Attualità - 17 ottobre 2024, 08:00

Due donne, infinite creatività: una nuova vita per gli oggetti inizia dall’Officina

Tutto è nato dalla passione per il fai da te e per il riutilizzo, così Angelica Lucatini e Alessandra Colla ridanno alle cose una seconda opportunità: “E preserviamo anche pezzi di storia"

Il loro magico mondo è una continua scoperta di dettagli, oggetti di varie forme e dimensioni, ma anche presse, colle, chiodi, trapani e seghetti.

Insomma, tutto quello che ci si aspetterebbe di trovare in un’officina con in più un piccolo valore aggiunto: si pratica il riutilizzo tenendo vivi i ricordi di molti tramite oggetti, a volte dimenticati.

In via Cesarea si trova un angolo di meraviglia dove Angelica Lucatini e Alessandra Colla stanno trasformando il concetto di riciclo in una vera e propria forma d’arte.

Loro, due ex cognate, oggi si potrebbero chiamare ‘sorelle d’arte’ e hanno trasformato la loro passione condivisa per il fai da te e il riutilizzo creando un rifugio dove oggetti dimenticati, rovinati o non più accattivanti trovano una nuova vita.

A fine dei lockdown, coi figli ormai grandi - racconta Angelica - abbiamo unito le nostre passioni per il fai da te. Sotto casa, nei famosi duecento metri, abbiamo trovato un magazzino e siamo riuscite a svuotarlo. Era diventato il nostro posto, in un piccolo ex teatro, con i vetri zigrinati dove poter fare qualcosa”.

Quei vetri però, iniziano a diventare una sorta di ‘peso’ perché non si vedeva il mondo fuori: “Abbiamo deciso di sostituirli, ma in questo modo la gente ha iniziato a vedere dentro che cosa stavamo facendo e, con molta curiosità, ha iniziato ad avvicinarsi trovando interessanti le nostre creazioni”, prosegue Angelica.

Dopo un anno e mezzo, il trasferimento nei locali di via Cesarea: “Abbiamo trovato questo ambiente, chi lo occupava prima stava finendo il trasferimento e quando ci siamo entrate dentro abbiamo subito avvertito la sensazione di essere nel posto giusto”.

Il laboratorio, gli spazi, ogni cosa era parsa subito perfetta per l’attività di Angelica e Alessandra che da due anni sono una presenza fissa nella via.

Alessandra prosegue: “Siamo partite dicendo ‘non compriamo niente, ricicliamo solo tutte le varie cose’. Nel garage di Angelica c’era praticamente tutto quello che serviva così con le cose che aveva lei e con quelle che avevo io abbiamo messo su tutto”.

Ex cognate, già negli anni Novanta le due hanno portato avanti un piccolo laboratorio di decorazione: “Questi grembiuli - continua Alessandra - sono di quegli anni. Non si butta via niente”.

Nulla di quello che viene realizzato, eccezion fatta per le componenti elettriche e per le pitture, viene acquistato: “Ogni volta che ci serve un pezzo ci mettiamo a cercare tra tutte le cose che abbiamo in negozio - spiega Angelica - Il riciclo parte da qui poi per noi diventa ‘upcycling’ perché trasformiamo gli oggetti, diamo loro una nuova idea. Per esempio, un macinino da caffè è diventato una luce”.

Così, il comò è diventato un divano a dondolo, una credenza un divano relax, ma gli esempi da citare potrebbero essere infiniti. La chiave sembra essere stravolgere il punto di vista: “A volte abbiamo un oggetto da tempo, poi improvvisamente arriva l’ispirazione, ne parliamo e parte tutto”.

Alessandra prosegue: “A volte ci vuole pochissimo a realizzare qualcosa, altre volte giorni e giorni perché non tutto è subito a disposizione e lo spirito è quello dell’arrangiarsi”.

In qualche modo, la loro attività tiene vivi gli oggetti: “Sono oggetti ‘vecchi’ ma di uso comune, tanta gente quando li vede rivive sensazioni ed emozioni. I giovani, pur avendo magari case arredate con mobili di catene di articoli per la casa, anche per il costo della vita, qui vengono a cercare qualcosa di unico”.

Sì perché ogni creazione è un oggetto unico e irripetibile, che nasce da un’idea, da un racconto e che si traduce in una ricercatezza che piace sempre di più perché capace di raccontare le singolarità di ciascuno.

Capita - proseguono poi - che ci vengano chiesti dei lavori per rammodernate una vecchia cassettiera della nonna, o una macchina da cucire di quelle particolarmente vecchie, tramutandole in qualcosa che a volte appare anche irriconoscibile ma che poi si svela tramite un dettaglio”.

Perdersi nell’officina di Angelica e Alessandra può cambiare la giornata, far tornare alla memoria un affetto, un gioco, un gesto, e aiuta a ricordare che anche gli oggetti più ordinari possono diventare straordinarie opere d’arte.