Il Museo Giannettino Luxoro, parte del polo museale di Nervi, riapre al pubblico domani, primo novembre, dopo una lunga chiusura iniziata nel 2016 per motivi di sicurezza. I lavori di restauro, finanziati anche grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, hanno restituito alla città un museo unico, che offre un’immersione nell’arte e nella cultura ligure dei secoli XVII e XVIII.
Gli interventi hanno interessato le pareti, gli arredi lignei, alcuni tessili e il prezioso sistema di orologi antichi. Il vicesindaco Pietro Piciocchi, presente oggi all’anteprima per la stampa, ha espresso grande soddisfazione: "Siamo molto orgogliosi di restituire ai genovesi un luogo speciale, immerso nel parco di Nervi e affacciato sul mare. Abbiamo lavorato per garantire l’accessibilità a tutti, compreso l’ingresso per le persone con disabilità, offrendo così alla città un autentico scrigno di opere d’arte”.
Il progetto di restauro e riallestimento, reso possibile grazie a un protocollo con la Fondazione Compagnia di San Paolo, ha permesso di valorizzare il patrimonio del museo, che custodisce circa 2.500 opere, tra cui dipinti, ceramiche, mobili, tessuti, argenti e orologi rari, oltre alla celebre collezione presepiale con opere databili tra il XVII e il XIX secolo. Nicoletta Viziano, rappresentante della Fondazione, ha ricordato l’impegno a “custodire la bellezza e promuovere la conservazione del patrimonio culturale” come uno degli obiettivi della fondazione.
Il Museo Luxoro è uno dei pochi esempi di “museo-dimora” in Italia: una casa storica che conserva l’arredamento originale e permette di immergersi nella vita quotidiana di una famiglia collezionista ottocentesca, i Luxoro, che hanno donato l’edificio e le sue opere alla città nel 1945. Grazie a un accurato riallestimento, il museo oggi propone un percorso studiato per valorizzare i nuclei tematici delle collezioni e riportare il visitatore indietro nel tempo, in un’epoca in cui l’arte, la musica e la letteratura si incontravano nei salotti nobiliari genovesi.
L’allestimento attuale, curato originariamente dallo storico dell’arte Orlando Grosso, prevede un’espansione futura per promuovere l'arte settecentesca e ottocentesca attraverso eventi, incontri e attività divulgative. Le attività di restauro continueranno su altre opere della collezione, per preservare e valorizzare un patrimonio che, dopo otto anni, torna finalmente alla fruizione pubblica.