Se quello di una settimana fa contro il Bologna, aggiunto a qualche spunto odierno, sembrava essere un primo segno di risveglio per il Genoa, è l'aquila laziale a rigettare il Grifone nei suoi incubi.
Un 3-0 per una Lazio a cui bastano poco più di tre conclusioni nello specchio della porta per avere la meglio di un Vecchio Balordo che si sperava rincuorato alla vigilia dall'annunciato arrivo di Mario Balotelli nei prossimi giorni. E invece la squadra di Gilardino, che pure qualche barlume positivo sembra darlo a sprazzi, si ritrova ancora una volta a leccarsi le ferite di una sconfitta a tratti immeritata per quanto concesso all'avversario ma altrettanto figlia di quanto poco costruito per crearsi quei punti in classifica che cominciano a diventare vitali al pari dell'ossigeno.
Bastano poco più di una ventina di minuti alla squadra di Baroni per incanalare la gara sul binario a lei più congeniale, grazie in particolare alla qualità del suo fraseggio. La cavalcavata di Nuno Tavares sulla sinistra e la splendida giocata di Noslin con tiro incrociato aprono le marcature, eppure i primissimi minuti avevano lasciato intravedere la volontà di un Genoa dall'atteggiamento più spinto, determinato a non subire l'avversario.
Ed è una china che, nella prima frazione, la squadra di Gilardino fatica a invertire, riuscendo a mettere in difficoltà i biancocelesti solo da qualche calcio d'angolo. Sono anzi i padroni di casa a trovare i tempi giusti per mandare al 42' al tiro Tavares (palla fuori di poco) trovando nel mezzo la via giusta del suggerimento con estrema facilità.
Inizia proprio da lì allora Gilardino a intervenire a inizio ripresa. Fuori Sabelli, dentro Norton-Cuffy che immediatamente con una discesa centrale va alla conclusione però non particolarmente complessa per Provedel. E' invece un po' più da brivido per Leali quanto creato nei primi dieci minuti da Castellanos, che prima calcia alto e poi trova un groviglio di gambe di difensori e mani di Leali.
A quel punto diventano determinanti i cambi. E ancora una volta per la sfortuna del Grifone. Baroni rinfoltisce il centrocampo con Vecino e affiancando Pedro a Castellanos e Noslin; Gilardino risponde alzando decisamente il barcentro mandando dentro il rientrante Badelj ma soprattutto due punte come Ekhator e Ankeye (sfortunatissimo il nigeriano che lascia però il campo dopo una decina scarsa di minuti per una botta).
Decisivo è, all'85', il tap-in di Pedro sulla respinta di Leali. Poi è l'estremo portiere a dire ancora no a Tavares mentre i biancocelesti vanno ad arrotondare ulteriormente il risultato col colpo di testa nel recupero di Vecino. Al triplice fischio di Piccinini il Genoa si ritrova così al terzultimo posto della classifica in solitaria ad aspettare l'infrasettimanale e SuperMario, ultimo baluardo di speranza in un momento di tempesta la cui fine sembra sempre più una chimera.
IL TABELLINO
LAZIO-GENOA 3-0
Reti: 21' Noslin, 85' Pedro, 95' Vecino
Lazio (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Patric, Gila (85' Gigot), Tavares; Guendouzi, Rovella (85' Castrovilli); Isaksen (62' Vecino), Dia (62' Pedro), Noslin (78' Tchaouna); Castellanos.
A disposizione: Mandas, Furlanetto; Pellegrini, Dele-Bashiru.
Allenatore: M. Baroni
Genoa (4-4-2): Leali; Sabelli (46' Norton-Cuffy), Vogliacco, Vasquez, Matturro; Zanoli (62' Ekhator), Frendrup, Miretti (62' Badelj), Martin; Thorsby (62' Ankeye, 71' Melegoni), Pinamonti.
A disposizione: Sommariva, Stolz; Bohinen, Pereiro, Marcandalli, Accornero, Ahanor, Masini.
Allenatore: A. Gilardino
Arbitro: Piccinini