Attualità - 26 settembre 2024, 08:15

Il cuore di una mamma e il teatro dedicato al figlio che non c’è più: quanta arte e quanto amore in salita San Rocchino

Venerdì si alza il sipario sulla nuova stagione, in quegli spazi che portano il nome di Ottavio Cirio Zanetti. Sua madre Rita ci racconta filosofia e programma

Una targa rossa, con una scritta bianca, fa bella mostra di sé su un cancello di salita San Rocchino: Associazione APS Ottavio Cirio Zanetti per la ricerca scientifica, la cura e l’arte.

Basta questo particolare trio, ricerca, cura e arte, a spingere chi passa a entrare e a scoprire quel piccolo gioiello che si svela non appena la porta si apre: una corte interna parzialmente coperta da un gazebo, da cui si accede agli ambienti dell’associazione che portano al piccolo e affascinante teatrino.

Qui, divisa tra le sedie da sistemare nella parte esterna e il programma della stagione che sta per iniziare, presenza fissa è Rita Cirio, fondatrice e direttrice di questo spazio che al suo interno convoglia cultura arte e ricerca scientifica.

Quello di Cirio, per gli amanti del teatro, non è certo un nome nuovo: nel 1974, infatti, è stata tra i co fondatori del Teatro della Tosse ma la sua firma è indissolubilmente legata alla critica teatrale dell’Espresso per cui ha scritto per oltre quarant’anni.

Da due anni, Rita è impegnata con l’associazione di promozione sociale che porta il nome del figlio, Ottavio Cirio Zanetti, scomparso a 36 anni per un tumore rarissimo.

Con intraprendenza, Rita ha costruito un luogo che, grazie all’altissima proposta culturale, sta diventando un vero e proprio riferimento nel panorama genovese, una piccola gemma composta di tante sensazioni, tra cui spicca un profondo senso di amore.

Protagonista è Ottavio, regista, fotografo, autore e uomo di cultura dall’arguzia unica, che aveva fatto del teatro prima e del cinema poi la fonte della sua ispirazione, catturandone i retroscena, indagando nel ‘dietro le quinte’ con uno sguardo originale che gli è valso anche numerosi premi.

Quando ha ricevuto il premio sulla sua tesi su Fellini - racconta Rita - era a Londra, sarebbe rientrato in Italia due giorni più tardi, non ci credeva nemmeno lui al telefono”.

Federico Fellini per la famiglia Cirio Zanetti è un fil rouge che ritorna diverse volte. Quando Rita si trasferì a Roma per lavoro, conobbe il regista con cui instaurò subito un legame: “Federico ha tenuto in braccio Ottavio, gli metteva il cappello sulla testa” continua la giornalista con visibile emozione. Pensare che anche lei, per un suo saggio su Fellini, ha ricevuto un premio addirittura dal sindacato francese per la critica del cinema.

Fellini, ma non solo, ritorna negli spazi della sede dell’APS intitolata a Ottavio, spazi che sono un susseguirsi di dettagli che raccontano chi era questo giovane cineasta: le foto ricordo con Paolo Villaggio e Nicola Piovani, autore delle musiche del film ‘Sipario’, gli articoli di giornale, i premi, i libri, tutti sono indizi che servono a ripercorrerne la vita, a conoscerlo e a scoprirne le passioni, il talento e l’ingegno.

Tante sono le curiosità che Rita regala nell’incontro: dagli studi in architettura, al suo periodo accademico come assistente di Umberto Eco, fino all’emozionante primo sguardo su Genova, un qualcosa per lei, piemontese, intriso di significato. Quasi un colpo di fulmine.

Con la stessa dovizia di particolari, fa riaffiorare il ricordo di Ottavio accanto a Lina Wertmüller, intervistata perché assistente di Fellini in ‘8 1/2’.

L’idea di questo spazio nasce dal voler fare qualcosa che unisse le passioni di mio figlio ma anche di famiglia. Ha frequentato i teatri sin dall’età di tre anni ma la sua passione era il cinema”.

Venerdì 27 settembre si alzerà il sipario sulla nuova stagione del teatrino Ottavio Cirio Zanetti e il primo appuntamento sarà la consegna della seconda borsa di studio intitolato a Ottavio che per il secondo anno viene consegnata al CNAO - il Centro Nazionale di Androterapia Oncologica.

Rita, assieme ai suoi collaboratori - “tutti volontari” ricorda - sarà pronta a consegnare l’assegno a Maria Rosaria Fiore: “Diamo questi fondi all’istituto di Pavia che fa ricerca scientifica e si occupa dei tumori che non si possono curare con le terapie tradizionali, in questo modo cerchiamo di dare un aiuto concreto ai ricercatori che, troppo spesso, sono destinati a lasciare l’Italia”.

Rita Cirio continua: “Ottavio sarebbe contento di tutto questo, il centro cura molti bambini e lui stesso, senza dire niente a nessuno, aveva iniziato a fare il volontario per la fondazione Make a Wish, andando in ospedale a trovare questi piccoli pazienti, certo non senza difficoltà, soprattutto emotiva”.

Dopo la consegna dei fondi, sarà il momento del divertimento con il ‘Torneo di Monologhi’ in cui, a rotazione, andranno in scena diciotto monologhi interpretati dagli attori Andrea Benfante, Enrico Campanati, Anna Giarrocco, Ambra Giordano, Enrica Origo e Davide Quillico

Ingegno e talento, assieme, celebreranno così una rosa di scrittori internazionali come Pier Paolo Pasolini, Edward Albee, Elias Canetti, Virginia Woolf, Franca Valeri, Ennio Flaiano, Eugene Ionesco, Vittorio Gassman e tanti altri ancora, in una sorta di sfida a colpi di applausi e solo chi ne riceverà di più sarà decretato vincitore.

Unire ricerca, arte e cultura per qualcuno sarà potuto sembrare un azzardo, non per Rita Cirio che qui continua a trasformare un vuoto indescrivibile tessendo con sapienza fili di speranza che raccontano trame distanti, le avvicinano, le scambiano e le ricreano. Non ci sono gradi di separazione, solo incontri emozionanti come quello con Rita.