Attualità - 26 ottobre 2024, 14:00

Addio a un'icona sestrese: chiude lo storico negozio 'Repetto colori e vernici'

Dopo sessant'anni di attività, il titolare Paolo Repetto, la moglie e collaboratrice Cinzia Antonietti e ‘Brunin’, hanno deciso di abbassare la saracinesca a fine ottobre, lasciando un vuoto dentro Sestri Ponente e in tutti quei 'sestresi' che da anni, almeno una volta nella vita, si sono recati in negozio per fare un acquisto

Brunin, Cinzia e Paolo

Ecco che un altro negozio, o meglio, 'bottega', lascia purtroppo la nostra città: è il turno di 'Repetto colori e vernici', che da ben sessant'anni è stato un punto di riferimento per Sestri Ponente e per tutti quei sestresi che, almeno una volta nella vita, si sono recati da lui per acquistare del materiale. 

Nota attività nel cuore pulsante di Sestri Ponente, precisamente situata nell'area pedonale di via D'Andrade, è stata per molto tempo un'icona nella zona e che, purtroppo, il 31 ottobre abbasserà definitivamente la saracinesca lasciando un vuoto nella comunità. 

Una lunga storia, quella di Paolo, Cinzia e Bruno detto 'Brunin', fatta di massima serietà, cortesia e una competenza d'altri tempi, capace di fornire un servizio 'sartoriale' e che da sessant'anni a oggi hanno portato un 'pizzico' di colore nelle nostre case e non solo. 

Paolo, come dicevamo sono oltre sessant'anni che quest'attività è sul nostro territorio: come avete iniziato questo percorso e come si è sviluppato nel corso degli anni fino ad arrivare a questa decisione di chiudere definitivamente a fine mese? 

"Il tutto è partito dalla volontà e la caparbietà di mio padre Giuliano, che nel 1960 acquistò il negozio da una zia di mia mamma che aveva l'attività verso Piazza Baracca ed era un locale molto più piccolo rispetto a questo e lui smise di fare il camionista perché trasportava il vino per un parente in Piemonte. Così, decise di intraprendere l'attività del negozio, del commercio in prima persona. L'attività nuova e l'arrivo di un figlio insieme sono state situazioni importanti ma che comunque lui ha tenuto bene, grazie anche al supporto di mia madre. Dopo lui ha portato avanti il negozio fino al 4 dicembre 2001 quando purtroppo è stato male per poi lasciarci nel 2003. Ritornando sull'attività, questa si è sempre più ingrandita nel corso degli anni, tanto che siamo arrivati ad essere in dieci. Abbiamo servito carrozzerie, industrie, cantieri nautici. L'edilizia in particolare la seguiva lui con grande capacità e grande assiduità: mio padre ha sempre avuto un grande appeal nei confronti di chi lo ascoltava perché comunque aveva un modo di parlare e presentarsi veramente unico. Io ho cominciato a lavorare ufficialmente tra il 1977 e il 1978, fatta eccezione di una breve sosta nel 1981 per il servizio militare. Dopo poco tempo è venuta a lavorare con noi Cinzia, e ai tempi eravamo già fidanzati e dopo nell'84  è venuto arrivato Bruno. Con loro praticamente ho condiviso questi 40 anni abbondanti di lavoro e Bruno è sempre stato al banco, eccetto un periodo in cui uscivamo il lunedì per andare dai clienti e di conseguenza alla mattina tenevamo chiuso. Successivamente, vista anche la sua capacità, 'Brunin' si è stabilito permanentemente in negozio. Cinzia, invece, ha sempre fatto lavoro amministrativo, anche perché ha delle grandi capacità sia mentali che a livello di preparazione sui conti. Loro due, ci tengo a dirlo, sono stati importantissimi: due colonne portanti dell'azienda fino all'ultimo momento".

Noi tutti ci ricordiamo anche del magazzino in via Fabio da persico... come mai lo avete chiuso?

"Questo magazzino lo abbiamo aperto nell'81 e ha funzionato fino al 2014. I primi anni sono stati duri ma c'era lavoro, è stato molto semplice. Gli ultimi tempi invece sono stati veramente pesanti tanto che purtroppo nel 1 gennaio 2015 ho dovuto chiudere un ramo d'azienda in primis per la situazione economica delicata, ma anche perchè non si riusciva più a far quadrare i costi del personale. Teniamo conto che fuori bisognava andare a vendere ma non è che potevi vendere come dicevi tu; dovevi vendere come diceva il mercato. Di conseguenza, sia per quanto io fossi bravo o non bravo a comprare il meglio possibile, non c'era margine a sufficienza per reggere anche la competizione economica, dove ognuno tirava l'acqua al suo mulino cercando di incidere sul mercato tirando un po' giù il prezzo. Con questo meccanismo, abbiamo subito tutto un contraccolpo inevitabile".

Quindi tra costi, esigenze del mercato, l'arrivo della grande distribuzione oltre a internet, sono stati fattori determinati? Oltre al fatto che, trovandosi in una zona pedonale, sicuramente non è stato facile dato che voi vendete anche oggetti talvolta non propriamente leggeri...

