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Gen Z - il mondo dei giovani | 20 ottobre 2024, 09:30

Gen Z - Il mondo dei giovani - Lo slang della Generazione Z che sta cambiando il modo di comunicare

I ragazzi stanno dando forma a un linguaggio nuovo, dinamico e in continua evoluzione, plasmato dall'era digitale e dalle piattaforme social. Termini come "vibe check", "cringe" e "no cap" non solo arricchiscono il vocabolario, ma riflettono i valori, le esperienze e l'identità di questa generazione

Foto di Yan Krukau

Foto di Yan Krukau

Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. Portata avanti per quasi due anni da Gaia Uccheddu, vede ora come autrice Martina Colladon, laureanda in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.

Ogni generazione porta con sé un nuovo vocabolario, un insieme di termini e espressioni che riflette non solo i cambiamenti sociali e culturali, ma anche la trasformazione dei mezzi di comunicazione. La Generazione Z, cresciuta nell'era digitale, non fa eccezione: con la diffusione di Internet e dei social media, lo slang utilizzato dai giovani di oggi è diventato fluido, in continua evoluzione, e spesso incomprensibile per chi appartiene a generazioni precedenti. 


Ma cosa rende unico il modo di parlare della Gen Z? E come lo slang riflette i loro valori, le loro esperienze e la loro visione del mondo?

 

Lo slang della Generazione Z si sviluppa e cambia rapidamente, spinto da piattaforme come TikTok, Instagram, Twitter e Twitch, dove la brevità e la viralità sono fondamentali. Parole e frasi che fino a qualche anno fa erano sconosciute, come "vibe check", "ghostare", "cringe" o "lit", sono entrate nell'uso quotidiano, mentre nuovi termini emergono con una velocità sorprendente.

 

La Gen Z utilizza lo slang non solo come un mezzo per comunicare tra pari, ma anche come un modo per distinguersi dalle generazioni precedenti. L'uso di questi termini crea un senso di appartenenza a un gruppo, una sorta di codice linguistico che può sembrare criptico a chi non è parte della cultura digitale. Spesso queste parole nascono in contesti di nicchia online, per poi

diffondersi rapidamente, grazie alla natura virale delle piattaforme social.

Una delle principali caratteristiche del linguaggio della Generazione Z è l'influenza dei meme e della cultura pop. Molti termini di slang derivano direttamente da meme virali, programmi televisivi, video musicali o personaggi famosi. Il linguaggio diventa così un collage di riferimenti condivisi che solo chi è inserito in determinati contesti culturali può comprendere appieno.

 

Ad esempio, l'espressione "no cap" (che significa "senza bugie") proviene dalla cultura hip-hop ed è diventata popolare grazie a influencer e artisti che l'hanno diffusa sui social media. Altri termini come "simp" (qualcuno che è troppo servile nei confronti di una persona che gli piace) o "stan" (un fan ossessivo, preso dal nome della famosa canzone di Eminem) dimostrano come la cultura pop e la musica abbiano un ruolo cruciale nello sviluppo dello slang della Gen Z.

 

Un altro elemento distintivo del linguaggio della Generazione Z è la forte influenza della lingua inglese e americana. Con l’espansione di Internet e la globalizzazione dei contenuti, molti giovani italiani hanno adottato termini stranieri, spesso provenienti dal mondo anglofono, integrandoli nel loro linguaggio quotidiano. Parole come "cringe", "awkward", "cool" o "random"

vengono utilizzate con disinvoltura, spesso senza alcuna traduzione, poiché risultano più incisive o dirette nel descrivere determinate situazioni.

Altre volte, questi termini vengono italianizzati e resi parte del lessico comune.

"Cringe", ad esempio, usato per descrivere qualcosa di imbarazzante o che genera disagio, è diventato un termine di uso frequente tra i giovani italiani, perdendo parte del suo significato originario, ma adattandosi perfettamente alle dinamiche linguistiche locali.

 

Questa tendenza dimostra come il linguaggio si evolva non solo internamente, ma anche attraverso influenze esterne, dando vita auna sorta di ibridazione linguistica che riflette il contesto globale in cui la Generazione Z è immersa.

Molti giovani della Gen Z scelgono di adottare un linguaggio che eviti stereotipi di genere, preferendo pronomi neutri o termini che includano tutti i generi. Questo approccio riflette una mentalità più aperta e progressista rispetto a quella delle generazioni precedenti, che spesso risultano più rigide e tradizionali.

 

Per molti adulti, la velocità con cui lo slang cambia e si evolve è fonte di confusione. Ciò che rende difficile seguire il linguaggio dei giovani non è solo la novità dei termini, ma anche la natura profondamente contestuale dello slang. Molte parole hanno significati che dipendono dal contesto in cui vengono usate, e spesso questi significati non sono immediatamente evidenti a chi non è parte della cultura giovanile o non frequenta gli stessi spazi digitali.

Il linguaggio della Generazione Z è un riflesso diretto della loro esperienza in un mondo iperconnesso e in costante cambiamento. È dinamico, inclusivo e profondamente influenzato dalla cultura pop e digitale. Anche se a volte può sembrare impenetrabile per chi è fuori dal loro universo, questo modo di parlare rappresenta una forma di resistenza e di autoespressione che li

aiuta a creare una propria identità in un mondo sempre più frammentato.

Il modo di parlare della Gen Z potrebbe sembrare solo una moda passeggera, ma in realtà offre un'istantanea preziosa del mondo contemporaneo e delle sfide che i giovani di oggi affrontano.

 

È probabile che, come per tutte le generazioni precedenti, anche lo slang della Generazione Z influenzerà il linguaggio futuro, lasciando un'impronta duratura nella cultura e nel modo di comunicare.

Martina Colladon

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