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Sport | 21 settembre 2024, 08:00

Lo sport che amiamo - Niccolò Figari: "È un onore portare in alto il nome della mia città e del mio paese"

Due volte medaglia d'oro ai Mondiali di pallanuoto, l'atleta di Recco è pronto a iniziare una nuova stagione con il Quinto: "Abbiamo un bel gruppo, un super allenatore e un super preparatore, quindi daremo da battagliare a chi vorrà batterci"

Lo sport che amiamo - Niccolò Figari: "È un onore portare in alto il nome della mia città e del mio paese"

Prosegue questo sabato, e andrà avanti per tutti i sabati successivi, ‘Lo Sport che amiamo’, una rubrica dedicata a personaggi e storie di sport della nostra città e della nostra regione. Ci piace raccontare quel che c’è oltre il risultato sportivo: il sudore, la fatica, il sacrificio, il duro allenamento, l’impegno, le rinunce, lo spirito del gruppo. Tanti valori che vogliamo portare avanti e mettere in luce con quello che sappiamo fare meglio: comunicandoli. Comunicarli significa amplificarli, ed ecco perché lo sport può diventare, sempre di più, ‘Lo Sport che amiamo’. Ci accompagna in questo percorso un giovane di belle speranze: Federico Traverso, laureando in Scienze della Comunicazione. L'ospite di oggi è Niccolò Figari, campione di pallanuoto, due volte oro ai Mondiali, oggi impegnato nello Sporting Club Quinto.

Niccolò, partiamo dai tuoi inizi…

Credo che a Recco, dove sono nato, 8 bambini su 10 facciano un tuffo in piscina, poi c’è chi va avanti e chi no ma questa è la normalità. Vivendo sul mare si impara a nuotare, e quando se lì una palla te la buttano tra le mani… Inoltre, mio nonno, mio papà e mio fratello hanno fatto pallanuoto, quindi le probabilità che lo facessi anche io erano alte”.

Da piccolo c’era qualcuno a cui ti ispiravi, un idolo che provavi ad emulare in vasca?

Ce n’è più di uno, ma uno dei primi che mi aveva appassionato, di cui avevo anche la fotografia nel diario, era Danilo Ikodinović. Giocava alla Pro Recco, un attaccante e un tiratore pazzesco ma anche una persona d’oro: anche se ero molto giovane, mi ricordo che salutava e si fermava sempre a parlare con tutti, davvero un bravo ragazzo. Lui è stato il primo che cercavo di emulare”. 

Ed è alla Pro Recco che hai passato la stragrande maggioranza della tua carriera, conquistando trofei su trofei: che cosa provi pensando di aver vinto tutto proprio nella squadra della tua città?

È un motivo d’orgoglio, sono molto felice di questo e sono a conoscenza del fatto che non è una cosa così semplice, nemmeno nel nostro mondo, portare in alto il nome della propria città, del proprio paese. Mi sento però anche fortunato di essere nato in un paese dove la pallanuoto è lo sport principale, e di aver giocato in una squadra diventata la migliore al mondo, grazie anche a scelte di mercato ben precise. Oltre la tradizione, infatti, c’era bisogno che qualcuno la sponsorizzasse e la elevasse ad alti livelli”.  

Data la tua esperienza, oggi sei un punto di riferimento anche per i giocatori più giovani. In che modo cerchi di trasmettere loro ciò che hai vissuto e quanto questo è importante per la loro crescita?

Provo a farlo quotidianamente. Appena vedo un errore clamoroso, non un tiro o un passaggio che tutti possono sbagliare, ma magari un mal posizionamento o una scelta sbagliata, con il permesso del mister lo faccio subito notare al ragazzo, in modo che non lo rifaccia. C’è il rischio, infatti, che si creino automatismi difficili da aggiustare più si va avanti. Anche questo è un lavoro quotidiano”.  

Tra il tuo vastissimo palmarès figurano anche due ori Mondiali, conquistati nel 2011 e nel 2019, a 8 anni di distanza l’uno dall’altro. Come li hai vissuti? Hai provato sensazioni differenti?

Assolutamente, nel primo ero il più giovane del gruppo, nel secondo ero già quasi tra i ‘vecchietti’… Nel 2011 non avevo grandi responsabilità, né in acqua né all’interno del gruppo, mentre nel 2019 cercavo di essere un faro per i giovani, quindi sentivo maggiormente il peso di queste responsabilità. A livello di emozioni, invece, sono quasi identiche, perché quasi non credevo di aver vinto un Mondiale la prima volta e nemmeno la seconda. Sensazioni pazzesche, entrambe le volte”.  

Passando all’attualità, il campionato del Quinto sta per iniziare…

Noi partiamo sempre con umiltà, quindi il primo obiettivo è la salvezza, non vogliamo montarci la testa. Tuttavia, la settimana prossima ci sarà il primo turno di Euro Cup e noi proveremo ad andare avanti. Non vogliamo limitarci a partecipare, vogliamo provarci, anche se incontreremo squadre più abituate e forse più attrezzate a una competizione di questo genere. Abbiamo un bel gruppo, un super allenatore e un super preparatore, quindi daremo da battagliare a chi vorrà batterci. Ciò che è certo è che non faremo un tour di vacanza”.  

Federico Traverso

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