Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia.Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
Dove ‘nascono’ i 'testi' per la farinata, le torte di verdura e tante specialità della tradizione gastronomica genovese? A Rivarolo, al numero 55 di via Celesia, si trova un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e in cui vengono realizzati questi particolari tegami: il Laboratorio del Rame della famiglia Faccio.
"La nostra famiglia arriva dalla Valle D’Aosta: il mio bisnonno Alessio si è trasferito a Genova nel 1860 e ha aperto qui un piccolo negozio in cui realizzava la stagnatura del rame", racconta Giancarlo Faccio, attuale proprietario insieme al figlio Alessio, quinta generazione a portare avanti la tradizione di famiglia. Il Laboratorio del Rame è stato riconosciuto come Bottega Storica di Genova, un titolo che premia la sua lunga storia e il suo valore per la città. All'interno del laboratorio si possono ammirare banchi di lavoro con piastra per spianatura, una cavallina originale di fine Ottocento e numerose attrezzature. Inoltre, è presente una fattura di acquisto del 1914 e altri attestati di riconoscimento dell’attività che testimoniano la continuità dell’esercizio negli anni.
Il laboratorio è specializzato nella stagnatura del rame, una tecnica antica che richiede grande maestria e conoscenza del materiale: ”In apparenza sembra un procedimento semplice, richiede invece un’approfondita conoscenza del materiale e una successione di fasi che solo la sensibilità acquisita con la lunga esperienza permette di eseguire con successo". Il laboratorio realizza principalmente teglie, pentole e tegami in rame per la ristorazione, in particolare per i ‘farinotti’ genovesi, ma la sua clientela si estende anche in Lombardia, Inghilterra e Dubai: "I farinotti genovesi, i forni dove si fa il pane, sono tutti nostri clienti. Oltre alla Liguria, abbiamo clienti anche in Lombardia, in Inghilterra, a Dubai… ovunque arrivino la farinata e la focaccia al formaggio c’è bisogno di tegami di rame", afferma Giancarlo. Oltre a questo tipo di produzione, il laboratorio realizza anche oggetti su misura.
La scelta di Rivarolo come sede del laboratorio è legata al passato industriale del quartiere. "Qui mio nonno lavorava per le fabbriche della zona, che facevano dei calderoni grossi e lui si occupava della stagnatura interna quando non c’era lavoro in bottega. Poi a Rivarolo ci sono rimasti, hanno trovato casa", spiega Faccio.
Il negozio costituisce una testimonianza della storica vocazione produttiva del distretto, zona caratterizzata fino a pochi decenni fa dalla diffusa presenza di piccoli lavoratori manifatturieri. Giancarlo ricorda con nostalgia via Celesia com'era un tempo: "Qui non c’era una saracinesca chiusa, era una via rinomata, con pescherie, macellerie, panifici, è un peccato perché ora c’è molto più degrado rispetto a quei tempi".
Nonostante le difficoltà di portare avanti un'attività artigianale in un contesto moderno, Giancarlo e Alessio continuano a lavorare con passione, orgogliosi di tramandare un mestiere antico e di creare oggetti unici. "Non è facile, non si finisce mai di imparare e ci si sporca sempre moltissimo. Anche creare qualcosa partendo da zero non è semplice. Tutto quello che costruiamo viene fatto completamente a mano, partiamo da un disegno e cerchiamo di fare il meglio possibile… vedere i clienti soddisfatti è sempre una cosa molto bella. Se non desse soddisfazione, questo tipo di lavoro non si potrebbe fare" conclude Giancarlo.
Alessio, pur essendo all'inizio del suo percorso, è determinato a portare avanti la tradizione di famiglia. "Non ho iniziato da tanto a fare questo mestiere, ma sono la quinta generazione e ho voluto provare. Ci vogliono anni per imparare e piano piano si porta avanti la tradizione e l’attività di famiglia. L’obiettivo è quello di fare sempre meglio. Tra i miei coetanei non è un lavoro molto conosciuto, ma chi poi lo scopre si rende conto che è molto difficile e spero di farlo al meglio", afferma. Un esempio di come la passione, la tradizione e la maestria artigianale possano resistere al passare del tempo e continuare a creare oggetti di grande valore.