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Politica | 20 ottobre 2024, 08:56

Dalla stanza dei bottoni di piazza De Ferrari ai sentieri del Parco Montemarcello: Toti vuole saldare il conto con la giustizia al servizio della natura

Il suo legale, Stefano Savi, ha inoltrato al giudice la proposta di svolgere le millecinquecento ore di pena alternativa come addetto alla promozione della riserva spezzina

Dalla stanza dei bottoni di piazza De Ferrari ai sentieri del Parco Montemarcello: Toti vuole saldare il conto con la giustizia al servizio della natura

L’ex presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, ha messo sul tavolo la sua offerta per commutare la pena di due anni e un mese patteggiata per corruzione: millecinquecento ore di lavoro di pubblica utilità. Il sipario sulla vicenda si appresta a scendere con un Toti pronto a essere quel “semplice e comune cittadino della Liguria” che lui stesso aveva evocato nella sua lettera di dimissioni del 26 luglio scorso. La sua proposta è quella di lavorare come addetto alla promozione del Parco di Montemarcello-Magra-Vara, una riserva che lambisce le coste dello Spezzino. Un po' di carte, un po' di weekend negli uffici di Sarzana, con l'obiettivo di chiudere la parentesi entro un paio d’anni.

La richiesta è stata inoltrata al giudice, Matteo Buffoni, che dovrà mettere il tutto nero su bianco il prossimo 30 ottobre. Non si sentono, per ora, voci di dissenso dal tribunale. Ma l’avvocato di Toti, Stefano Savi, non si ferma lì. Ha preparato anche un ‘piano B’, qualora qualcosa si inceppasse. Un’altra idea, un’alternativa meno bucolica: un ufficio all’ospedale San Martino di Genova, nel padiglione Ist, ex Istituto Tumori. Un lavoro dietro la scrivania, lontano dai corridoi.
Però, due fattori pesano sulla scelta definitiva. Primo: la logistica. Toti abita ad Ameglia, a un passo dal parco. Se sconta la pena lì, tutto resta in mano a un solo ufficio del Ministero della Giustizia, quello della Spezia. Meno carte da passarsi, meno possibili intoppi. Secondo: il Parco lo conosce bene, l’ha visto crescere. A guidarlo oggi c’è Eleonora Landini, biologa che lui stesso aveva messo alla presidenza nel 2021. Un incarico su misura, dove i compiti spaziano dalla manutenzione dei sentieri alla gestione dei cinghiali, dalla produzione di miele al controllo delle specie invasive.

Toti, lo ricordiamo, ha patteggiato su tre episodi di corruzione e uno di finanziamento illecito. Una ferita aperta che ha già portato al sequestro di 175 mila euro dai conti del suo ex comitato elettorale. Di questi, 75 mila sono legati al nome dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli. Soldi passati di mano in cambio di favori su concessioni. Una partita di affari giocata tra carte bollate e conversazioni captate dagli inquirenti sull’ormai noto yacht dell’imprenditore.
E poi ci sono gli altri. Diecimila euro da Francesco Moncada, ex dirigente Esselunga, per agevolare l’apertura di supermercati a Sestri Ponente e Savona. In questo giro di favori si inserisce anche Maurizio Rossi, editore di Primocanale, il cui nome compare tra gli indagati per la pubblicità elettorale camuffata, pensata per spingere la ‘Lista Toti per Bucci’ alle comunali 2022.
Il conto finale arriva a 175 mila euro, grazie anche ai 90 mila versati da Luigi Alberto Amico, altro operatore portuale. Una licenza rinnovata e vantaggi assicurati, così si chiude il cerchio anche su di lui. 
Tuttavia, su questo fronte, la discussione è ancora aperta. Toti vuole patteggiare, ma la sua pena potrebbe aumentare ulteriormente.

Redazione


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