Politica - 02 ottobre 2024, 16:36

Sondaggi da segno X, la sedia vuota di Italia Viva e il peso delle liste civiche: come cambia il panorama politico tra le europee e le regionali

Quattro mesi fa in Liguria fu sostanziale pareggio tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico, con i ‘dem’ in netto vantaggio a Genova

L’estate della politica ligure è sembrata oltremodo lunga tra l’inchiesta per corruzione, l’arresto di Giovanni Toti, le dimissioni, i titoli di coda sull’amministrazione regionale e il via alla campagna elettorale. Un tempo dilatato che ha inevitabilmente allontanato nelle menti degli elettori anche il voto delle europee di inizio giugno. Un test che ora, a meno di un mese dalle regionali, porta però in dote numeri utili per tastare il polso dei liguri nei confronti di partiti e opposti schieramenti.

Dati alla mano, alla luce degli ultimi sviluppi interni al ‘campo largo’ di Andrea Orlando con l’addio di Italia Viva e + Europa, la domanda istintiva è: quanto perde la coalizione?
Difficile azzardare pronostici, ma ci si può basare sul risultato delle europee per vedere come renziani e alleati (in corsa a giugno come ‘Stati Uniti d’Europa’) abbiano pesato in Liguria per un buon 3,74%, a Genova per il 3,94%. Considerando anche che le frange più radicali della sinistra hanno scelto di correre in solitaria con le candidature alla presidenza di Marco Giuseppe Ferrando (PCL) e Nicola Rollando (Per l’Alternativa), il peso dei transfughi dall’alleanza di Orlando potrebbe farsi sentire in una corsa che si annuncia particolarmente serrata, come dimostra anche l’ultimo sondaggio dell’Istituto Noto. Senza contare chi, tra appartenenti di Italia Viva ed ex, deciderà di votare per il centrodestra.

Per contro, sempre analizzando i risultati delle europee di quattro mesi fa, la Liguria emerge come una delle poche regioni italiane in cui la forbice tra centrodestra e centrosinistra è maggiormente assottigliata. A livello regionale i due principali partiti a giugno sono arrivati a un sostanziale pareggio con Fratelli d’Italia al 26,77% e il Partito Democratico al 26,29%, mentre a Genova (che rappresenta circa la metà del bacino elettorale regionale) i ‘dem’ si sono ritrovati in netto vantaggio con il loro 28,68% contro il 24,09% del partito di Giorgia Meloni.
Uno scarto che aumenta maggiormente se si allarga il raffronto alle due coalizioni. Su scala regionale il centrodestra (ottenuto sommando Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Alternativa Popolare) ha ottenuto il 44,41% contro un ipotetico centrosinistra (mettendo insieme Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Stati Uniti d’Europa e Azione) al 51,43%. Uno scarto che cresce ancora di più se si guarda alla sola Genova: 56,37% contro 39,44%.

L’elemento cardine saranno, quindi, le liste civiche, chiamate a colmare il gap raccogliendo voti tra chi non si identifica nei partiti o chi sceglie di votare prediligendo il nome alla bandiera. Sia Marco Bucci sia Andrea Orlando hanno optato per una sola lista civica in coalizione in aggiunta a quella del candidato presidente e lì si andrà a pesare il reale valore civico delle due proposte, al netto del pregresso delle europee.

Come detto, da giugno sembra passata un’eternità e anche il panorama politico locale è radicalmente cambiato e si è ulteriormente polarizzato. Scossoni che hanno per forza spostato anche il sentimento popolare nei confronti degli opposti schieramenti e dei principali contendenti scesi in campo per dare continuità o discontinuità a quanto c’è stato fino al 6 maggio scorso.
 

I dati delle elezioni europee


Centrodestra regionale 44,41%
FdI 26,77%
Lega 8,88%
FI 8,43%
Alternativa Popolare 0,33%

Centrosinistra regionale 51,43%
PD 26,29%
M5S 10,19%
AVS 7,68%
Stati Uniti d’Europa 3,74%
Azione 3,53%

Centrodestra a Genova 39,44%
FdI 24,09%
FI 7,62%
Lega 7,41%
Alternativa Popolare 0,32%

Centrosinistra a Genova 56,37%
PD 28,68%
M5S 11,20%
AVS 8,42%
Azione 4,13%
Stati Uniti d’Europa 3,94%


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