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Politica | 27 settembre 2024, 14:44

Antonello Guiducci, l’ex manager di A.S.Ter ora ‘nonno felice’ della Lega per le regionali: “Sono un esordiente, fino a due settimane fa nessun rapporto con la politica”

A 62 anni scende in campo tra le fila del ‘Carroccio’ dopo una vita dietro la scrivania: “Non sto cercando un lavoro, se andrà male la mia esperienza si chiuderà ma resterò nel partito”

La presentazione della lista della Lega

La presentazione della lista della Lega

Si può essere esordienti anche a 62 anni, dopo una carriera da manager, pochi mesi dopo aver raggiunto il traguardo della meritata pensione.
Antonello Guiducci, ex CEO di A.S.Ter, è il nome nuovo tra le fila della Lega, al fianco del candidato presidente Marco Bucci. Nome nuovo per la politica, meno nuovo nel mondo delle amministrazioni private e pubbliche.
Si definisce ‘nonno felice’, ma non si tira indietro nel parlare di sé anche come il manager che negli anni è stato ai vertici di grandi gruppi privati, prima di approdare alla guida dell’Azienda Servizi Territoriali di Genova.

Sono in questo mondo da due settimane” ci dice Guiducci senza nascondere il suo ruolo di esordiente nell’intricato mondo della politica regionale. “Fino a qualche settimana fa non avevo nessuna tessera politica e, anche per via del mio ruolo, mi sono sempre tenuto equidistante dai partiti - aggiunge - poi ho fatto una scelta di campo, non di comodo. Ho scelto la Lega perché ho visto chi sono le persone in campo, assessori con un impegno e una abnegazione verso il territorio che mi hanno stupito e indirizzato verso questo partito”.

Ho deciso da pensionato e nonno - prosegue, andando sul personale - è la mia prima esperienza in assoluto, anche in gioventù mi tenevo lontano e criticavo gli amici che si dedicavano alla politica invece che ad altre attività. Con il senno di poi non credo che rifarei la stessa cosa, forse mi sarei impegnato di più anche perché la politica, nella sua derivazione greca di ‘polis’, è un aspetto importante dell’attività professionale. Ho fatto questa scelta perché voglio lasciare ai miei nipoti una regione vivibile, attraente, dare un contributo per far sì che a Genova e in Liguria si viva bene”.

Non solo sentimenti, però. La sua decisione è anche figlia di un’esperienza maturata nei decenni di lavoro e che ora vuole mettere a disposizione della coalizione di centrodestra: “A guidarmi è stata l’attività in A.S.Ter e la collaborazione con giunta Bucci e con gli assessori, oltre al lavoro con il vice sindaco Pietro Piciocchi. Il mio rapporto con la politica, invece, è sempre stato del tutto inesistente, si parlava solo di questioni legate alla città”.

Che sia una prima volta, quindi, è del tutto palese. Ma sarà anche l’ultima? “Mi candido non per fare politica, ma per portare la mia managerialità e la mia visione all’interno dell’amministrazione regionale - risponde - non sono un politico e ho fatto una scelta non casuale sulla quale hanno pesato anche le parole di stima del vice ministro Edoardo Rixi per il mio operato. Il rischio di non essere eletto c’è ed è anche alto, ma ce la metterà tutta. Alla mia età l’investimento è a fondo perduto, in questo momento ritengo di poter dare una mano per proporre un modello amministrativo diverso, più tecnico. Mi discosto dalla maggior parte dei candidati che hanno più esperienza di me dal punto di vista politico, ma meno dal punto di vista tecnico e innovativo della cosa pubblica”.

Ci sono tre possibilità - conclude - che io venga eletto all’interno di una coalizione vincente, che il centrodestra vinca e io no e in tal caso mi metterei a disposizione come tecnico, e che vinca il centrosinistra. In quest’ultimo caso la mia attività si chiuderà, ma resterò all’interno della Lega e se vorranno il mio contributo io lo darò, ho abbracciato questo partito, resto e voglio restare da persona moderata e nonno felice quale sono, non sto cercando un lavoro”.

Pietro Zampedroni


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