A circa due ore di barca dalla caotica Panama City, esiste un luogo che sembra uscito dalla serie televisiva “Fantasy Island”. Sto parlando dell'Arcipelago di Las Perlas, che accoglie il visitatore con le sue spiagge bellissime e un'atmosfera da sogno. La prima destinazione è Contadora: una piccola oasi tropicale, accarezzata dal vento, che sembra invitare a mollare tutto per trasferirsi qui. Lo sbarco è il preludio a un'esperienza unica, Il caldo abbraccio del sole e il fruscio delle palme sono solo l’inizio. Playa Galeón e Playa Cacique, sono due spiagge che sembrano uscite da una cartolina; la sabbia è finissima e il mare è così trasparente che è possibile vedere i pesci nuotare, anche senza maschera e boccaglio.
Ma Contadora non è solo una meta per chi vuole distendersi al sole. Le stradine che la attraversano sono perfette per essere percorse a piedi, alla scoperta di angoli nascosti e punti panoramici che regalano viste mozzafiato. La vegetazione è rigogliosa, piena di alberi tropicali e piante colorate, mentre il volo degli uccelli esotici riempie l'aria con il canto. In alcuni periodi dell’anno, è anche possibile avvistare le balene che migrano attraverso queste acque, rendendo l’esperienza ancora più magica. Il mio viaggio nel mese di marzo non mi ha concesso questo incredibile privilegio. Peccato ! L’isola è famosa anche per la numerosa presenza di “Cerbiatti” che sono una sorpresa inaspettata e unica in una fauna tropicale.
Contadora è un luogo ideale per chi cerca "il lusso della semplicità”. Molti alloggi sono villette private immerse nel verde, o boutique hotel che offrono una vista diretta sull’oceano. Qui, non troverete grandi strutture turistiche o catene alberghiere, ma soluzioni intime e curate che si fondono con l'ambiente naturale. Dopo una giornata di sole, la sera offre un’atmosfera ideale per gustare del pesce fresco in riva al mare. Per chi volesse proseguire la serata, c’è un unico “Bar dei Locals” dove sfidare “i Panamensi “a biliardo. L’isola, è un rifugio accessibile che conserva “Un Fascino Decadente” e tanta autenticità. É come se qui, avessero fatto le prove generali del turismo senza mai portare in scena “un’Opera” completa.
E poi c’è il Pellicano Bianco! Dalla Romagna a Panama, il viaggio di un’anima libera, un uomo che tra le calde acque del Pacifico ha trovato dimora. Non è un uccello, anche se lo spirito migratore lo fa assomigliare a quegli eleganti viaggiatori alati. Il Pellicano Bianco è Piero, partito da Forlì con un sogno più grande di lui, una persona fuori dagli schemi che ha saputo stravolgere la sua vita. E così, un giorno, ha fatto le valigie e ha attraversato l’oceano, diretto verso un nuovo continente. La prima tappa è stata l'arcipelago delle San Blas, un angolo di paradiso abitato dai “Kuna”, un popolo fiero e legato alla terra e al mare. Qui ha conosciuto il silenzio delle albe tropicali, la calma delle lagune e la bellezza della semplicità. Il popolo indigeno, lo ha battezzato “Pellicano Bianco” a testimoniare: la sua eleganza nelle movenze e la passione per la scoperta. Dopo quattro anni decide di migrare nuovamente; e così, il suo viaggio lo ha portato più a ovest, verso le isole di Las Perlas. Oggi oltre a gestire un ristorante a Contadora, dove ogni piatto racconta la sua storia e quella dei luoghi che ha attraversato, Piero è anche un artista: dipinge e scrive poesie. Ma forse l’aspetto più sorprendente del “Pellicano Bianco” è la sua generosità. E' impegnato in iniziative filantropiche a beneficio della comunità locale, sostenendo progetti educativi per i più giovani. E come se non bastasse, ha recentemente aperto la prima radio libera dell’arcipelago, “Radio Tortuga”. Decisamente una persona molto speciale, che ho avuto la fortuna di conoscere e che rimarrà uno degli incontri più suggestivi della mia vita.
