Prosegue questo sabato, e andrà avanti per tutti i sabati successivi, ‘Lo Sport che amiamo’, una rubrica dedicata a personaggi e storie di sport della nostra città e della nostra regione. Ci piace raccontare quel che c’è oltre il risultato sportivo: il sudore, la fatica, il sacrificio, il duro allenamento, l’impegno, le rinunce, lo spirito del gruppo. Tanti valori che vogliamo portare avanti e mettere in luce con quello che sappiamo fare meglio: comunicandoli. Comunicarli significa amplificarli, ed ecco perché lo sport può diventare, sempre di più, ‘Lo Sport che amiamo’. Ci accompagna in questo percorso un giovane di belle speranze: Federico Traverso, laureando in Scienze della Comunicazione. L'ospite di oggi è Sandro Scarrone, arbitro e apprezzatissimo organizzatore di tornei calcistici con la sua realtà Calcio Liguria.
Sandro Scarrone, come è nata l’esperienza di Calcio Liguria?
“Calcio Liguria è un progetto che parte da molto lontano. A livello personale, ho cominciato ad organizzare i primi tornei più di quarant’anni fa. Negli anni questo progetto, nato con tornei nel quartiere di Pegli, si è perfezionato ed è cresciuto, sia a livello di numeri che di squadre iscritte. Lo definirei come un ‘concentrato di esperienze’ che nel giro di più di quarant’anni hanno portato Calcio Liguria ad essere un movimento di tornei di quartiere, oggi diventato quello che tutti conosciamo”.
Quanto è importante avere campionati paralleli a quelli della Federazione, che promuovono innanzitutto socialità e aggregazione?
“È un tema molto importante, perché al di là dell’aspetto sportivo e calcistico, questa tipologia di campionati hanno soprattutto una valenza sociale. Parliamo di un movimento che coinvolge circa cinquemila persone, di età e genere diversi: ci sono ragazzi molto giovani così come persone di sessant’anni, oltre che le squadre femminili. Certamente l’aspetto del risultato e della classifica conta, ma è quello sociale e aggregativo ad essere rilevante in questi tornei”.
Non solo squadra, però: Calcio Liguria assegna anche premi individuali...
“Calcio Liguria è una valida alternativa ai campionati della Federazione. I nostri campionati si rivolgono essenzialmente agli amatori, ma sono ben strutturati e proprio per questo organizzati come quelli professionistici: sono suddivisi in categorie, con la Serie A, B e C, e vengono assegnati anche premi individuali. Abbiamo il Pallone d’Oro per il miglior giocatore di tutta la stagione, votato dagli arbitri quindi in modo imparziale, oppure la Scarpa d’Oro per il miglior marcatore o ancora il Guanto d’Oro per il miglior portiere”.
Tra i tornei esterni ma con cui Calcio Liguria collabora c’è anche l’Haze Cup, il torneo scolastico, che ribadisce l’importanza dello sport nelle scuole…
“Esattamente, l’Haze Cup non è organizzato direttamente da Calcio Liguria ma noi collaboriamo soprattutto attraverso la presenza degli arbitri e in maniera strutturale, tra tesseramenti e assicurazioni. È già il sesto anno di collaborazione tra Haze Cup e Calcio Liguria, e molti altri tornei esterni si rivolgono a noi per un supporto organizzativo”.
Oltre che presidente di Calcio Liguria lei è anche arbitro, con alle spalle anche esperienze importanti arbitrando squadre professionistiche. Da dove nasce questa passione?
“Anche questa passione nasce da molto lontano. Ho seguito il corso arbitri nel 1984, ho cominciato nell’85 quindi il prossimo anno sono quarant’anni esatti da quando ho iniziato. Ho fatto tutta la trafila, in una carriera arbitrale che, anche senza arrivare in Serie A, mi ha portato ad arbitrare anche i professionisti”.
Calcio Liguria, da questo punto di vista, come è organizzata?
“Oggi conta un gruppo arbitri di circa 40-50 unità. Alcuni di questi arbitri avevano iniziato con me, sono ex arbitri della Federazione che, una volta chiusa l’attività con l’AIA e la FIGC, si sono indirizzati verso un movimento amatoriale, continuando però a stare in campo dopo i limiti d’età imposti dalla Federazione. Sono quindi figure di esperienza, con un’impostazione federale e che arbitrano da più di quarant’anni. Oltre a loro, ce ne sono alcuni con un taglio più amatoriale, ma che negli anni hanno effettuato dei corsi presso Calcio Liguria o altri enti di promozione sportiva che li hanno formati adeguatamente”.