“Appena levate i puntelli, portatemi una branda e io ci dormirò stanotte. Domattina ne riparliamo”.
Cesare Gamba, l’ingegnere artefice del progetto del Ponte Monumentale, era furioso.
La gente aveva preso a chiamare il ponte, il suo ponte, il ‘ponte vuoto’. Ma cosa ne potevano capire di quelle gallerie, di quella struttura, della sua esecuzione.
I detrattori non erano certo mai mancati, ma a sentire l’ennesima critica anche lui non ce l’aveva più fatta.
Quel ponte era una meraviglia architettonica, un simbolo per la città.
Lo era stato sin da subito, dalla sua costruzione, nel 1895, e lo è ancora oggi vista la sua magnificenza.
Costruito al posto della Porta d’Archi, il varco delle mura nuove che conduceva fuori dalla città, il Ponte Monumentale attraversa via XX Settembre mentre, ventuno metri più in alto - tanto è alto il ponte - sostiene corso Andrea Podestà, via intitolata al sindaco che proprio a Gamba commissionò la realizzazione di via XX Settembre.
La struttura portante, simile a quella dei ponti ferroviari, è stata realizzata in mattoni: l’arcata principale, una e ampia, è in parte nascosa dall’apparato monumentale in marmo dove non mancano colonne e sculture. La decorazione fu ultimata solamente nel 1930 ma oggi, accanto agli abbellimenti, il ponte si è fatto custode della memoria cittadina. I due archi laterali, infatti, sono dedicati ai caduti della libertà con l’elenco delle vittime; due lapidi, poste una di fronte all’altra, riportano l’atto di resa delle truppe tedesche e la concessione della medaglia d’oro alla città di Genova.
Oggetto di un lungo intervento di restauro la cui fine è fissata per l’ottobre 2025, il ponte è anche la porta d’accesso alla Genova sotterranea.