Una vita passata a mettere mano alle infrastrutture, in una regione e in una città dove il tema è centrale. Gianluigi Gatti, classe ’57, laureato in Ingegneria Civile e appassionato di montagna, per qualcuno il ‘signore delle strade’ di Genova, ha fatto della parola “manutenzione” il proprio mantra per tutti gli anni in cui ha ricoperto il ruolo di dirigente in Comune a Genova, prima di optare per il salto nel campo della politica.
I suoi interventi in ambito stradale e, appunto, infrastrutturale, gli sono valsi la chiamata di Cristina Lodi per entrare a far parte della lista ‘Patto Civico Riformista’ a sostegno del candidato presidente Andrea Orlando.
Come diversi altri contendenti alle elezioni regionali, è alla sua prima esperienza nella politica attiva, anche se da tempo si è speso per battaglie che non sono politiche nel vero senso del termine, ma che lo sono per il loro significato nei confronti della collettività.
“Dopo il mio pensionamento del 30 aprile 2023 mi sono battuto in prima persona per salvare la Sopraelevata - ci racconta - ho letto delle assurdità nei progetti di Autostrade per l’Italia e dell’amministrazione che mi sembrava giusto puntualizzare le cose come stanno. Poi ho stretto la mia conoscenza con alcuni politici di opposizione e Cristina Lodi mi è sembrata persona molto in sintonia con i valori nei quali credo, mi ha chiesto se potessi dare una mano e ho dato la mia adesione, pur vincendo le mie ritrosie. Non sono mai stato una persona tendente all’attivismo politico, ma se si tratta di infrastrutture un po’ me ne intendo”.
Come detto, la sua candidatura arriva in un momento in cui le opere sono argomento cardine della narrazione politica e amministrativa, tra quelle che devono ancora vedere la luce, quelle che viaggiano con ritardi cronici e quelle che necessitano di interventi costanti. In mezzo ci si mette la politica, pronta a etichettare fantomatici partiti del “sì” contrapposti ad altrettanto fantomatici partiti del “no”.
“In questo momento mi sembra un po’ estremizzata questa divisione - commenta Gatti - la questione delle infrastrutture è stata talmente pompata da parte della destra che, per forza, si è generata una relazione di segno opposto dall’altra parte. Trovo evidente che, al di là della politica del fare, si lasciano indietro una marea di situazioni. Mi fa male dirlo, ma se non fosse stato per il crollo del ponte Morandi nessuno si sarebbe reso conto che si spendeva poco per le manutenzioni. Soprattutto a Genova, questo tema non viene sposato così come avrei voluto, non è stato ancora preso in considerazione un finanziamento serio per la manutenzione. Nessuno di noi vorrebbe mai scoprire che nella propria città c’è un’altra struttura pericolosa”.
Gatti, ovviamente, ha le idee chiare su quali siano le opere prioritarie per una regione che chiede a gran voce di fare un passo avanti: “L’opera più consistente e che permetterà di migliorare di molto la circolazione è la Gronda, tanto criticata da alcuni ma ormai ineludibile. Penso che Genova sia un caso unico in Italia con un’autostrada che attraversa il centro e un casello condizionato dal traffico cittadino del porto. Sarà fondamentale per chi deve attraversare la regione senza entrare in città. Poi dobbiamo vedere con quali tempi si realizzerà il Terzo Valico, se ne parla dal 2000 e non è ancora finito. Ma se la Gronda parte adesso…”.
Su Genova, invece, Gatti non vede un’opera fondamentale all’orizzonte, ma punta sul suo cavallo di battaglia: “Di fondamentale in città c’è la cura dei ponti esistenti. Li abbiamo censiti, sono oltre 600 e tutti senza una manutenzione seria, fatta eccezione per la Sopraelevata che, aggiungo, sarebbe fondamentale mantenere anche quando ci sarà il tunnel subportuale per un discorso di ridondanza in caso di incidenti o di traffico. C’è poi lo Skymetro che chiaramente è un’opera che darà un grande vantaggio ai pendolari della Val Bisagno, ma ha un prezzo da pagare non trascurabile in primo luogo per la costruzione che andrà a paralizzare la valle e poi, a regime, sarà un’altra infrastruttura per la quale vorrei vedere stanziati fondi per la manutenzione. Inoltre porterà un notevole impatto estetico per le abitazioni, infine non si può non considerare anche l’impatto dal punto di vista funzionale con il restringimento della viabilità sottostante. Questi progetti sono stati portati avanti non guardando al complesso, ma al singolo. Fare tutti i piloni, costruire un asse protetto per i filobus e fare la ciclabile significa che le corsie saranno una per senso di marcia e questo porterà a un appesantimento del traffico”.
“Se sarò eletto o se avrò un ruolo in amministrazione - conclude Gatti - ci saranno due punti cardine sulla mia agenda. Abbiamo parlato di strade, ma non dobbiamo dimenticarci che la Liguria è caratterizzata da un territorio montuoso e fa sì che esistano un’infinità di corsi d’acqua. Quindi: obbligare i Comuni a un programma serio di manutenzione, ma anche spingere per la realizzazione di opere per la messa in sicurezza sul piano idrogeologico”.