La vittoria di Marco Bucci alle elezioni regionali ha generato nell’immediato una domanda ora ricorrente in quel di Genova: quando si andrà a votare per eleggere il nuovo sindaco?
Da martedì mattina le redini del Comune sono nelle mani di Pietro Piciocchi, traghettatore dell’amministrazione comunale in attesa di nuove elezioni. A lui il compito di organizzare l’annunciato rimpasto di giunta, per comporre una squadra di governo cittadino che, però, è destinata ad avere vita breve.
La legge, infatti, dice che in caso di decadenza del sindaco si deve andare a elezioni entro sei mesi. Il conto è presto fatto: in primavera i genovesi saranno nuovamente chiamati alle urne. Difficile ipotizzare una data, ma basta guardare al calendario nazionale per iniziare a formulare qualche ipotesi. A maggio 2025 andranno a elezioni sei regioni: Campania, Veneto, Toscana, Puglia, Marche e Valle d’Aosta. Ironia della sorte, è la stessa tornata dell’eventuale scadenza naturale del secondo mandato Toti. Poi le cose sono andate diversamente.
Come noto, la tendenza generale è quella di accorpare le elezioni sul territorio nazionale e, quindi, è molto probabile che anche Genova sia chiamata alle urne a maggio.
I tempi ci sono. Tra i vari passaggi burocratici e in consiglio comunale (devono essere tre in altrettanti sedute dell’assise) è possibile che l’addio di Bucci a Palazzo Tursi si formalizzi per metà novembre, sei mesi esatti da maggio 2025.
Altre domande, quindi, sono d’obbligo: come si stanno preparando i due principali schieramenti? Il centrosinistra saprà sfruttare il risultato della coalizione alle regionali su Genova? I genovesi hanno voltato le spalle solo a Bucci o all’intera squadra?
Il centrodestra, come noto, sta puntando tutto sul vicesindaco Pietro Piciocchi, passato in pochi mesi da essere l’uomo di punta del centrodestra per le regionali (per diverse settimane sembrava fosse lui il candidato presidente della coalizione di governo) a candidato sindaco per dare continuità all’amministrazione eletta per la prima volta nel 2017, confermata nel 2022 e ora pronta a correre nuovamente.
Dall’altra parte il centrosinistra deve rimettere insieme i pezzi dopo la batosta delle regionali, appoggiandosi sulla sola soddisfazione di aver conquistato l’elettorato genovese, una volta ‘culla’ di Bucci. Un apparente vantaggio, ma anche una pesante responsabilità nel vestire il ruolo di favoriti, proprio come sembravano essere in estate dopo l’esplosione e l’epilogo del caso Toti. Sarà fondamentale non ripetere gli stessi gravi errori: presentare il candidato con ampio (e incomprensibile) ritardo e mettere insieme un ‘campo largo’ che alla fine si è rivelato essere un peso e non un buon compagno di viaggio. Al momento, va detto, non ci sono tracce di un nemmeno ipotetico candidato sindaco e, men che meno, di una possibile squadra.