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Attualità | 02 ottobre 2024, 12:00

Pronto soccorso intasati e politica sempre più confusa: candidate e candidati, tirate fuori le idee (e anche qualcos’altro) - VIDEO

Le immagini ci giungono dall’ospedale San Martino, costantemente “molto affollato”. Analisi di una situazione che la politica non è mai stata in grado di affrontare, a parte slogan, annunci e promesse mancate

Pronto soccorso intasati e politica sempre più confusa: candidate e candidati, tirate fuori le idee (e anche qualcos’altro) - VIDEO

Pazienti in barella, anche per lunghissimo tempo, parenti assiepati nei corridoi, situazione ben oltre il collasso e la politica che fa? Discute, in questa campagna elettorale, sulle liste d’attesa, sulla sanità pubblica e sul rapporto con quella privata, sul progressivo impoverimento delle cure al cittadino, delle risorse e del personale.

Il risultato? Il risultato è qui, è anche qui, in queste immagini che ci sono giunte dal Pronto Soccorso dell’Ospedale San Martino e che invitiamo tutti i candidati al Consiglio e alla Presidenza della Regione Liguria a visionare. Ne abbiamo preso una parte, ben sapendo di fare qualcosa di non corretto. 

Ma la domanda è: allora è corretto che un paziente trascorra anche quarantotto ore di tempo su una barella prima di essere spostato nei reparti? È corretto che i parenti delle persone al pronto soccorso non abbiano informazioni sullo stato di salute dei loro cari o che le abbiano con il contagocce? Sono corrette queste situazioni di intasamento?

E ancora: è corretta la pressione a cui è sottoposto l’encomiabile personale non solo di questo, ma anche degli altri pronto soccorso genovesi, che nulla può, e affronta come può, le gravissime colpe di una malagestione delle politiche sanitarie che dura da anni? È corretto che la politica prometta misure mai sinora applicate?

Se volete un tema da campagna elettorale, care candidate e cari candidati, eccovelo servito: come intendete fronteggiare situazioni come queste, dove non esiste nessuna umanità, dove il concetto di servizio pubblico va a farsi benedire, dove il concetto di cura non può essere garantito stanti le oggettive difficoltà? 

Qui non è un problema di un solo ospedale, ma del sistema nel suo complesso. Quali idee e quali soluzioni avete per abbattere non solamente le liste d’attesa, ma anche i tempi di attesa al pronto soccorso? Dov’è finita la sanità territoriale, a che punto sono le case di comunità, quali sono le oggettive difficoltà a rivoluzionare un sistema ormai incancrenito e inefficiente?

Qui parlano le immagini, e non è solo l’episodio di una o dell’altra sera. Il tema è ricorrente, il malato è cronico e il malato è precisamente il reparto di emergenza degli ospedali. Mentre scriviamo, il Pronto Soccorso di San Martino sta gestendo contemporaneamente centoventi persone in cura e altre tredici sono in attesa. Ieri alle 16, ne gestiva in cura centoquattordici con dieci in attesa. Lunedì alle 19 ne gestiva in cura novantanove con diciotto in attesa. Sono numeri enormi, anche per il principale ospedale della Liguria. Sono numeri enormi di fronte a un personale sempre meno corposo. 

La Medicina d’Emergenza non attira più: lo si sa perfettamente, lo si sa da tempo, ma che cosa ha fatto la politica sino a questo momento per affrontare il problema? Zero. Le manovre per non far confluire le persone al pronto soccorso sono state annunciate da tempo, e i fondi del Pnrr stanziati: ma che cosa è stato realmente ottenuto sinora? Poco o nulla.

Il pronto soccorso continua a essere la scontata e inevitabile destinazione, anche dei codici minori. Più persone e meno personale. E il risultato è qui, in queste immagini, sotto gli occhi di tutte e di tutti voi. Diteci cosa intendete fare, per non essere ancora qui il mese prossimo e l’anno prossimo a scrivere le stesse identiche frasi. 

Alberto Bruzzone

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