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Politica | 30 ottobre 2024, 10:53

Bucci saluta, Piciocchi governa: la Genova sospesa tra rimpasti e un’eterna campagna elettorale

Con l’elezione in Regione dell’ormai ex sindaco inizia la nuova fase di un’amministrazione comunale schiacciata tra due elezioni

Bucci saluta, Piciocchi governa: la Genova sospesa tra rimpasti e un’eterna campagna elettorale

Archiviati i festeggiamenti per la vittoria di Marco Bucci in Regione, il centrodestra genovese nelle proprie stanze si riscopre più inquieto del previsto. L’esito elettorale in quel del capoluogo lascia nell’aria una scia di dubbi e incertezze, la sensazione che il terreno sotto i piedi sia più incerto di quanto si pensasse. Nelle stanze di Palazzo Tursi si apre in questo clima l’annunciata fase di transizione post-Bucci. Al timone della città c’è Pietro Piciocchi, vicesindaco incaricato di traghettare l’amministrazione fino alla prossima primavera, quando Genova tornerà al voto per scegliere sindaco e consiglio comunale.

Piciocchi, figura solida, colonna dell’amministrazione Bucci e spalla del primo cittadino, è il candidato naturale per il centrodestra, lo ha confermato senza mezzi termini anche il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Matteo Rosso. Ma resta da capire che mesi saranno, i prossimi, per la vita amministrativa di Palazzo Tursi.

Martedì Bucci è tornato in ufficio per avviare le pratiche che porteranno alla sua decadenza: serviranno tre passaggi in consiglio comunale, con la prima seduta convocata per domani, giovedì 31 ottobre. La città, intanto, è nelle mani di Piciocchi che sta esercitando i poteri del sindaco e, come primo punto sulla sua agenda, ha la ricostruzione della squadra di governo dopo le elezioni regionali che a loro modo hanno scombussolato l’amministrazione comunale.

Tra le sue prime missioni, una non da poco: rimpiazzare Matteo Campora, unico assessore comunale a spuntarla alle regionali, lasciando scoperte deleghe pesanti come Mobilità, Trasporti, Ambiente. Una sostituzione delicata, e non è escluso che diventi occasione per ridisegnare ruoli e incarichi, rimescolando qualche carta tra i membri della giunta con l’annunciato rimpasto (previsto anche in caso di sconfitta di Bucci alle regionali). Per qualcuno, nell’aria, si avverte quasi un senso di aspettativa, come se questa fase di passaggio potesse portare anche a un ripensamento più ampio. Ma resta da capire come la neonata giunta Piciocchi lavorerà in un clima di grande incertezza, con le elezioni comunali all’orizzonte e una città che ha voltato le spalle al suo ormai ex sindaco. Di fatto i nuovi assessori entrerebbero in carica tra qualche settimana, mentre a inizio 2025 è inevitabile che si dia il via alla campagna elettorale per le amministrative. Per loro, quindi, pochissimo tempo per mettere a terra progetti, idee, sviluppo.
In tutto questo, in casa centrodestra non aiutano i numeri delle regionali, con la proposta progressista di Andrea Orlando che a Genova ha raccolto un 8% in più rispetto alla coalizione di governo, lasciando il segno e forse lanciando un avvertimento: per recuperare terreno, per riportare la gente dalla propria parte, serve fare di più, o diversamente.

Tra i banchi del consiglio comunale, però, poche variazioni. Simone D’Angelo, capogruppo Pd, è l’unico dei consiglieri a entrare in Regione. Potrebbe liberare il posto a Tursi per Vittoria Canessa, prima tra i non eletti, ma non c’è ancora nulla di definito. Cristina Lodi, di Azione, intanto aspetta a sua volta le mosse di Orlando. Se decidesse di lasciare il consiglio regionale, toccherebbe a lei subentrare in piazza De Ferrari. E nel caso lasciasse il Comune, in lista c’è Gianni Crivello, che potrebbe rientrare in gioco.

Pietro Zampedroni


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