, Bucci rappresentava una oligarchia che si era andata a creare in Liguria. Appendino fa sconto su un tema: due giorni prima Conte ha deciso di licenziare Grillo che il giorno delle elezioni ha detto, a urne aperte, che voleva distruggere il suo movimento. Non so quanto può aver inciso sul voto, è come se Berlusconi il giorno delle elezioni avesse detto di voler distruggere Forza Italia. Non dico che è colpa di Grillo, ma la ricostruzione della Appendino è parziale. Mi auguro che da ora non vadano da soli, significherebbe mettere nero su bianco che vince la destra”.
Infine, in merito alla sua presenza in consiglio regionale come leader dell’opposizione: “Ci sto pensando, deciderò nei prossimi giorni perché non abbiamo molto tempo. Continuerò comunque a fare una battaglia in Liguria. Non credo ci sia la questione della mia candidatura a sindaco di Genova, sono di un’altra città e Genova tiene molto al suo campanile. Non possiamo alimentare l’idea che uno si candida a destra e a manca”.