"Assolutamente si. C'è stata, infatti, anche questa incisione particolare e veloce  della grande distribuzione che sicuramente non ha giocato a favore. Poi, l'ultimo ma non l'ultimo, internet ha fatto una parte direi abbastanza importante. Noi diciamo che all'inizio l'abbiamo subita molto meno di altri settori e devo dire che ancora oggi, probabilmente, la subiamo abbastanza poco. Con gli spazi di posteggio ha la possibilità di un sacco di cose che noi non abbiamo. Ad esempio, essendo in una zona pedonale da più o meno vent'anni, questa ci ha disintegrato. In un primo periodo era stato deciso l'accesso dei merci fino solo alle 10.30. Poi io e altri colleghi ci siamo un po' impuntati chiedendo più margine e adesso li abbiamo portati fino alle 11.30 ma comunque non è sufficiente perché  gli stessi corrieri che arrivano al mattino, molte volte sforano perché non riescono a fare tutte le consegne nei tempi. Il fatto è che qui ci sono, fortunatamente, ancora attività che hanno necessità di essere approvvigionate, quindi la zona pedonale dev'essere assolutamente regolamentata in modo migliore".

Avete pensato a vendere l'attività o, eventualmente, mantenerlo a livello familiare?

"Io e Cinzia abbiamo due figli, una ragazza di trent'anni e un ragazzo di ventisei che però hanno scelto altre strade, quindi non c'è stato nessun biasimo, nessuna discussione e nessun ostacolo nei loro confronti. Loro devono fare la loro vita e noi li abbiamo sempre appoggiati perché lavorare deve essere piacevole e costruttivo, di conseguenza forzarli a vendere in un negozio verso il quale non avevano interesse, non sarebbe stata la scelta corretta. Proprio per questo motivo io mi ero portato avanti: circa quattro anni fa ho iniziato a sondare intorno a colleghi, amici, conoscenti se ci fosse qualcuno fosse interessato al negozio. Alla fine, abbiamo deciso in famiglia di cedere tutto quanto all'azienda con la quale iniziai un rapporto di collaborazione esternamente all'attività nel 2015". 

Sei stato lungimirante Paolo scegliendo nel 2015 di collaborare con un'azienda esterna parallelamente all'attività...

"Diciamo che l'idea mi è venuta in mente dopo la chiusura del magazzino. C'è stata sicuramente lungimiranza avendo notato anche i cambi di marcia del mercato. In quel momento ci siamo detti insieme di provare a collaborare con un'azienda diversa da noi e nonostante il rischio è andata molto bene e in dieci anni abbiamo instaurato un rapporto proficuo basato sulla massima collaborazione e fiducia, che poi ci ha portato, come ho detto, a decidere di passare tutto nelle loro mani"

Quali sono secondo voi le caratteristiche che vi hanno permesso di andare avanti per tutto questo tempo, essendo che un lavoro a contatto con le persone è sempre estremamente delicato?

"In primis, - racconta Cinzia -, c'è il rapporto umano che Bruno ha creato con i clienti. Quando c'è stato un momento di crisi delle attività, Bruno ha sempre accolto e curato i clienti con le sue spiegazioni dettagliate, senza mai farlo sentire sbagliato ed è stato capace di creare, oltretutto, un rapporto di fiducia. Infatti, spesso le persone si recavano dopo gli acquisti in negozio per chiedere suggerimenti e consigli. Tutti questi aspetti, nella grande distribuzione non li trovi. Empatia, cordialità e professionalità: questo è quello che ci ha sempre differenziato come piccola attività di famiglia, rispetto ai grandi negozi dove tutto è più veloce e anonimo. In una bottega, si viene a creare un vero e proprio rapporto dove il cliente non si sente mai trascurato, che talvolta sfocia anche in amicizia dove ci si chiede come va e come stai. Ci capita spesso che le persone passino in negozio solo per salutare, a volta anche per invitarci a prendere un caffè"

Bruno, in quarant'anni di collaborazione ne avrai viste di tutte i colori... ci racconteresti un ricordo?

"Beh, è capitato più volte che delle persone invece di mettere il diluente nella pittura, ci mettessero l'acqua, anche dopo averglielo spiegato almeno sette volte. Poi tornavano in negozio e mi chiedevano anche 'ma come mai galleggia'. Veda un pò lei!". 

Quali sono i clienti che principalmente si rivolgono a voi? 

"Oggi la maggior parte dei nostri clienti è gente anziana, perché i giovani purtroppo non si interessano e spesso non si informano. Purtroppo si sono andati a perdere tutti questi mestieri come i coloritori e i falegnami. I nostri clienti che ci hanno portato fino a qua, era tutta gente che quando sono entrato in negozio aveva quarant'anni e ora ne hanno tutti tra i settanta e ottanta. Devo dire, però, che la maggior parte dei nostri clienti sono donne, perché spesso fanno dei lavoretti manuali. Loro si interessano e si informano, per poi capita si rechino in negozio per chiedere consigli. Io quello che dico sempre, dopo tanti anni passati dietro al banco, è che i tuoi problemi te li devi lasciare a casa".

Quarant'anni di collaborazione sono davvero tanti...ormai a Sestri Ponente sanno tutti chi è 'Brunin'

"Chiaramente mi sono trovato bene, altrimenti non ci stavo mica per tutto questo tempo. Per me loro sono i miei due fratelli. Anche con il padre di Paolo c'era un rapporto meraviglioso. A me dispiace andare via, perché la mia vita è qua. Io esco dal negozio e passeggiando per via Sestri tutti mi chiamano 'signor Repetto', perché vedendomi sempre dietro al bancone, mi credono il titolare!". 

Federico Antonopulo