Prosegue questo sabato, e andrà avanti per tutti i sabati successivi, ‘Lo Sport che amiamo’, una rubrica dedicata a personaggi e storie di sport della nostra città e della nostra regione. Ci piace raccontare quel che c’è oltre il risultato sportivo: il sudore, la fatica, il sacrificio, il duro allenamento, l’impegno, le rinunce, lo spirito del gruppo. Tanti valori che vogliamo portare avanti e mettere in luce con quello che sappiamo fare meglio: comunicandoli. Comunicarli significa amplificarli, ed ecco perché lo sport può diventare, sempre di più, ‘Lo Sport che amiamo’. Ci accompagna in questo percorso un giovane di belle speranze: Federico Traverso, laureato in Scienze della Comunicazione. L'ospite di oggi è Giulio Ivaldi, confermatissimo presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio in Liguria.
Giulio Ivaldi, è stato da poco rieletto per il terzo mandato consecutivo alla guida del Comitato Regionale della FIGC-LND. Che cosa è stato fatto negli scorsi otto anni e quali sono i punti su cui si focalizzerà la sua presidenza?
“Il primo problema su cui ci stiamo concentrando, fin dall’inizio, è quello legato all’impiantistica. Stiamo lavorando fortemente, in collaborazione con la Regione Liguria e con i diversi Comuni, per riqualificare i nostri campi da calcio e metterli in sicurezza, che è la cosa più importante. Vogliamo anche far diventare i nostri campi dei luoghi protetti, dove i ragazzi e le ragazze possano curare relazioni interpersonali e apprendere valori che vanno al di là del loro futuro sportivo. Il nostro impegno va anche nella gestione di criticità straordinarie, come quelle che si sono verificate recentemente in Val Bormida o nella zona di Cogoleto con almeno cinque impianti gravemente danneggiati. Un altro obiettivo è la crescita dei numeri, non per scopi statistici ma al fine di far fare più attività sportiva a ragazzi e ragazze, anche in età più avanzate. Troppo spesso il mondo dei dilettanti viene equiparato a quello professionistico: noi siamo sicuramente organizzatori di competizioni sportive, ma siamo anche molto presenti nel sociale. Abbiamo anche la necessità di organizzare, in sinergia con gli enti preposti, eventi che possano favorire i diversamente abili o tutti coloro che vivono momenti di difficoltà. Inoltre, vorremmo predisporre i nostri campi a luoghi d’incontro, di scambio culturale per accogliere tutti quei ragazzi che vengono da fuori. Infine, un altro obiettivo consiste nel cercare di modificare la legge che riforma il lavoro sportivo, per cercare di sollevare i presidenti da incombenze eccessive rispetto alla loro realtà”.
Il 2024 è stato e continua ad essere un anno importante per lo sport ligure e genovese con gli eventi di Genova Capitale Europea dello Sport. Come ha vissuto le manifestazioni di quest’anno?
“Noi abbiamo dato il nostro contributo a questi eventi, ad esempio con il Torneo delle Regioni che ha visto quattro squadre per ogni regione d’Italia, con oltre 2200 giocatori e tecnici che sono venuti nel nostro comprensorio tra Genova e Savona. Data la vittoria della nostra regione in questo torneo l’anno scorso, abbiamo partecipato e organizzato nel Tigullio la UEFA Regions Cup che ci ha visto incontrare le squadre di Croazia, Malta e Romania. Purtroppo, dopo due vittorie è arrivata una sconfitta che non ci ha permesso di accedere alla fase finale, ma comunque è un evento che certifica la nostra importanza in questo senso. Stiamo lavorando, non è facile perché bisogna far coniugare diversi interessi e normative, ma stiamo facendo passi importanti”.
Per la LND tanta attenzione anche alle discipline sportive del presente e del futuro con un avvicinamento al mondo degli eSports, che attrae tanti giovani e, come il calcio sui campi, promuove inclusione e aggregazione.
“Gli eSports, per quali abbiamo una sede nei Magazzini del Cotone, sono un mondo in espansione e che promuove valori importanti. Sono una realtà che raccoglie tanti appassionati, sia normodotati che con disabilità. La cosiddetta ‘quarta categoria’ dei ragazzi diversamente abili è al centro di numerosi progetti in questo senso, e queste nuove discipline possono permettere loro di giocare partite anche senza scendere fisicamente in campo. Con gli eSports abbiamo anche aiutato una comunità di persone affette da ludopatia, oppure abbiamo installato dei computer al Gaslini per aiutare i ragazzi e le ragazze lungodegenti quantomeno a distogliere temporaneamente il pensiero dalle loro problematiche. Anche in questo senso, stiamo lavorando molto. Abbiamo un mondo che, a livello nazionale, tara 1.120.000 tesserati, ossia un quarto di tutti i tesserati del mondo sportivo italiano. Abbiamo sorpassato le 12.000 società iscritte ai nostri campionati. È una grande responsabilità, ma cerchiamo di fare il nostro meglio”.
Si parla spesso degli alti livelli di sedentarietà dei giovani italiani. L’attività sportiva può e deve essere una prerogativa fondamentale per i ragazzi…
“Vediamo spesso i nostri ragazzi abusare, ad esempio, dei cellulari. Ovviamente il nostro obiettivo non è eliminarli, ma dare loro la possibilità di stare insieme e fare sport. Ci sono tante situazioni in cui noi ci battiamo per trovare soluzioni, ma l’obiettivo è trovare il modo di fare qualcosa di positivo per i ragazzi perché il calcio, vissuto nel nostro mondo, può veicolare valori importanti”.