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Attualità | 03 novembre 2024, 15:27

Genova sotto assedio? Il turismo tra boom e crisi d'identità

Il centro storico, da sempre cuore pulsante della vita locale, è ora in mano alle esigenze dei visitatori, rischiando di far perdere alla città il suo lato più autentico

Genova sotto assedio? Il turismo tra boom e crisi d'identità

Dopo la pandemia la città di Genova, e generalmente l’intera Liguria, hanno visto aumentare in maniera significativa il numero dei turisti che pernottano in città: strutture come case vacanza, B&B e alberghi sono spesso al completo durante l'alta stagione, i ponti festivi e i fine settimana. A ciò si aggiunge il crescente afflusso di crocieristi che sbarcano nel capoluogo ligure, contribuendo al sovraffollamento delle aree turistiche principali. 

Il numero di pernottamenti registrati dal Comune di Genova nel primo semestre del 2024, pari a 1.301.198, evidenzia un aumento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e un balzo significativo rispetto ai dati pre-pandemia del 2019. In particolare, le strutture extra-alberghiere hanno registrato una crescita impressionante: da circa 415.000 pernottamenti nel 2019 a oltre 653.000 nello stesso periodo del 2024, superando per la prima volta i pernottamenti nelle strutture alberghiere tradizionali.

Se da un lato è un motore economico fondamentale per la città, questa crescita impone sfide significative: il centro storico, cuore pulsante di Genova, vive una trasformazione accelerata, con i ‘caruggi’ che rischiano di perdere la loro autenticità. Locali e attività storiche, che un tempo servivano soprattutto la comunità locale, stanno progressivamente lasciando spazio a esercizi pensati per i visitatori mordi e fuggi e, se il fascino artistico e culinario della città è sempre più valorizzato, questa crescente pressione turistica sta mettendo a dura prova il delicato equilibrio tra le esigenze dei residenti e quelle dei turisti. 

Le lunghe code nei panifici storici per una ‘slerfa’ di focaccia o nei ristoranti consigliati dai portali online riflettono non solo l’attrattiva del cibo locale, ma anche la realtà di una città che cerca di trovare il giusto compromesso tra accoglienza e vivibilità. I residenti, pur godendo di un'economia rafforzata, lamentano un degrado della qualità della vita quotidiana, specialmente nei quartieri più battuti dai turisti. 

Oltre all'assalto turistico al centro storico di Genova, anche le celebri riviere stanno vivendo una pressione crescente a causa dell’aumento dei visitatori: amate da sempre dai visitatori di tutto il mondo, trascorrere una domenica in una delle tante località costiere spesso fa rima con code interminabili in autostrada. La A10 e la A12 sono spesso punti critici di congestione del traffico, con ingorghi che possono durare anche ore e che sono spesso esasperati dalla presenza dei lavori in corso lungo le diverse tratte. Le strette vallate e le scarse arterie stradali che caratterizzano la conformazione geografica della regione, d’altronde, non consentono una risoluzione rapida ed efficace al problema, così come i collegamenti ferroviari e il trasporto pubblico in generale non riescono a soddisfare la domanda, soprattutto nell’alta stagione. 

Genova e le sue coste si trovano di fronte a un bivio: continuare a crescere come meta turistica di punta, capitalizzando su un'offerta culturale, artistica e culinaria di alto livello, o mettere in atto strategie di gestione del turismo che salvaguardino l’autenticità del suo patrimonio storico e la vivibilità dei suoi spazi urbani. La sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio sostenibile che permetta alla città di mantenere il suo fascino senza snaturare la sua identità.

Chiara Orsetti

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