Come emerso anche dal dibattito in consiglio regionale, la sanità resta al centro del confronto elettorale, specie tra i due principali contendenti Marco Bucci e Andrea Orlando.
In mezzo ci sono cittadini e pazienti, alle prese ogni giorno con un sistema a dir poco lacunoso e con i pronto soccorso intasati, come abbiamo documentato oggi sulle pagine del nostro giornale.
Ad affondare il colpo ora è il candidato del centrosinistra che punta il dito contro la nuova discesa in campo dell’assessore regionale alla Sanità uscente, Angelo Gratarola.
“Toti e le sue giunte hanno portato allo sfascio la sanità pubblica in Liguria. Bucci vuole continuare su quella strada - dice Orlando in una nota - si vede tutti i giorni negli ospedali, si legge sui giornali, si sente nelle parole delle persone: la sanità è stata sostanzialmente privatizzata, mentre la realizzazione di nuovi posti per terapie intensive e subintensive è ferma al palo, con il rischio di perdere le risorse stanziate dal PNRR. Cosa significa? Che in Liguria i nuovi posti letto previsti dal Governo nel 2020 sono stati realizzati per meno della metà. Parliamo di quelle macchine salvavita che possono aiutare, come abbiamo visto durante il Covid, anziani e più fragili in caso, ad esempio, di complicazioni respiratorie”.
“Le politiche di Toti e della destra hanno portato alla negazione del diritto fondamentale alla cura - aggiunge Orlando - in Liguria è costante il calo del personale sanitario, con dati peggiori della media nazionale, e siamo ultimi nel Nord Italia per il numero di persone che vanno a curarsi fuori regione. Nessun nuovo ospedale costruito in questi anni, nessuna pianificazione regionale, e un "buco" da 200 milioni che pesa sul conto della sanità, senza avere migliori servizi”.
Poi l’affondo a Gratarola: “Il disastro è tale che oggi nessuno nel centrodestra sembra conoscere più Toti, anche se Bucci candida nelle sue liste l'assessore regionale alla sanità uscente. I liguri meritano di meglio. Vogliamo una sanità che funzioni, che non lasci nessuno indietro, che sia pubblica e universale. Com’è scritto nella nostra Costituzione”.