Trovare un equilibrio tra l’essere una meta attrattiva per i turisti e preservare la bellezza e la vivibilità del territorio sembra essere una delle sfide più calde per Genova e per le sue riviera: dopo una giornata da bollino rosso sulle autostrade liguri, a conclusione del ponte di Ognissanti, l’urgenza di risolvere il problema si è fatta sentire più forte che mai. C’è poi il cosiddetto overtourism, il fenomeno di sovraffollamento delle località maggiormente frequentate e apprezzate dai visitatori, come il centro storico e i suoi caruggi che sempre più spesso vedono lunghe file fuori dalle focaccerie e dai ristoranti di punta.
La soluzione non è affatto semplice, ma secondo il presidente di Federalberghi Aldo Werdin e Francesco Andreoli, Presidente di Liguria Together e direttore dell’Hotel Miramare di Sestri Levante, sicuramente parte dal dialogo e da un tavolo di confronto.
“Non è pensabile promuovere la Liguria e poi imporre il numero chiuso, e allo stesso tempo non si possono allargare le strade e le autostrade - commenta Werdin -, ma il problema sta crescendo in maniera considerevole, anche a causa degli affitti brevi degli appartamenti. Prima i turisti arrivavano e occupavano le stanze d’albergo, ora la possibilità per soggiornare è praticamente raddoppiata ma chi vive stabilmente in alcune zona non trova più una casa in affitto: questo è un problema che va analizzato e risolto. Come ogni tipo di alloggio, anche le case vacanza dovrebbero seguire una regolamentazione e una tassazione equiparate a quelle delle attività commerciali, e già questo farebbe diminuire il numero di persone incentivate a mettere la seconda casa in affitto per i week end per abbattere i costi”.
Regolamentazione, ma non solo: “Un altro tipo di aiuto potrebbe arrivare anche da una promozione più consapevole del turismo, soprattutto per quello di prossimità, cioè per chi arriva in Liguria dalle regioni vicine: sostenere il trasporto pubblico, aumentando le corse dei treni soprattutto durante i ponti e l’alta stagione. Una soluzione comoda, ecologica e che impatterebbe in modo importante sul problema del traffico”.
Il problema del traffico non è certo una novità in fondo: “Il problema della regione parte da ben prima dell’esplosione della moda degli appartamenti a breve locazione - spiega ancora Werdin -, anche se dopo il crollo del ponte Morandi sono andati ad aumentare in modo importante”, e le conseguenze dei cantieri sul traffico sono sotto gli occhi di tutti.
“Venerdì ho dato una mano al personale impiegato nell’accoglienza dei turisti durante gli arrivi per il ponte - spiega Francesco Andreoli - ed eravamo in difficoltà, in imbarazzo, perché non potevamo giustificare in alcun modo le lunghe code affrontate”. Viaggi anche di quattro o cinque ore per chi parte da Milano o da Como a causa del traffico intenso e della presenza dei cantieri rendono effettivamente un viaggio da incubo anche il breve percorso per raggiungere le località di mare della riviera o lo stesso capoluogo. “Al di là dei proclami, siamo sempre alle solite. Sarebbe necessario un lavoro maggiore di concertazione tra pubblico e privato: il privato indica le date critiche, i ponti, i fine settimana di maggior flusso, e le amministrazioni a loro volta devono sollecitare Autostrade, Anas per far sì che vengano presi i provvedimenti adeguati”.
E per quanto riguarda l’overtourism? “Ben vengano i turisti. Oggi le strade del centro sono piene di turisti, se si cammina in via San Lorenzo si sentono parlare tutte le lingue del mondo - spiega Andreoli -. Di certo non si risolvono i problemi alzando i prezzi o impedendo alle persone di arrivare: le criticità che ci sono devono essere affrontati dalle pubbliche amministrazioni, dalle regioni, dai comuni, magari iniziando a fare maggiori controlli. Bisogna portare avanti ragionamenti a trecentosessanta gradi, non pensare solamente al proprio orticello: chi lavora nel turismo in vista dei ponti allunga i contratti al personale, lascia aperte le attività, e insieme alle istituzioni è necessario trovare soluzioni”.