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Sport | 28 settembre 2024, 18:16

L'atmosfera surreale di Genoa-Juve a porte chiuse, il Ferraris svuotato dell'anima

Solo le voci dei protagonisti, i click dei flash dei fotografi e delle tastiere dei giornalisti rompono il silenzio di una gara senza pubblico

L'atmosfera surreale di Genoa-Juve a porte chiuse, il Ferraris svuotato dell'anima

Ritrovarsi oggi al "Ferraris", solitamente una bolgia di cori, colori e passioni, appare come vivere un'atmosfera surreale. Lo stadio genovese si è infatti trasformato in uno scenario spettrale per la sfida tra Genoa e Juventus, disputata a porte chiuse a causa delle misure restrittive legate agli scontri che hanno coinvolto alcune frange di tifosi rossoblù con la polizia e con una parte della tifoseria sampdoriana in occasione del derby di Coppa Italia di mercoledì scorso.

Uno stadio svuotato della sua anima, lontano anni luce da quelle giornate in cui i tifosi rossoblù spingevano la loro squadra con canti incessanti. Mentre le squadre scendevano in campo, persino gli inni del Vecchio Balordo non sembravano gli stessi. A riecheggiare solo il rumore delle strette di mano dei giocatori prima del fischio d'inizio. Anche per gli stessi protagonisti, abituati a un'atmosfera calda e travolgente, giocare in uno stadio vuoto dev'essere straniante. Gli spalti, che più di una volta hanno ospitato il cosiddetto uomo in più per mister Gilardino e i suoi ragazzi, oggi raccontano un'altra storia: quella di un calcio che senza il suo pubblico appare incompleto.

Fuori dal Ferraris, un silenzio altrettanto inquietante: le strade intorno allo stadio, di solito affollate da tifosi, sembravano congelate nella classica routine. Niente fumogeni, niente bandiere, solo qualche sparuto passante oltre agli addetti ai lavori giunti a Marassi per l'occasione. Unico aspetto positivo (e in Liguria non appare poco) il traffico scorrevole: qualcosa che però sarebbe preferibile per altri motivi.

Un momento su tutti a segnare il vuoto: l'ingresso in campo della Juventus per il riscaldamento, un avvenimento che normalmente - quando si riceve la Vecchia Signora - viene accolto con bordate di fischi da parte del pubblico di casa. Un avviso chiaro sull'aria che tira da queste parti per i colori bianconeri. Oggi, inevitabilmente, così non è stato, con la squadra dell'ex genoano Thiago Motta entrata sul terreno di gioco nella quiete più assoluta.

In questo clima, che non ci stancheremo di definire surreale e dove oltre alle voci dei protagonisti sono i click dei flash dei fotografi e delle tastiere dei giornalisti a farla da padrone, anche il calcio pur continuando a essere giocato, sembra non avere più lo stesso sapore.


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