Attualità - 17 ottobre 2024, 15:55

Mugugni e polemiche sull’allerta, ma ecco perché sono state chiuse le scuole

La decisione trova origine nelle condizioni del suolo, già fortemente provato dalle piogge dei giorni scorsi

Scuole chiuse, dehor e mercati all’aperto sospesi nelle zone esondabili così come alcuni musei e luoghi pubblici, su tutti quello di Storia Naturale, ma anche divieti di sosta in aree che in passato hanno creato molte preoccupazioni.

Quella odierna per Genova è una giornata particolare, fatta di sguardi rivolti al cielo e di piogge e temporali, a tratti intensi, che si alternano a momenti di ‘respiro’ dove qualche raggio di sole può far pensare che l’ondata di maltempo sia passata.

I modelli previsionali, tuttavia, hanno evidenziato possibili critica anche per le prossime ore, spingendo l’amministrazione ad affrontare questa allerta arancione, prolungata fino alle 8 di venerdì 18 ottobre, come se fosse un’allerta rossa.

Una decisione inusuale che trova origine nelle condizioni del suolo, già fortemente provato dalle piogge dei giorni scorsi.

I terreni, infatti, sono saturi d’acqua e i bacini idrici, fortemente monitorati, possono crescere in maniera improvvisa.

In queste ore sotto stretta sorveglianza sono i corsi d’acqua, in modo particolare quelli del levante genovese, che hanno risposto alle forti piogge con un ingrossamento monitorato puntualmente.

Allagamenti e disagi sono stati segnalati in diverse parti della città e vere e proprie cascate si sono formate lungo le strade collinari.

Questa meticolosità decisa dal Comune a molti ha fatto storcere il naso e non sono mancate polemiche per le scelte dell’amministrazione che questa volta ha voluto anticipare le scelte relative alle scuole comunicando alle famiglie l’intenzione di sospendere le lezioni già nel pomeriggio di ieri.

Nel corso della mattinata, infatti, si sono moltiplicate le voci di alcuni - pochi per fortuna - che hanno preso sottogamba gli avvertimenti dei meteorologi e le disposizioni di Arpal sostenendo troppo rigide le misure adottate. 

Per qualcuno, infatti, si tratterebbe di gridare ‘al lupo, al lupo’ senza effettivamente trovarsi in una condizione di pericolo. I fatti tuttavia stanno dimostrando che le precauzioni, quando si parla di forti piogge, non sono mai abbastanza ed è sempre necessario salvaguardare la propria incolumità e quella degli altri non mettendosi in situazioni di pericolo.

Chi vede in scelte di tutela esagerazioni, diffondendo pensieri pericolosi e notizie infondate, mette doppiamente a rischio sé stesso e gli altri, prima di tutto sminuendo il prezioso lavoro dei previsori con il rischio di trovarsi in situazioni di pericolo. In secondo luogo diffonde false credenze e notizie errate che, in eventi come quelli di oggi, possono costare cari.

Genova con l’acqua ha un rapporto di amore e odio. Se dal mare, dal porto, la Superba è diventata tale; nel corso degli anni, da quella terribile alluvione del ’70 in avanti, ha sempre dovuto fare i conti con un terreno difficile che si ribella in maniera improvvisa e che sa lasciare dietro sé distruzione e morte.

Le conclusioni non è nemmeno necessario scriverle.