A pochi minuti di barca c’è un’altra isola, Saboga. Il tragitto regala panorami da cartolina: rocce marine ricoperte di vegetazione, spiagge deserte e il mare cristallino che si estende a perdita d’occhio. Sbarcare è un tuffo nel passato, dove la modernità sembra non aver messo piede. Abitata da una comunità di pescatori, conserva il fascino di un luogo in cui la natura è sovrana. Le stradine sterrate e le case semplici immerse nel verde, trasmettono subito la sensazione di essere in un luogo ancora selvaggio .Qui il turismo internazionale non è ancora arrivato. Saboga non conosce folla, e camminare su queste distese di sabbia regala la sensazione di essere soli, in un angolo di mondo ancora intatto.
Inizio l’esplorazione e mi dirigo verso Playa Blanca, la spiaggia più a nord. Un olandese di nome George che vive qui, mi da un passaggio per un tratto; ad un certo punto, decido di proseguire a piedi nella foresta e dopo una decina di minuti arrivo a destinazione. Ma, come ogni avventura, anche un paradiso può riservare brutte sorprese ! E’ l’ora di pranzo e tutto sembra perfetto: il sole è caldo e la spiaggia è deserta. Tuttavia, rapidamente la pace del luogo si trasforma in paura a fior di pelle ! Sono in acqua, quando all'improvviso un uomo mascherato spunta dalla vegetazione, con una pistola in mano. Si dirige subito verso il mio zaino, lasciato sulla sabbia, io esco correndo e cerco di raggiungerlo. Il rapinatore minaccioso agita l’arma davanti ai miei occhi, mentre tremo e provo a calmarmi, gli dico in spagnolo: te doy todo lo que tengo, 100 dólares…está bien? E’ tutto quello che ho con me, ma lui sembra volere anche il mio zaino. Dentro ci sono il passaporto e la patente; non potevo lasciarglielo e così ho cercato di difenderlo, per tutta risposta vengo colpito al volto con un calcio. Con fatica, riesco a lanciare i soldi ai suoi piedi e in un attimo afferra il bottino e scappa. Resto immobile sperando di svegliarmi da un brutto sogno, ma il sangue che copre il mio viso è troppo reale, quindi inizio correre per cercare soccorso.
La gentilezza degli abitanti locali ha un po’ stemperato la tensione, sono rientrato al villaggio dove mi hanno medicato e confortato; mentre la polizia locale mi faceva domande, un po’ incredula, sull’accaduto. Episodio molto raro mi hanno detto, io non saprei; certamente, quel luogo paradisiaco mi ha portato ad abbassare il livello di guardia, da tenere sempre alto durante un viaggio. Alla sera, invece, ho vissuto un’esperienza di vita quotidiana molto carina. I pescatori sulla riva, in preparazione per la notte in mare; nella speranza di una “Buena Onda” con tanto di preghiera a “San Pedro”, protettore dell’isola. Poi la fresca brezza marina, ha creato un’atmosfera rilassante per concludere una giornata di emozioni forti, forse un po’ eccessive ! Nonostante la brutta esperienza sulla spiaggia, Saboga resta un’isola che merita di essere visitata.
Un viaggio inaspettato, ricco di “sorprese”. Quando sei all’avventura va messo in conto, in ogni caso la mia voglia di viaggiare è rimasta immutata; ma sono stato davvero fortunato, ve lo confesso. Quella rapina mi ha insegnato una cosa fondamentale: la paura è il nemico più grande. Siamo tutti bloccati da piccoli terrori quotidiani che ci impediscono di andare oltre, di affrontare gli ostacoli con coraggio. Dopo quell’esperienza, ho capito che la vita deve venire prima di tutto, ogni giorno. Non voglio più sprecare un solo istante, nel dubbio di non aver vissuto veramente. Meglio rischiare e, se cado, pazienza. Ma oggi so che se mi rialzo, quell’energia mi porterà esattamente dove voglio andare.
IN & OUT MESO - LAS PERLAS
porta con te
- Una torcia frontale
- Uno zaino impermeabile
- Un po’ di sangue freddo
Lascia a casa
- La trousse del make up
- Il mal di mare
- La frenesia delle nostre città
Valutazione : 3 zaini
(l’esperienza della rapina mi ha provato)
Legenda:
1 zaino (non vale il viaggio )
2 zaini (meglio andarci in vacanza )
3 zaini (vale il viaggio ma..)
4 zaini (viaggio da non perdere )
5 zaini (vale più di un viaggio)