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Sanità | 03 ottobre 2024, 15:51

Le lunghe attese infinite negli ospedali liguri, fino a otto ore per una visita: tempi da record al Galliera e al San Martino

Si salva solo il San Paolo di Savona. Il tema accende il dibattito politico, Pastorino: “Indiscutibile l’impegno del personale, ma c’è un problema di efficienza organizzativa”

Le lunghe attese infinite negli ospedali liguri, fino a otto ore per una visita: tempi da record al Galliera e al San Martino

Mentre la politica (tutta) ha fatto delle liste d’attesa uno dei pilastri della campagna elettorale, i pazienti liguri fanno i conti ogni giorno con ospedali e pronto soccorso prossimi al collasso. I tempi per la tanto desiderata (e talvolta urgente) prima visita dopo l’accettazione sono un’incognita e, quando non sono un’incognita, portano in dote attese infinite. La cosa non cambia per i tempi di dimissione.

Dati alla mano (riferiti al periodo che va da gennaio a luglio 2024), però, emerge una notevole sproporzione tra le varie strutture ospedaliere della Liguria, in un territorio che vede la presenza di ospedali più o meno grandi, più o meno baricentrici.
Come facilmente intuibile, il maggior numero di accessi si registra in quel di Genova: al San Martino si sono registrati 42.581, al Villa Scassi 23.850 e al Galliera 22.917. notevole anche il numero di pazienti trattati al San Paolo di Savona: 32.970.
E sono proprio gli ospedali più grandi e più frequentati a mostrare i tempi di attesa maggiormente lunghi. Al San Martino il tempo medio per il triage supera le 8 ore, mentre il tempo per la dimissione è di circa 9 ore. Non va meglio al Galliera: per la dimissione servono in media più di 9 ore.

Tempi lunghi anche a Ponente dove l’ospedale Borea di Sanremo, a fronte dell’accesso di 16.203 pazienti, ha un tempo medio per il triage di circa 9 ore, che diventano in media 7 ore per la dimissione.
Va in controtendenza il San Paolo di Savona, che garantisce un tempo medio di dimissione intorno alle 2 ore e mezza e un tempo di triage medio di circa 3 ore e mezza.

La questione, come detto, è finita al centro del dibattito politico. Ed è in particolare il centrosinistra a farsi promotore della battaglia.
Il candidato presidente del ‘campo largo’ Andrea Orlando ha puntato il dito contro l’amministrazione Toti, mentre il consigliere regionale (e candidato nella lista ‘Andrea Orlando Presidente’) Gianni Pastorino commenta nel dettaglio le statistiche: “Spesso i numeri hanno bisogno di un’interpretazione attenta per cercare di individuare soluzioni efficaci. In tutte le strutture liguri l’impegno del personale sanitario è indiscutibile e le criticità non riguardano solo la dimensione dei pronto soccorso, ma piuttosto c’è un problema di efficienza organizzativa, della necessità di strutture più adeguate che permettano di far lavorare meglio il personale, magari attraverso tecnologie più avanzate. La questione delle dimensioni dei pronto soccorso potrebbe risultare un'arma a doppio taglio: se da un lato consente di avere più barelle (come nel caso del Galliera), dall'altro è fondamentale garantire una costante gestione dei flussi in entrata e in uscita, sia per i ricoveri sia per le dimissioni”.

I dati sui tempi medi mettono in luce evidenti differenze tra le strutture, come sottolinea ancora Pastorino: “Dovremmo uscire dalla semplice logica dei numeri, senza fermarci a una valutazione superficiale. Sebbene l'impegno del personale sia indiscutibile, dai dati emergono differenze significative nei tempi medi di triage e dimissione. Tuttavia, questi dati dovrebbero essere valutati anche in termini qualitativi, per migliorare realmente i servizi. I tre principali poli, San Martino, Gaslini e Galliera, faticano a gestire l'afflusso di pazienti nei pronto soccorso”.

Il consigliere regionale, infine, guarda avanti alle possibili soluzioni: “La prima riguarda il personale: è evidente che manca personale medico, una carenza che riguarda tutto il Paese, ma anche infermieri, OSS e tecnici, una responsabilità regionale. Da questo punto di vista preoccupa la scarsa partecipazione ai concorsi per infermieri. La seconda considerazione riguarda l'organizzazione: non basta immettere nuovo personale nei pronto soccorso, ma è necessario intervenire affinché le persone non affette da patologie acute non finiscano nei pronto soccorso, ma vengano intercettate prima da strutture territoriali che possano gestire le loro problematiche. Questo richiede sia più personale pubblico sia una collaborazione virtuosa con i medici di famiglia, che sono essenziali nella definizione di un progetto sanitario territoriale efficace. Il diritto alla salute deve rimanere una priorità assoluta, e questi dati confermano quanto ci sia ancora da fare per migliorare l’accesso alle cure in Liguria.

Pietro Zampedroni

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