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Sanità | 17 ottobre 2024, 10:49

Curarsi in Liguria è cosa da ricchi, lo dimostra uno studio della Bocconi: la regione al primo posto nazionale per spesa sanitaria pro capite

Secondo i dati Istat i liguri spendono in media 900 euro all’anno, il 10% in più rispetto alla media nazionale, per via delle liste d’attesa infinite

Curarsi in Liguria è cosa da ricchi, lo dimostra uno studio della Bocconi: la regione al primo posto nazionale per spesa sanitaria pro capite

Non solo la Fondazione Gimbe, anche l’Università Bocconi di Milano scatta una fotografia allarmante di una sanità ligure da settimane al centro del dibattito politico e da mesi nel mirino degli utenti che ogni giorno hanno a che fare con un sistema al collasso.

Se i dati Gimbe hanno puntato il focus su strutture in ritardo, mancanza di personale e fughe verso il privato, la Bocconi ha messo in evidenza quello che per molti è ormai un dato di fatto: curarsi in Liguria è una cosa da ricchi.
I dati Istat non lasciano molto spazio alle opinioni: la Liguria è la regione italiana in cui si spende di più per curarsi con i suoi 900 euro pro capite, il 10% in più della media nazionale e il 40% in più rispetto al 2022 (i dati analizzati dalla Bocconi sono relativi al 2023). Per avere un metro di paragone, nella ricca Lombardia si spendono in media 200 euro in meno all’anno.
La domanda è d’obbligo: perché i liguri sono costretti a pagare per curarsi? La risposta è scontata: perché le liste d’attesa sono infinite. In Liguria servono oltre dieci mesi per una colonscopia, sei mesi per una visita cardiologica e un anno per una risonanza magnetica o una Tac.
E così i liguri si trovano costretti a pagare per visite specialistiche, esami, ricoveri, riabilitazioni e farmaci. Nello specifico, lo studio della Bocconi evidenzia che il 38% della spesa se ne va per acquistare medicine o pagare il ticket, il 29% per servizi ospedalieri e sanitari e il 21% per le cure odontoiatriche.

Un tema che, inevitabilmente, irrompe anche in campagna elettorale con le parole di Davide Natale, consigliere regionale uscente, segretario regionale del Partito Democratico e candidato alle regionali al fianco di Andrea Orlando. “Anche la Bocconi certifica il disastro della sanità ligure, la tassa occulta di Toti, Gratarola e Bucci che colpisce i più deboli - commenta Natale - è un segno del decadimento del servizio sanitario della nostra regione, in questi nove anni la sanità ligure è stata martoriata per la mancanza di visione e l’incapacità di assumere quelle scelte che avrebbero permesso ai cittadini di vedersi assicurato il diritto alla salute, un diritto fondamentale della nostra società”.

“Noi da tempo definiamo questa una tassa occulta e ingiusta, perché è una tassa non prevista - aggiunge Natale - colpisce i più deboli, soprattutto chi ha maggiori difficoltà economiche e non ha una logica progressiva rispetto al reddito, ma è legata a un bisogno essenziale, la salute. Infatti chi non può pagare, in Liguria, alla fine non si cura”.

Pietro Zampedroni

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