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Attualità | 02 novembre 2024, 08:00

L'epopea di Enrico Berlinguer raccontata alle scuole: ragazze e ragazzi incontrano il regista del film sul leader comunista

Appuntamento con Andrea Segre al The Space del Porto Antico la mattina dell'8 novembre. L'evento è a cura dell'associazione Kinoglaz guidata da Giovanna Barreca

Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre, presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma dove Elio Germano, che interpreta il Segretario del Partito Comunista, ha vinto il Premio Vittorio Gassman come miglior attore protagonista è in sala dal 31 ottobre e la mattina dell’8 novembre al cinema The Space-Porto Antico, alla fine della proiezione del lungometraggio, gli studenti genovesi potranno dialogare con il regista e porgli diverse domande perché, com’è abitudine dell’associazione knz-kinoglaz – organizzatrice dell’evento -, possa nascere un momento di confronto costruttivo e una lezione sul linguaggio dell’audiovisivo.

I ragazzi accompagnati dai loro docenti saranno i benvenuti dalle 9.50 e, dopo una breve presentazione da parte dei critici dell’associazione, vedranno il film e dalle 12.30 alle 13.30 incontreranno Segre nella sala più bella della struttura. Per prenotare i docenti sono invitati a scrivere a kinoglascuola@gmail.com.

Un film che racconta noi e, come dice il regista, mette al centro “un uomo che fa parte di un popolo e che cerca di raggiungere un sogno considerato impossibile". 

Segre ha scritto il film con Marco Pettenello e, prima di accendere la macchina da presa, ha letto e studiato per oltre un anno e mezzo tutte le parole scritte da Enrico Berlinguer e gli organizzatori auspicano che i giovani siano colpiti e si interroghino sulle esortazioni rivolte proprio ai ragazzi di allora dal Segretario ma valide ancora oggi: “Se i giovani si impadroniscono di ogni ramo del sapere e si organizzano e lottano al fianco dei lavoratori, degli sfruttati, degli operai non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”. 

Berlinguer era convinto che il suo sogno di costruire una società socialista senza disuguaglianze - dove non sia il soldo a premiare ma a premiare siano altre cose - fosse giusto e lottò per tutta la vita, contro Russia (il primo a dirgli di no fu il Partito Comunista russo) e America per raggiungerlo.

“Berlinguer e tutti gli uomini del suo partito, nel loro tentare, hanno vissuto vite pazzesche perché lottare per quel sogno era parte inscindibile della loro esistenza” precisa Segre. Era un sogno che richiamava bisogni reali dei cittadini, certi che determinate scelte avrebbero portato concretamente al miglioramento delle loro vite, non solo a livello economico, ma di diritti. Segre disegna il Berlinguer politico, il Berlinguer privato con tante fragilità, spesso in dubbio.

Nel film Segre mette in scena, con una camera immersiva, la dimensione politica del vivere di Berlinguer, il lato storiografico e intimo del segretario del Pci, riuscendo a far dialogare il materiale d’archivio - che è un elemento strutturale della narrazione -, con le immagini in live action girate tra Sofia e Roma, mettendo al centro le parole.

Le tante parole di Berlinguer presenti nelle trascrizioni dei discorsi, degli appunti scritti a mano con una bic nera su foglio bianco e conservati all’Istituto Gramsci. Su quei discorsi Marco Pettenello e Segre hanno studiato per poi decidere di concentrare la narrazione del film in cinque anni.

Il film inizia con il colpo di stato di Augusto Pinochet e la morte di Salvador Allende in Cile nel 1973, l’attentato subito dal segretario del Partito Comunista Enrico Berlinguer a Sofia (Bulgaria) nel 1976 dove non fu apprezzato soprattutto da Breznev il suo discorso e il suo atteggiamento di aperta critica nei confronti del partito, per arrivare al 1978 al rapimento e uccisione del Presidente della Democrazia CristianaAldo Moro, con il quale Berlinguer aveva iniziato un dialogo e un confronto al fine di governare insieme l’Italia (il famoso Compromesso Storico mai raggiunto).

“Noi abbiamo preso la bandiera della libertà e della democrazia” rivendica Berlinguer davanti ai suoi. Negli anni di lotta Berlinguer, per vincere il referendum contro il divorzio, dice no al tentativo di dividere le forze popolari, no alla competizione e sì alla collaborazione in un Paese dove il partito comunista aveva un milione settecentomila iscritti e più di diciassette milioni di elettori (nel 1973 un italiano su tre votava comunista e il Pci era al 34,4%). 

Il Berlinguer che Segre lascia emergere è l’uomo politico che non divideva il privato dal collettivo, che incontra gli operai in fabbrica, discute con loro nelle assemblee e nelle sezioni del partito, che discute con i compagni politici della direzione a Botteghe Oscure e poi va a casa e continua a discutere con i figli. Un uomo che volge lo sguardo al futuro ma è anche pieno di inquietudini.

Nel cast anche Elena Radonicich, Paolo Pierobon, Roberto Citran, Andrea Pennacchi, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Fabrizia Sacchi. Musiche originali di Iosonouncane.

Redazione La Voce di Genova

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