Cronaca - 08 ottobre 2024, 08:00

Cronache nere diventate storie - Il delitto di Anna Rossi Lamberti di nuovo sotto i riflettori

In queste settimane si è tornati a parlare del caso, collegato ad un altro finito sotto i riflettori: il delitto del trapano. Cambia il contesto, diverse le vittime ma tra i due episodi potrebbero esserci delle similitudini

Prosegue questo martedì, e ci terrà compagnia per tutti i martedì successivi, ‘Cronache nere diventate storia’, un ciclo di articoli dedicati a misteri, casi irrisolti, casi riaperti dopo anni, episodi e vicende che hanno interessato la nostra regione e che sono diventati, nel tempo, memoria collettiva, passando dalle pagine dei giornali alle trasmissioni televisive, sino ai libri e ai podcast. Ad aprire le finestre sul passato è Valentina Carosini, la nostra giornalista da anni impegnata tra cronaca nera e palazzo di giustizia per agenzie e testate nazionali. 

Una donna uccisa nella sua abitazione di Marassi a Genova, un killer che resta sconosciuto per ventisei anni finché qualcuno non unisce i tasselli e scopre quelle che a tutti gli effetti sembrerebbero essere delle analogie con un altro vecchio caso.

E poi particolari che ritornano, come ad esempio la mancata effrazione, dovuta probabilmente al fatto che l'omicida fosse un volto conosciuto alla sua vittima, le sigarette sulla scena del delitto, un possibile movente di rapina.

Particolari per ricostruire un quadro completo, quello del delitto di Anna Rossi Lamberti, merciaia di 72 anni, vedova, che venne trovata uccisa nel suo appartamento di salita Franzoniana nel quartiere di Marassi a Genova il 9 aprile del 1998. Massacrata: il medico legale dirà che la donna, che viveva sola, è stata uccisa a coltellate - alcune delle quali al cuore - e con diversi colpi, forse pugni, inferti alla testa. Poi quei dettagli, le due tazzine sul tavolo per un caffè forse offerto all'ultimo ospite, e le sigarette spente nel posacenere. Il corpo di Anna Rossi Lamberti viene trovato mutilato di tre dita, un altro particolare difficilmente spiegabile tra indagini che si sono arenate di fronte all'assenza di una pista.

In queste settimane si è tornati a parlare del delitto di Marassi, collegato ad un altro caso finito sotto i riflettori: il delitto del trapano. Cambia il contesto, diverse le vittime ma tra i due casi potrebbero esserci delle similitudini. Per ora poco più di una suggestione.

Mentre il prossimo 10 ottobre Fortunato Verduci, carrozziere sessantenne sospettato di aver ucciso Luigia Borrelli - e per questo accusato di omicidio volontario - nel basso del centro storico di Genova in cui la donna si prostituiva nel 1994, sarà sentito dalla pm che ha riaperto le indagini due anni fa sul caso,  sotto la lente sono finite anche una serie di intercettazioni ambientali alle quali l'uomo è stato sottoposto negli ultimi anni.

Attenzionato da tempo in una delle conversazioni captate il carrozziere parla con alcuni colleghi, "con due omicidi - dice - che fanno?". Il contesto è quello di conversazioni 'leggere' ma il dubbio l'ha instillato, negli occhi di chi indaga. E se il delitto irrisolto non fosse l'unico?

Nello storico genovese dei casi rimasti senza soluzione ne spunta uno, proprio a Marassi, non lontano da zone riconducibili per lavoro e vita al principale sospettato autore del delitto del Trapano. Qualcuno ripensa alla cronaca della seconda metà degli anni '90 e spunta il ricordo di un'altra donna uccisa, delitto rimasto senza un colpevole. 

Nel caso di Luigia Borrelli i reperti sono stati rianalizzati con le più moderne tecniche scientifiche, le stesse che potrebbero essere applicate anche sul caso Lamberti, nel contesto del quale erano già stati repertati e rianalizzati diversi elementi nel corso degli anni.

La conversazione captata e quel dubbio che il delitto non sia l'unico potrà forse essere chiarita nel corso di un interrogatorio fissato per il 10 ottobre, mentre l'indagine si avvia alla sua chiusura. 

Solo una decina di giorni fa era stata respinta dal tribunale del Riesame di Genova la richiesta di arresto nei confronti di Verduci: non sono stati riscontrati elementi di pericolosità, concreti e attuali, che giustifichino la sussistenza dell'applicazione di una misura cautelare richiesta nell'ambito delle indagini.