Diffidente, scettico e chiuso il primo; ottimista, sognatore e aperto il secondo: Pignasecca e Pignaverde tornano a teatro per raccontare la genovesità (e i suoi stereotipi) in ogni sua sfaccettatura. A portare sul palco la celebre commedia, scritta da Emerico Valentinetti e portata al successo da Gilberto Govi grazie alla sua indimenticabile interpretazione, sarà ancora una volta Tullio Solenghi, che dopo il successo de "I Maneggi per maritare una figlia" torna a vestire i panni del celebre attore nella nuova produzione del Teatro Sociale di Camogli e del Teatro Nazionale di Genova.
Lo spettacolo sarà in scena dal 4 al 17 ottobre proprio al Teatro Sociale di Camogli. Si conferma la presenza di Bruna Calvaresi che, grazie al suo talento nel trucco e parrucco, trasformerà Solenghi nella maschera goviana anche esteticamente.
Sul palco ci sarà anche Mauro Pirovano, ex membro del gruppo satirico Broncovitz, il talentuoso attore di prosa Roberto Alinghieri, e le bravissime attrici Stefania Pepe e Laura Repetto, già note per la loro interpretazione ne "I Maneggi".
La trama si sviluppa intorno al contrasto tra i caratteri dei due protagonisti, che spesso sfociano in situazioni comiche. Le loro dinamiche di interazione riflettono diversi aspetti della società genovese, tra risparmi, diffidenze e l'amore per la propria terra. Dialoghi brillanti e situazioni paradossali si susseguono, rigorosamente in lingua genovese: i due personaggi si trovano coinvolti in vicende quotidiane che mettono in luce il loro modo di affrontare la vita e le sfide di tutti i giorni.
Spiega Solenghi presentando il lavoro sulle pagine del Teatro Nazionale: “Lascio i panni del remissivo Steva per calarmi con immutato entusiasmo in quelli del più arcigno Felice, una maschera che, a differenza della precedente, nasconde, tra gli immancabili spunti di grande comicità, lati umani oscuri e intriganti da indagare e rappresentare. Questo nuovo personaggio goviano rappresenta, infatti, l’eterno archetipo dell’avaro, attorno al quale ruotano personaggi e situazioni che vanno a comporre, nell’attenta osservazione della realtà, quel microcosmo di stampo ligure che si manifesta in una sorta di preziosa “foto d’epoca”. È proprio sfogliando queste immagini sceniche che il pubblico ha partecipato ai nostri Manezzi, in una sorta di rito collettivo che voglio puntualmente ricreare con questa nuova rappresentazione. In Pignasecca e Pignaverde la maschera si fa più autentica, con una maggiore profondità narrativa: una nuova sfida per me, per la mia messa in scena e per la compagnia che mi affianca, professionalmente ineccepibile in ogni ruolo, perché l’empatia del gruppo è sempre stata una delle risorse essenziali del teatro di Gilberto Govi. A lui e alla sua arte ho voluto dedicare anche in questa mia nuova messa in scena un mio personale tributo”.