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Cultura | 22 ottobre 2024, 08:00

Federica Piera Amadori presenta il suo nuovo romanzo, ‘Le vongole non hanno gli occhi’: “Con l’ironia faccio critica sociale”

“Grazie ai miei personaggi affronto i temi che mi stanno a cuore, come le contraddizioni e le ipocrisie del nostro tempo”. La presentazione di mercoledì alle 18 alla Feltrinelli vedrà l’autrice dialogare con Manuel Bova

Mercoledì 23 ottobre, alla Feltrinelli di Genova alle ore 18, si terrà la presentazione dell'ultimo romanzo di Federica Piera Amadori, ‘Le vongole non hanno gli occhi’. L'autrice sarà accompagnata dallo scrittore genovese Manuel Bova per un dialogo che promette di essere brillante e ricco di spunti, visto che tra i due si è instaurata una collaborazione e una complicità ironica, condita da uno scambio costante di battute. Questo romanzo, il quarto di Amadori, rappresenta il secondo capitolo di una serie iniziata con ‘L’Ora dei Cornuti’, ma i lettori possono affrontare i due testi in modo indipendente, come ci tiene a precisare l'autrice.

Questo è il tuo quarto romanzo e il secondo della serie iniziata con “L’Ora dei Cornuti”. Qual è il filo conduttore che lega questi due libri?
Sì, è il mio quarto romanzo e il secondo di questa serie. Ci tengo a precisare che i due romanzi sono totalmente indipendenti, possono essere letti in qualsiasi ordine. L’unico punto in comune è il protagonista e qualche personaggio ricorrente. In entrambi i libri, però, c'è lo stesso tema di fondo: una critica alla società moderna. Il vero filo conduttore è proprio questo: la nostra società è corrosa, con sempre meno punti di riferimento morali. Io uso l'indagine come espediente per far interagire i miei personaggi e l’ironia per muovere una critica sociale

I tuoi personaggi sono sempre molto particolari, come li descriveresti?
Sono tutti personaggi difettosi, con delle ‘tare’ che si portano dietro. Ciascuno di loro rappresenta una parte della società che fotografo attraverso un linguaggio ironico. Questo mi permette di fare una critica profonda, ma con leggerezza, quasi come se fosse una battuta. Quello che è curioso è che, nonostante le differenze sociali ed economiche, alla fine questi personaggi si somigliano tutti. Fotografo la Genova Bene, ma quello che vedo lì lo posso trovare anche in periferia”.

Com’è nata la tua passione per la scrittura?
Ho sempre avuto un forte legame con l'arte. Per anni ho lavorato come restauratrice di affreschi e stucchi, ma con due figli piccoli ho dovuto ridurre quel tipo di impegno. Mi sono reinventata, lavorando anche nel mondo della moda, ma non riuscivo a trovare un modo per esprimere davvero me stessa. Scrivere era un sogno che avevo fin da ragazza, e quando mi sono trovata in un momento difficile della mia vita ho deciso di puntare la sveglia alle due e mezza del mattino e cominciare a scrivere. Così è nato il mio primo romanzo”.

Quali sono le tematiche che affronti in questo nuovo romanzo?
‘Le vongole non hanno gli occhi’ è un’indagine intricata che serve da spunto per parlare della Genova seducente ma anche sordida. C’è la città bella e pulita, ma c’è anche quella nascosta, dove accadono fatti che nessuno racconta. Il romanzo è un susseguirsi di eventi e colpi di scena, non si prende fiato. A me interessa dare risalto ai personaggi, che sono caricature volutamente grottesche. In questo modo posso amplificare i temi che mi stanno a cuore, come le contraddizioni e le ipocrisie della nostra società. Arturo, il protagonista, è un personaggio che amo molto. È un ex ricercatore matematico, un po' dissociato, che parla con il poster di Galileo per chiedergli consigli. Dopo essere stato messo alla porta dall’università, decide di diventare investigatore, ma usa metodi del tutto personali. Non ha gli strumenti dell’intelligence moderna, ma si affida alle sue intuizioni per risolvere i casi. È un anti-eroe che riesce a cavarsela sempre grazie alla sua logica, un po' alla Sherlock Holmes, ma con un tocco decisamente più umano e ironico.”

Pensi che, parallelamente a quella musicale, ci sia una sorta di ‘Nuova scuola genovese’ anche per quanto riguarda la letteratura?
A Genova ci sono tantissimi autori molto validi: parlo di Cristina Origone, Sara Morchio, e molti altri. La città è sempre la cornice dei miei romanzi, i genovesi e la genovesità non mancano mai in quello che scrivo”. 

Con la sua critica sociale pungente e uno stile narrativo ironico, ‘Le vongole non hanno gli occhi’ promette di essere un viaggio tra i lati più oscuri e ambigui della nostra società, accompagnato da personaggi indimenticabili e profondamente umani. 

Chiara Orsetti

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